All you can play

all you can play apertura

Alzando gli occhi dallo schermo del PC lo sguardo cade inevitabilmente sulla mia collezione di videogiochi disposta in maniera caotica sulle mensole attaccate al muro. Roba vecchia, e in gran parte con la scritta The Games Machine sulla copertina, proveniente dai gloriosi tempi del gioco allegato. Molti dei titoli più vecchi sono nascosti dentro un paio di armadi o dispersi tra la cantina e la casa dei miei genitori, mentre sulla parete ci saranno al massimo una quarantina di dischi, quelli a cui tengo di più. Riabbassando lo sguardo, invece, ecco spuntare la libreria di Steam e le sue quasi mille voci.

La cosa divertente è che non avrei comunque modo di sfruttare i DVD e i CD che mi guardano dal muro di fronte: da più di un lustro il mio PC non è dotato di nessun dispositivo di lettura, e l’unico lettore DVD USB esterno che avevo è passato a miglior vita da tre anni. Non so perché continuo a tenere quei titoli in bella vista, se non appunto per aver qualcosa da raccontare a eventuali ospiti. Eppure ho come l’impressione che nemmeno la mia libreria digitale avrà vita infinita, e questo pensiero ha avuto origine da quando Netflix, l’ormai famosissima piattaforma digitale che permette a spettatori di tutto il mondo di godersi in streaming centinaia di film e serie TV, è entrato ufficialmente a far parte della mia vita. Per carità, non sono mai stato un collezionatore seriale di lungometraggi e Blu-Ray, ma da quando mi basta una manciata di euro al mese e una connessione internet per passarmi una serata armato di popcorn e divano, ho praticamente smesso persino di guardare le offerte nelle solite grandi catene di distribuzione.

all you can play playstation now

pagando un obolo mensile esistono già diverse piattaforme capaci di darci l’accesso a un discreto parco titoli in grado di tenerci incollati allo schermo per mesi

Più volte, chiacchierando con amici, spunta il discorso “E se in futuro esistesse un Netflix con i videogiochi dentro?”. Il fatto è che, in realtà, non dobbiamo aspettare il futuro per trovare servizi del genere: pagando un obolo mensile esistono già diverse piattaforme capaci di darci l’accesso a un discreto parco titoli in grado di tenerci incollati allo schermo per mesi. Nonostante le linee telefoniche medievali con cui abbiamo a che fare (eh già, porco mondo. ndKikko), esistono già diverse realtà che “rischiano” di mettere da parte le nostre librerie virtuali: tralasciando PlayStation Now, attualmente attivo solo in Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito, che per circa venti euro al mese dà accesso a gran parte del parco titoli PS3 in streaming, stanno prendendo sempre più piede piattaforme che preferiscono evitare di litigare con la velocità delle nostre connessioni internet. Electronic Arts e il suo EA Access, per soli quattro euro al mese, permette di giocare a diversi titoli – anche multiplayer – come Star Wars Battlefront, FIFA 16, Titanfall e altri non proprio nuovissimi; al suo fianco c’è Xbox Game Pass, che di euro ne chiede quasi 10 ma sta allargando il catalogo a dismisura, mese dopo mese. Molto più simile a Netflix, invece, troviamo Utomik, piattaforma nata da pochi mesi che, per sei euro al mese per un singolo account o dieci euro per quattro account, dà accesso immediato a quasi seicento titoli (attualmente) che, in caso di avvio, vengono scaricati mentre cominciamo a giocare, facendoci aspettare decisamente meno tempo del previsto prima di metterci all’opera. Tra tanti videogiochi un po’ attempati fanno comunque capolino piccole chicche, come Metro Redux, Overlord, Knights of the Old Republic II e un bel mucchio di avventure grafiche. In questo caso, oltre a fare i conti con l’età di certe opere, tocca sbattere il muso anche sulle barriere linguistiche: gran parte dei titoli sono in inglese, nonostante su Steam siano presenti anche nell’italico idioma. Da poco è invece nato Jump, attualmente in beta, altra piattaforma che offre lo stesso servizio, senza sfruttare lo “scomodo” streaming, per il solito obolo mensile.

Solo il tempo potrà dirci se per un medium così particolare come il videogioco riusciranno mai a prendere piede piattaforme del genere o se, per decine di motivi, tra cui l’immancabile collezionismo che caratterizza il videogiocatore accanito, sono destinati a fallire. Da canto mio, nonostante la tanta curiosità di provare questi servizi, dubito che riuscirò mai ad abbandonare il classico acquisto, seppur digitale: sapere che i titoli comprati durante i saldi direttamente da Steam (o, perché no, da negozi virtuali come Humble Bundle) rimangono lì parcheggiati per essere giocati in qualsiasi momento, beh… mi fa stare decisamente tranquillo. Certo, potrei sempre litigare con la connessione internet assente, con qualche problema legato alla piattaforma di Gabe Newell o chissà quale altre catastrofe, eppure non riuscirei più a tornare indietro. Insomma, il futuro, come si suol dire, “è già qui”, ma sinceramente non mi interessa: continuerò a rimpinzare il mio backlog saldo dopo saldo, preferendo spendere magari qualche euro in più al mese ma portandomi a casa i titoli che realmente mi interessano. Lieto comunque di essere smentito. Magari ne riparliamo tra un paio d’anni.

Articolo precedente
anni ottanta dragon's lair

Quei benedetti anni Ottanta

Articolo successivo
cecchini streaming

Cecchini in streaming

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata