Dopo la votazione shock di ieri (di cui parliamo in questo editoriale), le due principali associazioni di categoria del Regno Unito hanno diramato le prime dichiarazioni ufficiali in merito alla decisione di abbandonare l’Europa.
Il Regno Unito ha votato per abbandonare l’Unione Europea dopo lo storico referendum di giovedì. Leave ha vinto con il 52%, contro il 48% di Remain, con una affluenza del 71.8%, la più alta nel Regno Unito dopo le elezioni del 1992. Il voto dà il via a una serie di importanti cambiamenti nel panorama politico inglese, a cominciare dalle dimissioni di David Cameron da Primo Ministro di questa mattina, che avverranno entro ottobre.
Il governo dovrà dedicare un numero considerevole di risorse, nei prossimi due anni, per rinegoziare trattati, rifare e codificare leggi. Questo arco temporale potrebbe anche allungarsi, in virtù del fatto che un evento simile non si è mai verificato. Le preoccupazioni circa l’impatto di questa scelta sui mercati hanno provocato un immediato intervento da parte del Governatore della Banca d’Inghilterra, che ha parlato di piani di contigenza.
Tra i problemi di particolare rilevanza per l’industria videoludica inglese dei mesi a venire, a cui Ukie lavorerà strenuamente affinché il nostro settore sia rappresentato appieno, segnaliamo l’accesso a talenti d’oltreoceano, la garanzia di avere investimenti in grado di far crescere i talenti che sono cresciuti sul nostro territorio, la prosecuzione della Video Games Tax Relief e l’accesso ai finanziamenti.
Continueremo inoltre a fare pressione perchè trovino risposta le raccomandazioni che abbiamo fatto nel nostro rapporto Blueprint for Growth riguardante talenti, ambiente lavorativo, finanziamenti, crescita locale e innovazione.
«Ukie è sempre impegnata a garantire che il Regno Unito sia il miglior posto al mondo in cui realizzare e vendere videogiochi, e sebbene questa decisione e l’incertezza politica che si porta dietro avrà un forte impatto sulla nostra economia, è importante ricordarsi che siamo già un settore di grande successo a livello globale, e abbiamo un ruolo di primo piano come esportatori nell’economia digitale», ha commentato il CEO di Ukie, Jo Twist. «Ukie continuerà a lavorare con i colleghi del governo e di altri settori per assicurarsi di costruire il miglior ambiente lavorativo per il nostro settore, e seguiremo da vicino gli sviluppi di questa vicenda, fornendo supporto continuo a tutti i membri di Ukie».
Ad aprile abbiamo pubblicato l’articolo Staying Connected, e organizzato una tavola rotonda con Osborne Clarke LLP per esaminare le implicazioni legali di Brexit. Nei mesi a venire continueremo a fornire supporto e consulenza ai nostri membri, così da metterli nella miglior posizione di operare.
TIGA, la rete di sviluppatori di videogiochi, publisher digitali e associazione di categoria che rappresenta l’industria dei videogiochi, ha dichiarato oggi che, alla luce del voto per Brexit, il governo e il parlamento inglese dovrebbero agire per garantire che continui il successo di settori dal grande potenziale economico, tra cui quello creativo e l’industria dei videogame. TIGA ha pubblicato la sua dichiarazione dopo il referendum che ha avuto luogo il 23 giugno 2016, con l’aiuto dei pareri competenti e informati di Weightmans LLP e Grant Thornton LLP.
TIGA ha detto che ci sono tre principali sfide che aspettano l’industria dei videogiochi dopo il referendum del 23 giugno.
1. Accesso ai finanziamenti: le difficoltà di accesso al capitale è sempre stato l’elemento principale che ha frenato molti sviluppatori di videogiochi. In un ambiente economico così incerto, potrebbe verificarsi una riduzione dell’interesse per gli investimenti. In più, una volta fuori dell’Unione Europea, l’industria videoludica inglese non potrà accedere a programmi di finanziamento come Creative Europe e Horizon 2020. Il governo inglese dovrebbe promuovere politiche che incoraggino gli investimenti, mantengano in essere strutture già esistenti come il Video Games Prototype Fund e valutare un fondo di investimento per i giochi per aiutare le start-up e le piccole imprese.
2. Ambiente fiscale favorevole: Video Games Tax Relief e R&D Tax Relief sono stati fondamentali per permettere all’industria dei videogiochi inglese di competere in maniera più concreta contro i competitor esteri, in particolare il Canada. In un mondo post-Brexit, sarà ancora più vitale mantenere e migliorare questi programmi fiscali, così da attirare finanziamenti esterni e mantenere il medesimo livello di competitività di questo settore.
3. Accesso ai talenti: l’industria videoludica inglese è competitiva anche grazie a una forza lavoro estremamente specializzata e formata. Fino a questo momento ha avuto accesso a un notevole bacino di talenti prevenienti da tutta Europa, che possono lavorare nel Regno Unito senza grossi vincoli fiscali e amministrativi. Con ogni probabilità, Brexit porterà con sé nuove leggi sull’immigrazione, che imporranno a chi vuole assumere di ottenere dei visti di soggiorno, o l’obbligo di rispettare determinati criteri curricolari o di salario per poter assumere lavoratori dall’estero. È di vitale importanza che qualsiasi nuova normativa in tal senso non si riveli onerosa o troppo complessa, e che l’industria non sia frenata dalla mancanza di talenti da assumere.
4. Proprietà intellettuale: le IP sono la linfa vitale dell’industria dei videogiochi, e l’impatto di Brexit in questo settore potrebbe essere significativo. Ci sono numerose considerazioni commerciali da fare. Per esempio, il Regno Unito rientra nel regime del Registered Community Design e dell’EU Trade Mark, e riconosce anche l’Unregistered EU Design Right. Questi accordi garantiscono sicurezza e protezione ai detentori di diritti in tutti gli stati membri della EU. Tali garanzie potrebbero decadere qualora gli accordi perdessero di valità nel Regno Unito. L’implicazione maggiore in questo senso è che soggetti che detengono diritti in Europa potrebbero doverli nuovamente richiedere per il Regno Unito così da poterli proteggere anche qui, con problemi che potrebbero coinvolgere lo sviluppo e la pubblicazione di titoli e IP già esistenti.
«L’industria videoludica inglese è un settore altamente tecnologico che fornisce impiego di elevato livello di competenza per oltre trentamila persone, tra cui circa 11mila programmatori, e che contribuisce per 1,1 miliardi al prodotto interno lordo inglese», ha commentato il CEO di TIGA Richard Wilson. «È anche un settore molto orientato all’esportazione, con almeno il 95% degli studi che esporta i propri lavori. Dopo il referendum sulla Brexit, diventerà ancor più cruciale tutelare (ed evitare di danneggiare) i settori in cui il Regno Unito ha un vantaggio competitivo importante: aerospaziale, difesa, industrie hi-tech, istruzione superiore, tecnologie a basso impatto ambientale e le industrie creative, tra cui quella dei videogiochi. Per quest’ultima è particolarmente importante che il legislatore garantisca agli sviluppatori e ai publisher di accedere a un livello adeguato di finanziamento, che possano beneficiare del Video Games Tax Relief e del R&D Tax Relief, che siano in grado di tutelare i propri diritti intellettuali, e che possano accedere a talenti provenienti dall’estero».
Aggiunge poi il presidente di TIGA, nonché direttore creativo di Rebellion Jason Kingsley: «Il settore dei videogiochi nel Regno Unito è un’industria che si focalizza soprattutto sull’esportazione, e che vende contenuto in tutto il mondo. Abbiamo una forza lavoro estremamente competente e specializzata, in continua crescita, e il retaggio di trent’anni di successo. Non accogliamo con piacere l’incertezza che si prospetta, ma l’industria dei videogame nel Regno Unito rimarrà forte, competitiva e resiliente».