Questa news dai campionati del mondo di Halo, per una volta presa a prestito da Kotaku, mi ha fatto venire in mente pensieri sui controller che si ripresentano ciclicamente, e che comunque non hanno nulla a che fare con la questione specifica. Anche senza frequentare il settore esport, la mia casa è tutta organizzata su un fittissimo sistema di prese elettriche e caricatori – nel mio caso alquanto spontaneo e caotico – che non impedisce di ritrovarmi talvolta all’asciutto nei momenti sbagliati, ad esempio mentre la mazza di un gigante di The Old Hunters si sta per schiantare sulla mia testa, o anche emergendo in posizione di temporaneo vantaggio da un vicoletto di qualche sparatutto survival o competitivo. Ma, appunto, non è questo l’argomento su cui voglio soffermarmi: al contrario, quel che non smetto mai di chiedermi è se la forma dei gamepad e delle loro caratteristiche primarie (compreso il numero e grossomodo le funzioni dei tasti) rappresentino per davvero un punto d’arrivo imprescindibile nei controlli per i videogiochi, e se questa apparentemente eterna supremazia non faccia parte di una sorta di atteggiamento conservatore, talvolta quasi reazionario.
Dopo anni di esperimenti più o meno plausibili e arditi (io, per dire, sono partito dal disco e dalla pulsantiera dell’Intellivision), i gamepad moderni hanno contribuito all’affermazione di un codice universalmente interpretabile dai giocatori, in modo non dissimile – e parallelo, per molti versi – alla costruzione dei canoni di genere. Naturalmente, negli anni 90′ sono stati codificati e perfezionati anche i mouse da gioco, affiancati a tastiere sempre più evolute per dar vita allo schema di comandi potenzialmente più duttile e articolato di tutti i tempi, come è stato anche nei fatti durante l’ascesa e la momentanea affermazione ai vertici del mercato del gaming PC. Fuor di polemica, però, e senza pretendere di redarre un percorso dettagliato – di quelli con cui il nostro Dan Hero potrebbe deliziarci in qualsiasi momento – le console maggiori del nuovo millennio sono rimaste sostanzialmente incollate alla cosiddetta sesta generazione di gamepad; certo, a livello storico e tecnologico è possibile parlare anche di settima e poi di ottava generazione, ma in questa fase solo Nintendo ha proposto in modo continuo e talvolta geniale vere soluzioni alternative, in almeno due casi vincenti (con la prima Wii e Switch) proprio per la supremazia dei controlli sulla potenza grafica.
Mi chiedo se l’eterna supremazia del gamepad non faccia parte di un atteggiamento conservatore, talvolta quasi reazionario

Seguendo lo slancio dei controller cinetici, in un dossier di TGM del 2008 apparvero sistemi di controllo avveniristici ma, col senno di poi, poco lungimiranti