Dopesick – Dichiarazione di Dipendenza - Recensione

In molti riguardando e pensando al recente Resident Evil: Welcome to Raccoon City, oltre a rievocare un gusto cinematografico in caduco equilibrio tra esigenze di produzione e rimandi a Distretto 13 – Le Brigate della Morte, pur senza avere la raffinatezza tecnica e autoriale di Carpenter, hanno pensato a una possibile (e plausibile) critica sottile verso le case farmaceutiche, capaci di tenere in pugno un’intera città tra pressioni politiche, esperimenti sinistri e la reale consapevolezza di poter esercitare un potere più grande di quel che noi cittadini possiamo ipotizzare per realtà di questo calibro.

In questi giorni, a cadenza settimanale, Disney+ ci sta proponendo una miniserie incredibilmente calzante, addentrandosi in una vicenda reale che abbraccia un periodo storico recente, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, Dopesick – Dichiarazione di dipendenza.

Narrato a episodi che coinvolgono personaggi provenienti da diverse realtà, da medici di provincia ad agenti della DEA, passando per avvocati pronti a una causa storica, la serie narra dell’incredibile abuso, diretta produzione e crisi di oppioidi che hanno portato alla morte centinaia di migliaia di cittadini statunitensi.

Impostato come una cronaca di eventi – non a caso il progetto è tratto da un libro inchiesta – Dopesick non cerca solo la didascalica rappresentazione dei fatti, bensì si prefigge il nobile compito di capire e inquadrare nel dettaglio come sia possibile che alcune particolari cittadine, in particolare quelle fuori dalla grande metropoli, siano state le vittime eccellenti per una crisi farmaceutica di proporzioni inaudite.

dopesick recensione

Proprio tramite le solide relazioni che tutti i personaggi andranno a costruire procedendo con l’indagine, il punto davvero forte e solido di questa miniserie va ricercato tanto nella cura registica quanto nella ricerca stilistica. Fattori che rendono la cronaca dei fatti un progetto più vicino e simile a un noir crepuscolare.

Fino a dove può spingersi una multinazionale farmaceutica? La serie prova addirittura a dare una risposta, interpretando gli accadimenti come il primo caso in cui la stessa industria proponeva non solo la risposta al problema, ma veniva a creare anche quest’ultimo, spingendo la vendita e la prescrizione su patologie e descrizioni di dolori cronici senza accurata diagnosi.

un prodotto tra documentario e cronaca, che colpisce a fondo, senza filtri o limiti

Tutto questo con la possibilità di instaurare un discorso narrativo anche dalla parte di quello che potremmo definire il villain della serie, Richard Sackler, uomo a capo della Purdue, mostrato senza limiti o filtri nella sua corsa alla conquista del globo. Nel corso degli eventi, Sackler riesce a mettere una pillolina di ossicodone in ogni casa, farmacia e ospedale, a mente spudoratamente sul valore di dipendenza della stessa, da il via a una crisi che è cresciuta alla stessa velocità con cui gli agenti della Big Pharma intascavano percentuali golosissime per ogni prodotto venduto.dopesick recensione

Ci sono gli artefici della crisi e chi cerca di smascherare la meschina operazione. Di mezzo troviamo le vittime, tutte inserite in contesti sociali ben definiti per cui è sempre più facile entrare in empatia con i pensieri, le crisi e il disperato bisogno di mettere fine a questo dolore fisico che causerà danni celebrali sempre più gravi e, in molti casi, fatali.

Dopesick è una serie facile da abbracciare, ma difficile da digerire e metabolizzare, non tanto per le tematiche raccontate o perché tratta un tema delicato che ha visto un numero di vittime crescente a causa di consapevoli bugie, quanto per la specificità con cui approfondisce il discorso. Più che una miniserie il sapore e il respiro qualitativo è quello di un film di circa otto ore, che si prende tutto il tempo possibile per analizzare e restituire allo spettatore dati, eventi, fatti e sentenze. C’è del dolore, ma c’è anche tanto cinema in un prodotto da piccolo schermo a cui la dilatazione temporale e narrativa, ha fatto solo che bene.

VOTO 8

dopesick recensioneGenere: drammatico
Publisher: Disney+
Regia: Michael Cuesta, Barry Levinson, Patricia Riggen, Danny Strong
Colonna Sonora: 
Interpreti: Michael Keaton, Peter Sarsgaard, Michael Stuhlbarg, Will Poulter, Rosario Dawson
Durata: 8 episodi

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