Spiderhead – Recensione

La distopia negli ultimi venti anni ha trovato nuova linfa vitale nel circuito cinematografico. Assieme al genere horror, questi sono i due canali comunicativi che più riescono a incorniciare pregi, difetti, contraddizioni ed estremizzazioni di tante cose che non funzionano al giorno d’oggi, oppure mostrare limiti folli di usi o abusi di certe libertà contro gli esseri umani o la stessa natura che ci circonda.

Spiderhead, film originale Netflix tratto da un racconto scritto da George Saunders e pubblicato sul The New Yorker (che si accredita anche nei produttori) ci porta sulle coste di un’isola tropicale, dove si erge una struttura quadrata, grigia, cemento solido a contrasto di un matrimonio di colori donati dalla natura. Quello è lo Spiderhead, particolare penitenziario dove i detenuti si offrono come cavie per diminuire alcune delle loro pene, da scontare lì invece che in carceri buie e umide.

spiderhead recensione

Lo Spiderhead è una struttura minimale, niente sbarre, bensì un luogo conviviale dove vige il rispetto reciproco. Le loro prestazioni fisiche (e mentali) sono alla mercé di un magnate e genio della farmocologia, tramite un piccolo dispositivo innestato sulla vita di ogni volontario. I farmaci testati però sono particolari, non servono a guarire il cancro o prevenire malattie genetiche, bensì modificare e veicolare i sentimenti; paura, amore, ansia e affini. Nel momento in cui vengono indotti artificialmente, saranno in grado di perpetrarsi nell’individuo anche al di fuori di queste somministrazioni?

la fantascienza distopica come l’horror sono i migliori genere per veicolare messaggi di critica sociale e applicarla al nostro mondo

Joseph Kosinski, sì, proprio quello di Top Gun: Maverick, sceglie un approccio particolarmente affascinante per fotografare questa storia, lontana dall’essere originale, ma con una progressione incalzante, pur presentando tutti i classici stilemi per addentrare lo spettatore passo dopo passo: un protagonista con un passato difficile da digerire e in questo caso, come per tutti gli altri detenuti, si concentra nel motivo per cui ognuno di loro è stato giudicato colpevole di qualcosa; per molti non si tratte di “semplice” omicidio, bensì di una pena che ha origine da un malessere emotivo. Le cavie perfette dunque per questo magnate che ha viso e muscoli di Chris Hemsworth, perfetto nel completo raffinato, nella concezione ilare e folle della vita umana e cinico e glaciale nello sguardo.

A funzionare meno forse è proprio il ritmo per un film che sembra girare attorno al classico snodo narrativo del “non è tutto come sembra” e la classica ricerca della verità dietro questi esperimenti umani. Ciò nonostante il film riesce a difendersi incredibilmente bene proprio per una gestione dei toni e umori narrativi che risultano particolarmente accattivante, ricordando un po’ quel cinema alla Paul Verhoeven o John McTiernan, in special modo, per come la follia umana renda la tragedia una vera e propria barzelletta, che raccontata da bocca altrui può strappare un sorriso, ma ha un effetto assai differente se vissuta sulla proprio pelle o sulla psiche.

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Se il contenuto è fin troppo superficiale, la forma sempre sopraffina e di gran classe. Proprio questa impostazione monocromatica, minimalista e poco approfondita regala un’estetica incredibilmente affascinante. Come la stessa struttura dello Spiderhead si erge come una cicatrice su un piccolo paradiso terrestre, la storia è una piccola ferita che cerca di espandersi ad ampio spettro e applicarsi al meglio delle possibilità su ogni risvolto politico e sociale che possa sensibilizzare lo spettatore.

Per chi ne troverà interesse, è sicuramente uno spettacolo stuzzicante, per tutti gli altri, ci sono citazioni e musica di classe presa dagli anni ’80 e una colonna sonora veramente incalzante. Tanto basta per consigliarne la visione anche ai più scettici.

VOTO 7

spiderhead recensioneGenere: thriller, fantascienza
Publisher: Netflix
Regia: Joseph Kosinski
Colonna Sonora: Joseph Trapanese
Interpreti: Chris Hemsworth, Miles Teller, Jurnee Smollet, Tess, Haubrich, BeBe Bettencourt
Durata: 107 minuti

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