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Altro giro, altro regalo; la famiglia Byrde è tornata più spietata che mai. Ho già parlato ampiamente delle premesse di Ozark, serie tv Netflix che esattamente un anno fa aveva catturato tutta la mia attenzione, con una considerazione finale della prima stagione. L’annuncio del rinnovo e quindi della relativa seconda stagione non poteva che rendermi felice, alzando la posta sulla aspettative per la prosecuzione delle avventure criminali della famiglia Byrde.
La storia riprende proprio da lì, da dove avevamo lasciato Marty, Wendy e figli: questi ultimi, dopo le vicende precedenti, sono ora consapevoli che i loro genitori riciclano denaro per un pericolosissimo cartello messicano, e diventano a tutti gli effetti partner in crime di papà e mamma, avviando anche loro, nella loro minore età, piccole attività di riciclaggio e aprendo conti offshore.
Tuttavia, le diverse iniziative imprenditoriali che Marty ha rilevato per “lavare” il denaro sporco sembrano bastare mai; l’unica alternativa per rispettare l’ultimatum del cartello – sei mesi o uccideranno tutta la famiglia – è quella di ottenere i permessi e i voti per aprire un Casinò.
La seconda stagione di Ozark è un tripudio di conferme e poche novità, purtroppo: la cattiveria, la spietatezza dei nostri protagonisti si farà palpabile puntata dopo puntata. Non c’è etica, morale o sensibilità che possa sopraffare la paura della morte. La famiglia Byrde è pronta ad uccidere, sacrificare persone, donne e bambini, pur di avere salva la propria di vita, senza curarsi delle conseguenze; come sappiamo, però, a forza di tirarla, prima o poi qualsiasi corda si spezza. Questo secondo ciclo di episodi mantiene stile e forma, ma pecca nella voglia di spiazzare lo spettatore con qualche twist narrativo rilevante. Lo stesso show, comunque, non ha mai nascosto le sue intenzioni: i Byrde sono disposti a tutto pur di ottenere qualcosa, anche a sporcarsi le mani di sangue; per stesso motivo, in questa seconda stagione saluteremo definitivamente tanti altri personaggi chiave, che usciranno di scena in modi sempre più violenti e imprevedibili.
Se precedentemente si apprezzava la spietata risolutezza di Marty Byrde (Jason Batman) nel cercare di uscire vivo da ogni situazione, in questa seconda stagione avrà ampio spazio sua moglie Wendy (Melissa Leo); è lei che, per ottenere i giusti voti favorevoli e farsi amico qualche politico, rispolvererà le sue doti da lobbysta e diventerà il vero cuore pulsante delle puntate.
Purtroppo, proprio la mancanza di una marcia in più potrebbe far storcere il naso a più riprese. Nonostante i soli 10 episodi, standard Netflix sempre apprezzato, è evidente come alcuni raccordi di trama siano stati allungati all’inverosimile, e questo si evince in alcune storie attorno al giro di boa, davvero insipide e ripetitive.
La seconda stagione di Ozark mantene le promesse, ma non osa, risultando anche ridondante
Ozark comunque riesce a mantenere intatta quella qualità registica e narrativa impressionante per gli standard televisivi. Sempre più vicini a David Fincher e al suo Mindhunter, Ozark è un prodotto che lavora sulla narrativa spigolosa, macabra, ma lucida e compatta nella resa finale, complice un’ambientazione rurale – il Missouri – che restituisce sempre delle scenografie magnifiche. Ancora oggi, l’unico vero serial che guadagna il rispetto per essere accostato a Breaking Bad, senza sfigurare troppo.
VOTO 7.5
Genere: drammatico, thriller
Publisher: Netflix
Regia: Vari
Colonna Sonora: Danny Bensi
Intepreti: Jason Bateman, Laura Linney, Jason Butler Harner, Sofia Hublitz, Skylar Gaertner
Durata: 10 episodi