Questo biopic poteva essere tutto o niente. Se pensate di trovarvi davanti un’agiografia o la lunga carriera di entrambi i comici, beh, allora potreste cadere in un dolce tranello.
Cambiando drasticamente le carte in tavola per il genere di appartenenza, il film di Jon S. Baird si concentra sulla fine per dare un senso compiuto e ancor più ricco a tutto quello che c’è stato prima.
Stan Laurel e Oliver Hardy, dopo un’incredibile successo, vedono un momento di arresto, motivo per cui sfruttano l’occasione di una tournée teatrale europea per rilanciarsi in attesa che Stan, cervello del duo, finisca di scrivere il prossimo film. Con i teatri pieni di gente e di risate, il rilancio mediatico corre parallelo alla crisi tra i due e alle condizioni fisiche di Oliver che diventano sempre meno adatte al carico di lavoro che li attende.
Da questo semplice incipit, la sceneggiatura è un viaggio che coccola lo spettatore quanto i due protagonisti, interpretati magistralmente da Steve Coogan e John C. Reilly, che non imitano mai e, anzi, reinterpretano situazioni note nella vita privata dei due artisti, idealizzandole come se davanti loro ci fosse un pubblico pronto a cogliere la comicità geniale dietro la splastick o lo sguardo perso di Oliver – primo vero pioniere nel rompere la quarta parete rivolgendo gli occhi sconfortati verso la camera e lo spettatore stesso, amplificando la buffa disperazione della gag in atto.
Con questa idea alle spalle, quindi, al regista e alla sceneggiatura non serve troppo ricordare chi siano stati i due comici e quanto abbiano dato al cinema, quanto indagare la linea di confine che divide la realtà e il cinema, quello strato sottile dove vive il “third place” di Lynchiana memoria, dove tutto si mescola per creare qualcosa di così affascinante, confuso e astratto.
Stan prosegue il tour passando le nottate a scrivere sceneggiature e idealizzando il film, così brillante, kitsch, immaginifico e incredibilmente divertente. Sono loro due gli unici e veri protagonisti.
Stanlio e Ollio “rischia” di diventare uno dei più bei biopic mai fatti
Di contro, della vita vera del duo c’è ben poco: sappiamo che entrambi hanno avuto numerosi matrimoni alle spalle e che Oliver aveva il vizio del gioco, elementi puntellati che arricchiscono una scrittura atta a sottolineare come il pubblico e il mondo stesso abbia sempre e solo conosciuto le due maschere su schermo, interessandosi poco o nulla al privato dei due attori.
Stanlio e Ollio rischia davvero di diventare uno dei più bei biopic mai fatti quando pone al centro di tutto l’amicizia tra i due, ancora di salvezza in un mondo così cinico e banale che solo l’estro e il genio hanno salvato entrambi dalla mediocrità, per consacrarli nell’Olimpo.
VOTO 8
Genere: biografico
Publisher: Lucky Red
Regia: Jon S. Baird
Colonna Sonora: Rolfe Kent
Interpreti: Steve Coogan, John C. Reilly, Shirley Henderson, Danny Hutson, Nina Arianda
Durata: 98 minuti