Particolare e affascinante, The VVitch è l’opera prima del giovane Robert Eggers. Fregandosene della stragrande maggioranza dei concept horror attuali, la pellicola sembra emulare un certo tipo di cinema che non si realizza più da almeno 60 anni; lo stesso sottotitolo del film, A New-England Folktale, mette in chiaro come stile e narrazione si rifacciano alle storie raccontate, ai miti, e alle radici di quello che oggi sono le streghe. Non c’è mai un riferimento diretto a quest’ultime, ma solo oscure figure che si nascondono nel bosco. Si cerca di capirne la genesi e l’evoluzione e tutto questo avviene grazie a due elementi anch’essi poco usati al giorno d’oggi, ovvero la sessualità e la paura/devozione verso la religione.
la camera raffinata del regista ci mostra la distruzione interna della famiglia protagonista
In questa giostra tortuosa, le ambientazioni regalano costanti brividi allo spettatore: possiamo quasi sentire il caldo delle lanterne notturne che si alterna al freddo glaciale che si attacca sulle ossa, e quel costante buio che aleggia sull’entrata al bosco, zona sconosciuta di cui riusciamo a scorgere pochissimo, ci spaventa. C’è qualcosa di profondamente sinistro in The VVitch e noi non possiamo fare altro che restare immobili a guardare, senza jumpscare banali o di facile preavviso, ma con la costante paura dell’ignoto, del buio, di quelle che oggi conosciamo come storie da raccontare, ma che risultano essere più terrificanti di quanto credessimo.
VOTO 8
Genere: horror
Publisher: Universal Pictures
Regia: Robert Eggers
Colonna Sonora: Mark Korven
Intepreti: Anya Taylor-Joy, Ralph Ineson, Kate Dickie
Durata: 90 minuti