Nel 1973, la campionessa del tennis femminile Billie Jean King rivendica un salario adeguato agli standard maschili. Vedendosi negato questo diritto dalla federazione sportiva, inizierà una rivoluzione sessuale e femminista che le servirà sia ad ottenere l’agognata parità che ad arrivare a patti con la sua nascosta omosessualità.
la Battaglia dei sessi è fazioso e arrogante
Peccato, perché come film sportivo mischiato al biopic La Battaglia dei Sessi poteva essere una piccola realtà interessante. Molto bravi sono sia Steve Carell che Emma Stone, ancor di più spicca Andrea Riseborough, parrucchiera che aiuterà Billie Jean a comprendere la sua natura omosessuale; la stessa parabola sui diritti per gli omosessuali ha delle sfumature raffinate che però nascono e muoiono in culla. Ciò a cui i registi puntano è infatti ben altro: arrivare all’inevitabile finale e, quindi, mostrarci l’iconica partita tra i due sfidanti, ricostruita perfettamente, sia nell’estetica che ne piccoli dettagli (i crampi a metà partita di Bobby Riggs, con il gioco che viene fermato per più di cinque minuti), una cura minuziosa che rende il match vivo e di facile interpretazione per lo spettatore.
come film sportivo mischiato al biopic, La Battaglia dei Sessi poteva essere una realtà interessante
Forse non era questo il giusto avvenimento da raccontare per parlare di una rivoluzione sportiva e sessuale di sicura importanza, o almeno era auspicabile che il film non venisse condito da tante piccole parentesi che si contraddicono minuto dopo minuto. Un’occasione sprecata, considerando anche il talento degli attori.
VOTO 5.5
Genere: sportivo, biografico
Publisher: 20th Century Fox
Regia: Jonathan Dayton, Valerie Faris
Colonna Sonora: Nicholas Britell
Intepreti: Emma Stone, Steve Carell, Andrea Riseborough, Sarah Silverman, Bill Pullman
Durata: 121 minuti