Proprio ieri Microsoft, attraverso le parole di Phil Spencer, ha annunciato che sta interrompendo la produzione di nuove Xbox 360. Un ciclo naturale, che se nel caso di altri publisher (vedi Sony) ha un decorso estremamente più lento, per la casa di Redmond è in linea con i ritmi con cui Xbox era stata abbandonata al suo destino, in favore proprio di Xbox 360. Inutile girarci attorno: è la fine di un’era. Quella dove due colossi hanno lottato ad armi pari e si sono equamente divisi il mercato, a tutto beneficio di chi gioca.
Se ripenso al passato, e a come la prima Xbox abbia faticato a imporsi (lasciando di fatto il mercato in mano a PlayStation 2, con la complicità di Nintendo, che ha corso una gara a parte con GameCube e Wii), non posso fare a meno di alzarmi in piedi e concedere il massimo tributo a Microsoft. L’impresa di affrontare Sony ad armi pari su un terreno alla soglia del monopolio, e addirittura scavalcarne la supremazia per larghi tratti della scorsa generazione, non era preventivabile da nessuno, e sfido chiunque a dire il contrario senza mettere sul piatto la facile carta del “senno di poi”. Certo, Sony gli ha dato una grande mano con PS3, una console partita malissimo sia dal punto di vista della comunicazione, sia strutturalmente, vista la difficoltà palesata dalla maggioranza delle software house nel navigare tra le onde irrequiete del processore Cell e di un’architettura bel lontana dal concetto di amichevole. Ciò non toglie valore all’impresa compiuta da Xbox 360, che si è imposta nelle case di molti come luogo preferenziale per i titoli multipiattaforma, senza contare il novero di serie esclusive che hanno contribuito alla causa, come Halo, Gears of War e Forza Motorsport, giusto per citare tre celebrità pesanti.
Non so come sarebbe oggi il mondo dei videogiochi su console, se Microsoft, dopo il mezzo flop della prima Xbox, non avesse insistito pervicacemente sulla voglia di imporsi in un mercato dove lo spazio era risicatissimo. Di sicuro il gioco online extra-PC sarebbe indietro anni luce rispetto a ciò che è oggi. Di sicuro, poi, il monte ore che spendiamo su un videogioco sarebbe notevolmente più basso, senza il colpo di genio degli Achievement. Di sicuro, inoltre, non avremmo in mano una buona console come PlayStation 4, nata proprio dalla necessità di Sony di rincorrere in una gara che stava rischiando di perdere per troppa sicumera, come la lepre della favola di Esopo. Di sicuro, infine, non potremmo tenere in mano un controller spettacolare come quello di Xbox 360, dalle cui basi è nato quello comunque ottimo di Xbox One: due joypad che anche ogni PCista che si rispetti deve avere nel proprio armamentario. Mi spingo a dire che il pad di Xbox 360, se escludiamo dal giudizio la disastrosa croce digitale, è probabilmente la periferica migliore della storia per ergonomia e fruizione di alcuni generi (sparatutto e giochi di corse in primis), tanto che alcune soluzioni sono state giustamente “copiate” anche dalla concorrenza.
Per come è andata la scorsa generazione, e per le cose buone che ci ha regalato proprio in conseguenza della lotta che Microsoft ha imposto a Sony, fa quasi male vedere Xbox One arrancare sui gomiti. Avrei tanto voluto che l’attuale generazione fosse proseguita sulla stessa onda di quella precedente, ma Microsoft non sembra in grado di scrollarsi di dosso la polvere degli errori commessi in partenza, che per certi versi sono gli stessi di Sony ai tempi di PS3. Detto questo, se il futuro di Microsoft nel gaming è incerto, il passato è da ieri diventato glorioso e resterà scolpito nella storia di questa passione che ci unisce, e che deve andare oltre al fanboysmo cieco della console war e del PC Master Race. Xbox 360 è morta. Viva Xbox 360!