Non sono un grande fan di Blizzard, nel senso che gioco le loro robe sporadicamente, e l’unico titolo che mi ha veramente “preso” è stato Hearthstone (oltre a Diablo, che mi diverte ma certo non mi fa esplodere la testa). Quando uscì World of Warcraft, per dire, ero in piena fase EverQuest II, e dopo aver provato il MMORPG di Blizzard ricordo distintamente di aver pensato che la casa di Irvine avesse brutalmente copiato il titolo di SOE, riproponendolo tuttavia in chiave “easy” per attrarre il maggior quantitativo possibile di pubblico; tempo un mese e me ne tornai a Norrath, senza mettere più piede in quel di Azeroth. Detto questo, non fatico a riconoscere a Blizzard la capacità di partorire giochi impeccabili, confezionati con una cura e una costanza nel tempo che nessun’altra software house è mai stata in grado di mettere sul piatto. C’è poco da fare: ogni videogioco che esce dalla sua catena di montaggio è un successo annunciato e si erge a pietra miliare del genere, ferma restando la mia personalissima opinione di cui sopra sulla tendenza a “copiare” spesso il lavoro di altri (credo, ad esempio, che senza DOTA e League of Legend, Heroes of the Storm non sarebbe tra noi oggi). Per copiare, però, ci vuole stile, e Blizzard ha l’innata abilità di trasformare qualcosa di già visto in qualcosa di unico, persino quando imita se stessa senza osare troppo, come è accaduto con la serie StarCraft. Insomma, non sono un grande “fruitore” della produzione di Blizzard, ma porto la massima stima per il lavoro che svolge e ne comprendo le ragioni del successo planetario.
per la prima volta in vita mia sento addosso un hype smisurato per un videogioco di Blizzard
Hype, quindi. Il che mi fa pensare che se Blizzard è riuscita nell’impresa di far cedere il cuore anche a uno come il sottoscritto (che ha vissuto finora il rapporto verso i suoi prodotti con un certo distacco), forse c’è il rischio che Overwatch riesca a frantumare un buon numero di record, a patto ovviamente che il gioco mantenga le promesse nella sua versione finale. Dopotutto, i generi finora toccati da Blizzard non dico siano di nicchia, ma di certo non possono vantare una copertura come solo gli sparatutto e i titoli sportivi sanno fare. E poi ammettiamolo: chi, prima della BlizzCon di due anni fa, avrebbe mai pensato a un FPS da parte di una software house che aveva puntato tutte le sue fiches su RPG, RTS e MOBA? Io di certo no, ma ora non vedo l’ora di metterci le mani sopra e lasciarmi trascinare – una volta tanto – da un videogioco di Blizzard con lo stesso entusiasmo del più cieco dei fanboy.