Se tre indizi fanno una prova, negli ultimi giorni c’è stata una concentrazione di notizie singolari. Non strane, non inaspettate in sé e neanche chissà quanto importanti, ma messe insieme, come pezzi di un puzzle, iniziano a delineare uno scenario che può avere risvolti interessanti. Di cosa sto parlando? Di Sean Allen, o Dragonn, 24 anni, che vestirà la maglia del West Ham United, o di Mattia Guarracino, sempre classe ’92, che indosserà la storica maglia blucerchiata della Doria. Non sono impazzito e non parlo di calciomercato su TGM, o forse sì, fatto sta che i due giovani ragazzi entreranno a far parte dei due club come videogiocatori, dopo aver dimostrato sul campo virtuale la propria bravura col pad in occasione di tornei internazionali di FIFA 16. Non sono i primi, visto che nell’ultimo anno sia il Wolfsburg che lo Shalke 04, in Germania, hanno manifestato l’intenzione di avere delle compagini virtuali nei maggiori tornei del gioco di EA Sports.
Se la situazione nel calcio si fa interessante, l’altro motivo per cui sto scrivendo queste righe me l’ha dato ieri Sony, durante la presentazione di Gran Turismo Sport, che proprio nell’apposizione utilizzata nel titolo nasconde un universo di competizioni in collaborazione con FIA, la Federazione Internazionale Automobilismo. In pratica, senza star qui a fare lo spiegone, lo Sport Mode rappresenta un sistema fluido che permetterà, al momento solo in alcune nazioni (tra cui NON l’Italia, ma fino a novembre c’è tempo), di passare dalle competizione online alla pista, attraverso tornei online capaci di garantire una sorta di patente/wild card da utilizzare successivamente per correre su una vera macchina. Se in termini di sicurezza, soprattutto considerando il modello di guida di Gran Turismo, la cosa mi ha un po’ sorpreso, in realtà mi è bastato pensare a quanto bene poi han fatto i piloti della GT Academy per farmi tornare il tutto e pensare che, sostanzialmente, questo sia un passaggio abbastanza ovvio per la saga motoristica di Sony. Dunque, il futuro del calcio e dell’automobilismo passano per i videogiochi? Forse è presto per dirlo, ma di sicuro anche per i videogiochi.
Sono convito che gli eSport non possano prescindere dal coinvolgere le discipline più canoniche
Come al solito, in queste occasioni io sono estremamente ottimista, e sono particolarmente propenso a qualsiasi forma di diffusione del nostro passatempo preferito, per cui non vedo l’ora di scoprire l’evoluzione degli scenari. Spero, vivamente, che tutto ciò non si riveli solo una bolla di marketing e un modo, per i brand più famosi, di cavalcare l’onda del gaming facendo indossare divise personalizzate o tute storiche a ragazzi che, di fatto, la propria carriera negli eSport l’avrebbero avuta comunque. Sono convinto che si possa andare oltre e ammetto che il pensiero di avere una UEFA Champions League parallela dedicata a FIFA o di vedere in F1 un pilota che ha iniziato su GT, beh, un po’ mi piace.