La formula “love is many splendored thing” si mantiene sempre vera solo nel meraviglioso e incantato mondo dei videogiochi, dove la certezza di coronare con successo la propria avventura romantica è garantita. E anche quella di mantenere lo status quo, cosa non sempre facile. È vero, ci sono alcune eccezioni di rilievo, come il reciso rifiuto di Samara (Mass Effect 2) o il problematico rapporto con Morrigan (Dragon Age: Origins), ma sono, appunto, eccezioni.
Facciamo un passo indietro. Ho iniziato ad intrattenermi con “figurine” virtuali già ai tempi del secondo Baldur’s Gate, dove c’era solo l’imbarazzo della scelta tra il tragico personaggio di Aeire, la bellissima Jaheira e l’incrollabile Viconia. In verità ero interessato anche a Bodhi, una figura decisamente intrigante e che avrei affiliato volentieri al party, a discapito di una Imoen troppo “whiny” rispetto all’installazione originale. Ma sto divagando: quelle elencate si sono rivelate tutte conquiste “facili”, allori di un romantico videogiocatore in erba. Certo, qualche insidia era posta sul “cammino”, ma si trattava di pericoli perlopiù evidenti, come la prima offerta di un amore fisico suggerita dalla già citata Viconia, come da tradizione opportunista degli elfi scuri. Offerta assolutamente da rifiutare, in attesa dello sbocciare di un sentimento più profondo.
Shepard, Geralt e Hawke sono l’embodiment del successo, col loro sguardo “sono tanto bello, chi mi resiste donne?”
Anche Life is Strange, sostanzialmente una storia d’amore, si risolve per il meglio, posto che Max – cioè noi – si decida per l’ending positivo. Ed è meglio così, credetemi. In definitiva, è la soluzione preferibile per universi fittizi che, per quanto tentino di simulare il reale, debbono ricordarsi che è sempre opportuno offrire ricompense al giocatore impegnato nell’epica missione di salvare qualcosa. Dopotutto “It’s enough for this restless warrior just to be with you” (è sufficiente per questo guerriero irrequieto starsene semplicemente con te) – Can you feel the love tonight, Elton John.