Sei l’utente medio che legge solo il titolo e commenta a sproposito?

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24 novembre, Black Friday. In tutta Italia si vendono copie di Horizon Zero Dawn a 29,90 euro. Ma proprio ovunque, eh. Non ho controllato, ma sono certo che persino in farmacia ce ne fossero a scaffale. Internet è amico di tutti, ma quell’ora che avevo da aspettare tra una commissione e l’altra ho scelto di trascorrerla in un negozio di videogiochi di una grande catena di distribuzione. Non sono convinto che mi fosse necessaria l’ennesima conferma, ma nell’aggirarmi tra i cestoni dell’usato che proponevano il gioco di Guerrilla Games a 54,90 euro (usato l’ho già scritto? No perché nuovo stava a 29.90…), ho avuto modo di assistere a tre sketch piuttosto istruttivi.

Il primo vede protagonista un ragazzo di vent’anni, occhi turchini e giacca uguale (cit.), che in piedi davanti al bancone consegna una PS4 Slim e due giochi ancora incellophanati per avere in cambio una PS4 Pro a prezzo di favore. Il commesso, sulla quarantina, gli chiede: «Hai fatto il backup?». E l’altro: «Cos’è il backup? Il tuo amico ieri (leggasi: il tuo collega) mi ha detto che basta entrare col nick e non perdo niente». La discussione che n’è seguita si è conclusa con il mio intervento da deus ex machina per spiegare la differenza tra backup dei salvataggi e account PSN. Non che il commesso non la sapesse… solo che faceva fatica a mettere insieme le parole adatte a farsi comprendere.

La seconda storia ce la regalano un papà e due bambini di circa dieci anni, in coda davanti a me e dietro il ventenne. Il genitore chiede: «I bambini hanno due PlayStation… perché vogliono giocare tutti e due a GTA V. Però adesso vogliono farlo sullo stesso schermo. Se compro un abbonamento possono farlo?». Giuro: ha detto proprio così. Anche il commesso ha alzato il sopracciglio, non tanto perché due bambini di 10 anni avessero la libertà di trastullarsi con GTA – e figurati se si è permesso di dirgli che non è adatto alla loro età (eh… non ci sono più i negozianti di una volta. ndKikko) – quanto perché l’adulto ha parlato di “un” abbonamento. Quindi gli risponde: «No. Ne servono due». E di contro: «Due abbonamenti e giocano sullo stesso schermo? Ma come funziona? Si iscrivono e poi?». Al che mi son ben guardato dall’intervenire, per quanto da dietro al bancone notassi un certo desiderio che la cosa accadesse. Insomma: il padre di famiglia non ha capito come funzionasse, e se n’è andato probabilmente per tornare l’indomani, comprare i codici per l’iscrizione al PS Plus ai due pargoli e dimenticarsi delle sue responsabilità educative.

La terza perla la regala lo stesso commesso, un uomo robusto, brizzolato, leggermente sudato, che quando è toccato a me si è preso la maglietta sulla pancia tirandola verso l’esterno come per fare entrare aria fresca dal colletto. «Ciao. Senti, cercavo Horizon Zero Dawn. So che nuovo lo vendete a 29,90 euro… qui – agitando una versione retail – leggo 54,90 euro usato. Non è che magari c’è uno sconto anche sull’usato non pubblicizzato… chessò: 19,90?». E lui: «Ehm, no. Quello è il prezzo dell’usato. Non è in sconto. Però non ti conviene prenderlo usato, perché appunto, nuovo viene 29,90 euro, ma solo fino a lunedì… sai, il Black Friday… è un’occasione». E io: «Scusa, ma il 6 dicembre esce la Complete Edition a 50 euro. Il DLC costa 19,90 euro sullo store: 29,90 + 19,90 fa il prezzo della complete… non è una grande occasione, cosa dici?». Lui digita qualcosa sulla tastiera, guarda nella bacheca a fianco della cassa, e mi fa: «Comunque non ne ho più, li ho venduti tutti tra ieri e oggi. Quindi se lo vuoi c’è solo usato a 54,90 euro. Però se fai la tessera posso vendertelo a 49,90 euro». Incuriosito dalla direzione dello scambio, gli chiedo quanto costi iscriversi al loro club, quasi sicuro della gratuità. Ma lui, senza scomporsi, risponde: «16 euro, e per un anno puoi fruire di tutte le nostre promozioni riservate». Insomma, considerati i casi umani precedenti al mio, è tutt’altro che peregrina l’ipotesi che sia riuscito davvero a vendere a qualcun altro una copia usata di Horizon Zero Dawn a 49,90 + 16 euro per un totale di 64,90 euro, contro i cinquanta della versione completa di DLC in uscita il 6 dicembre.

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noi che scriviamo di videogiochi come lavoro, a quale pubblico ci rivolgiamo?

In questa cornice di nonsense, voglio allora proporvi una riflessione sciuè sciuè: ma noi che scriviamo di videogiochi come lavoro, a quale pubblico ci rivolgiamo? Noi che arriviamo ai titoli di coda prima di partorire una review, noi che abbiamo un editor che si occupa di perfezionare i pezzi da un punto di vista grammaticale prima di pubblicarli, noi che facciamo screenshot senza prenderli dai press kit o da internet, noi che prima di uscire con un’opinione decisa su di un argomento ci confrontiamo attorno a un tavolo, noi che facciamo millemila chilometri in aereo per intervistare questo o quell’altro sviluppatore e proporre un contenuto inedito… a quale lettore parliamo? A quello che non sa cos’è un backup? Al genitore che mette in mano due PS4 ai suoi pargoli e non sa nemmeno cosa significhi co-op? Al commesso che lavora 12 ore al giorno per un tozzo di pane e non ha l’ardire di sconsigliare un gioco PEGI 18+ a dei minori?

No perché troppo spesso sembra proprio che la risposta sia “sì”. Nel leggere molti dei commenti su Facebook sembra davvero che l’utente medio sia poco distante dai modelli appena presentati. Gente che si limita a leggere di fretta il cappello – e a volte nemmeno a quello – ma prontissima a dire: «Male TGM, questa volta non ci siamo. Cattivi, cattivi, cattivi!»; «7.8? Al massimo 6.3: venduti!»; «Questi articoli sono una vergogna! Ho letto solo le prime tre righe e ho smesso per l’indignazione!». Non tutti, eh, ma una certa fetta sì. E se vogliamo entrare nel merito con un esempio, prendiamo la recensione del discutissimo Star Wars: Battlefront 2. Giorni a parlare di microtransazioni, loot box e stampa incapace di prendere posizione, con centinaia di messaggi pieni di maiuscole, punti esclamativi e 1… poi esce un pezzo come quello di Mario di una qualità fuori dal comune per analisi, argomentazioni, fonti, lessico e sintassi, che incassa solo 7 commenti, di cui uno che si limita a criticare il voto dicendo che è di un punto più basso rispetto a quello che avrebbe dovuto essere secondo lui. E allora parliamoci chiaro: perché sforzarsi tanto, se poi vincono piattaforme del calibro di Bored Panda? Perché non limitarsi all’embed di qualche youtuber semi famoso, o a generare titoli acchiappa click al solo fine di incuriosirvi, ché tanto poi non lo leggete uguale ma almeno abbiamo evitato di perdere ore davanti alla tastiera del PC? Discutiamone. Discutiamone se siete arrivati a leggere fin qui. Altrimenti vi meritate Favij: intrattenimento brainless da TV preserale. Altrimenti ce lo meritiamo tutti, noi compresi.

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