Tales of Arise – Recensione

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Al netto di missioni principali che seguono con ritmo incalzante, le quest secondarie invece si rivelano classici compiti da postino

Tante saranno le attività secondarie a cui potremo dedicarci, dal curare persone ferite durante la strada, la sempreverde pesca, dedicarsi ad un agriturismo per allevare animali, liberare passaggi prima ostruiti grazie alle abilità di un dato personaggio, allenarsi nell’arena per ottenere oggetti preziosi e accettare quest secondarie. Queste ultime purtroppo sono una nota negativa, perché tutte si riconducono a sconfiggere qualche decina di zeugle, consegnare cibo e classici compiti da postino. Meglio la ricerca dei diversi gufi in giro nella mappa, che ci regaleranno oggetti cosmetici e – in più – una volta scopertone un certo numero potremo fare una capatina nel regno dei gufi e chiedere udienza al Re e alla Regina Gufo che in base al numero trovato ci ricompenseranno con oggetti rari, un po’ come capitava con i cuccioli dalmata in Kingdom Hearts. Questi oggetti rari saranno fondamentali per la creazione di armi uniche dal fabbro.

Chiediamo umilmente udienza al Re e alla Regina Gufo.

QUALCHE SCONTRO PECCA IN TERMINI DI BILANCIAMENTO

Un’altra piccola perplessità riguarda i bilanciamenti degli scontri con i Lord di Rena, che non si dimostrano mai così pericolosi – ad eccezione dell’ultimo – e lo scontro si basa sul semplicistico vantaggio dei punti vita dei Lord, anche venti o trenta volte più alti dello standard. Difficilmente mi è capitato di perire negli scontri con i Lord, trovando molto più difficili gli scontri con qualche grande zeugle o i vari mid-boss. Per questo mi sento di consigliare di giocare con un grado di difficoltà più alto del normale, giacché la sfida è sicuramente più impegnativa di altri capitoli di Tales of, ma già a metà del gioco si otterrà una padronanza tecnica e offensiva tale da essere in grado di sbaragliare tutti i nemici alla semplice pressione di un tasto.

Tales of Arise Recensione

Ad un certo punto potremmo occuparci anche di una fattoria e allevare gli animali. Perché? Perché sì.

Non mi dilungo sulle fasi finali, sicuramente molto più impegnative e con una risoluzione delle trama a mio avviso fantastica, dove la gioia sta proprio nello scoprire ora dopo ora dove condurrà la crociata ribelle dei nostri eroi, ma senza ombra di dubbio la cavalcata di Tales of Arise è arriva alla sua conclusione in modo strabiliante, emozionante e con la voglia di continuare a completare tutte le cose lasciate in sospeso e attivare anche gli artefatti endgame. Tale of Arise si è dimostrata una promessa mantenuta, un titolo glorioso, appassionante, che svecchia il franchise e lo lancia verso nuovo e brillanti orizzonti.

In Breve: Tales of Arise è una promessa mantenuta, un salto qualitativo impressionante per il franchise che si ritrova in un piano ben più alto di quanto ci si poteva aspettare. La direzione è quella giusta e nonostante le solite sbavature, la storia di Alphen e compagnia è un’avventura da gustarsi fino all’ultimo sorso per le decine e decine di ore di gioco che occorreranno per portarlo a termine.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: L’atmospheric Shader si comporta benissimo su PlayStation 5, con colori vivi, una dinamicità assoluta e nessun segno di rallentamento. Una goduria a cui associare il feedback aptico del DualSense.

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Pro

  • Un salto qualitativo impressionante / Ottima sceneggiatura e personaggi / I combattimenti sono esaltanti.

Contro

  • Quest secondarie imbarazzanti / Qualche dislivello nella sfida con i boss.
8.6

Più che buono

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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