The King's Man – Le Origini – Recensione

Dopo quasi due anni arriva finalmente al cinema The King’s Man – Le origini, film prequel dei due divertentissimi Kingsman firmato anch’esso da Matthew Vaughn, rimandato innumerevoli volte a causa del Covid-19 e finalmente in dirittura di arrivo. Una storia ambientata a inizio ‘900, con la Grande Guerra a fare da contorno alla nascita dell’agenzia Kingsman.

Questo The King’s Man – Le Origini è un film che sulla carta ha intenzioni chiare e distinte, niente sotterfugi o tranelli vari e missione cristallina: cambiare drasticamente il ritmo, adagiandosi su un tono molto più thriller, rendendo il tutto meno scanzonato e ilare, preferendo una contestualizzazione storica alla nascita dell’agenzia segreta Kingsman. Il problema è che dall’idea alla realizzazione qualche pezzo è andato perduto. Ecco dunque che la rilettura storica non tradisce la memoria, ma la pone sotto un’ottica inedita: i fatti che hanno portato ad accendere la miccia del conflitto bellico sono scaturiti da un misterioso gruppo di cui fanno parte i maggiori tiranni dell’epoca, tutti sotto la guida di un uomo che si fa chiamare Il Pastore, promettendo un futuro radioso se tutte queste personalità lo avrebbero seguito nelle decisioni geopolitiche da intraprendere.

matthew vaughn questa volta cambia il ritmo narrativo, preferendo al gusto pop e pulp, una contestualizzazione storica e dal sapore di thriller bellico

A contrastare questo misterioso gruppo, e ancor più sinistro leader, un manipolo di uomini e donne capitanati da un lord inglese che facendo voto di non violenza, decide di costruire una serie di “intelligence” riunendo tutte le domestiche e maggiordomi dei più grandi leader del mondo. D’altronde, perché ingaggiare spie, quando sono proprio queste figure quelle più informate degli affari segreti di primi ministri e presidenti mondiali?

the king's man le origini recensione

The King’s Man non è dunque la storia dell’agenzia agli albori, bensì una sequela di eventi che porteranno poi, solo nelle battute finali, all’ufficializzazione di queste rete già consolidata a cui si aggiungeranno gli agenti operativi sul campo. Perché dunque quell’introduzione che andava a sottolineare quanto l’idea fosse buona, ma mediocre la realizzazione? Presto detto. In qualche modo l’idea di cambiare il tono e calare gli eventi in contesti storici è un’operazione esagerata e accattivante: lo scontro di questi uomini contro il mistico Rasputin è forse la punta di diamante di un film che arranca più e più volte proprio nel ritmo e nel trovare un proprio baricentro.

Astenersi dunque euforia ilare, pop e pulp che ha contraddistinto i primi due film. Questa è un’operazione molto più simile alla natura di Rogue One, ovvero addentrare una storia in un contesto narrativo ben definito, calcando la mano sulla vera natura di quella storia, ovvero il fattore della guerra, il risvolto bellico al di fuori di Jedi e il potere della Forza. The King’s Man esegue la stessa operazione e Vaughn ripete l’esperimento effettuato con X-Men: First Class, dove i mutanti erano la chiave di Volta per la crisi dei missili di Cuba, agendo all’oscuro.

the king's man le origini recensione

Come già detto in apertura, l’esperimento è meritevole di attenzione, e crea a tutti gli effetti un possibile franchise spin-off dove l’agenzia si affaccia nei capitoli più oscuri e tristi della storia mondiale. Questo primo film ne è un esempio, ma nella sua durata, la gestazione degli eventi come della trama è davvero problematica. Irriconoscibile la regia di Vaughn che mette da parte la sua venatura pop/pulp per prediligere uno stile più asciutto, che sa regalare soddisfazioni nelle scene di azione, sempre ben coreografate e girate.

Il problema è nel contorno, nel ritmo altalenante che rende gli effettivi 130 minuti di pellicola un macigno pesante da digerire, lasciando una sensazione di aver percepito a un film tre volte più lungo. Nonostante tutto, la sensazione è di un pasticcio artistico comunque valido, un esperimento che merita l’attenzione per un giudizio assai esteso da ogni elemento del pubblico. Si nota comunque la voglia di addentrarsi in contesti storici cari al regista (Vaughn all’università ha studiato Storia antica e moderna) e letture inedite di questo calibro non sono nuove nel panorama. A peccare è giusto una realizzazione bislacca, che potrebbe far intendere a più di qualche problema nella realizzazione. Per fortuna a sorreggere tutto c’è un buon cast, in partire il sempre ottimo Ralph Fiennes, una certezza raffinata ogni volta che appare su schermo. The King’s Man arriverà nei cinema italiani il 5 gennaio 2022.

VOTO 6

the king's man le origini recensioneGenere: avventura, storico
Publisher: Disney
Regia: Matthew Vaughn
Colonna sonora: Dominic Lewis
Interpreti: Ralph Fiennes, Harris Dickinson, Daniel Bruhl, Djimon Hounsou, Gemma Arterton
Durata: 131 minuti

Articolo precedente
Assassin's Creed Valhalla Anno 2 Dawn of Ragnarok 06

Assassin's Creed Valhalla: le novità dell'Anno 2 – Anteprima

Articolo successivo
Halo Infinite videorecensione

Halo Infinite: ecco la nostra videorecensione dell'FPS di 343 Industries

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata