Per fermare in tempo l’espandersi di un’epidemia zombie al centro di Las Vegas, il governo degli Stati Uniti decide di isolare il focolaio con delle barricate. Un po’ come avveniva in 1997: Fuga da New York di Carpenter, in Army of the Dead lo stesso accade a Las Vegas che, nel corso degli anni, è divenuta ben più che una semplice prigione zombie, dato che questi ultimi si sono evoluti e hanno costruito un’intera gerarchia sociale dove a capo c’è l’alpha, il primo tra tutti, a dettare legge tra i suoi simili.
In questa folle cornice, un gruppo di sopravvissuti decide di tornare nella città per recuperare un bottino di cui è venuto a conoscenza: più di 200 milioni di dollari nascosti in un caveau. L’unico problema, oltre agli zombie, è la decisione del governo di porre fine al problema nuclearizzando la città. Poche ore, una rapina e orde di zombie alle calcagna.
Chiusa la parentesi DC con il suo ultimo saluto nel cut finale di Justice League, Snyder ritorna alle origini con Army of the Dead, bisognoso di liberarsi di catene produttive e vincoli contrattuali per tornare a fare qualcosa di più divertente, creativo e leggero. Conosciuto ai più proprio a inizio 2000 per il suo remake de L’alba dei Morti Viventi, Snyder torna quindi al mondo degli zombie, utilizzando il pretesto di una rapina in territorio infetto proprio per scalare, riassumere ed evolvere l’idea del Morto Vivente nata e cresciuta sul grande schermo.
In questa sorta di progressione si parte da quello lento e istintivo, per riavvicinarsi poi alla lettura degli ultimi anni delle creature feroci, veloci e mosse da qualcosa di più del semplicistico istinto della fame, per giungere alla creazione di una società zombie, capeggiata da un capo – una moglie gravida, l’allegra famiglia degli azzannatori – che non perde occasione per muoversi nella città con un copricapo di ferro, in sella a un cavallo non morto e una lancia nella mano. Fossimo stati nella Terra di Mezzo, non avrebbe destato sospetti; invece, in una città semidistrutta e abbandonata, la costruzione dell’immagine proposta è decisamente pacchiana e pomposa, ma ha allo stesso tempo di incredibile carica iconica.
army of the dead è un particolarissimo heist-zombie movie non privo di difetti, ma assai divertente e adrenalinico
Potremmo riassumere il film come un heist-zombie movie, sicuramente non tra le produzioni migliori di Snyder, ma estremamente divertente, funzionale e riuscito nella sua finalità da pop-corn movie.
Il problema alla base che stona continuamente è proprio il team di soldati, capitanati da Dave Bautista, talmente impalpabili e senza anima da rendere difficile affezionarcisi. In questi casi si opta per la scelta di gestire i destini di tutti questi con grande varietà e divertimento, ma Snyder è fin troppo magnanimo, regalando a tutti un piccolo assolo di personalità e background che poco si sposa con il contesto che hanno attorno. Tra tutti forse proprio Bautista è l’unico che ha una finalità emotiva rimodellata palesemente sul lutto di Zack Snyder alcuni anni or sono.
Il divertimento dunque è proprio nell’escalation in cui scopriremo minuto dopo minuto tutta l’organizzazione gerarchica degli zombie, non più intrappolati, bensì padroni di una città, con le proprie regole di convivenza tra le diversi varianti (quelli lenti, i più resistenti e i più veloci e agili), un vero parco giochi dove Snyder può operare a suo piacimento e costruire la sua zombie-opera. Se c’è qualcosa che accomuna ogni film del regista, è quella necessità – o voglia – di rendere grande, grandissimo ogni suo film; i più di 140 minuti si sentono tutti, in alcuni momenti in positivo e in altri in negativo, con la classica e immancabile apertura dei titoli di testa a narrare tutto l’incipit dell’infezione in pieno stile Snyder (ricordate l’apertura di Watchmen? Esatto).
Army of the Dead dunque è davvero un film corposo, pieno di immagini, che sembra impostare un preciso background per futuri sequel/prequel che, a quanto pare, sono già in cantiere; e, soprattutto, un rollercoaster di emozione, adrenalina e divertimento. Sicuramente non il migliore di Snyder, ma un segno tangibile della sua ritrovata voglia di sperimentare con il genere e finalmente qualcuno che usa saggiamente in un film “Zombie” dei The Cranberries!
VOTO 6.5
Genere: azione, fantascienza, horror
Publisher: Netflix
Regia: Zack Snyder
Colonna Sonora: Junkie XL
Interpreti: Dave Bautista, Ella Purnell, Omari Hardwick, Ana de la Reguera, Theo Rossi
Durata: 148 minuti