Il dramma dei film tratti dai videogiochi: sempre pronti a confrontarsi con le aspettative altissime dei fan, mentre corrono a folle velocità contro verdetti e critiche della stampa. Uncharted riuscirà dove in tanti, troppi hanno fallito?
E la risposta è subito un sì, con molteplici riserve.
La stessa esistenza di un film tratto da Uncharted è una sorta di controsenso: dato un materiale di partenza quale un videogioco fortemente cinematografico, che ha creato il suo successo e i suoi mondi anche grazie a una fortissima influenza cinematografica, come potrebbe sopravvivere nella realizzazione di una derivazione filmica tutta sua? E infatti non cerca la sopravvivenza per originalità, ma per costruzione da manuale.
Il film di Uncharted dunque non è un ottimo film, ma non è neanche un disastro, assestandosi in quella zona franca del “buon film” che probabilmente appena usciti dalla sala verrà già cancellato dalla memoria, ma non cade mai nel becero intrattenimento tedioso che irrita. Perché, diciamocelo, il problema dei film tratti dai videogiochi è che sono spesso irritanti, nel modo in cui cercano di rileggere alcune storie in modo assai discutibile e mai ampiamente sufficiente o nella forma in cui cercano fortemente di portare il VG al cinema, scordandosi che un adattamento è necessario dato che si attua la trasformazione da un medium all’altro, esattamente come capita con i film tratti da libri o fumetti.
Uncharted questo lo fa in parte e quando ci riesce è un bellissimo vedere, anche accattivante nel modo in cui, specialmente nelle fasi finali, si stacca totalmente dal sentiero conosciuto per creare qualcosa di suo, unico, patinato, quasi surreale, ma incredibilmente divertente.
a differenza di tanti altri colleghi di settore, il film di uncharted riesce a divertire senza troppo impegno, con una storia d’avventure che esplode definitivamente nell’ultimo atto adrenalinico
Il film invece zoppica quando cerca l’adesione e tra tutti a non farcela è proprio Tom Holland, troppo ancorato al quello stereotipo comportamentale del Peter Parker in casa Marvel, dunque ne perde una caratterizzazione che risulta fin troppo derivativa, discutibile anche nella declinazione cinematografica, perché in qualche modo l’intenzione e l’ispirazione maggiore è quella di creare un Indiana Jones moderno (la stessa ispirazione che, all’epoca, pervase gli studi Naughty Dog), dunque con luoghi esotici e cacce al tesoro, assieme a oggetti preziosi e indovinelli secolari, chiudendo con le classiche scorribande in tutto il globo.
Il logo ufficiale PlayStation a inizio film assieme alle case di produzione è anche una tacita affermazione di una politica che recentemente ha preso una strada chiara, specialmente con i prodotti esclusivi Sony: una narrazione crossmediale, la possibilità di usufruire di un franchise al di fuori delle console o anche del PC, dove tante ex esclusive stanno arrivando.
Dunque, in quest’ottica, l’operazione dietro Uncharted assume cornici più sinuose, si entra facilmente nelle corde del film che sin da subito non pretende una qualità altisonante e coniuga un matrimonio di stile e scelte sia tecniche che artistiche per arrivare al pubblico fan ma anche ai non appassionati (che, se vogliono approfondire di più, possono recuperare il videogioco).
Narrativamente è un calderone di elementi scelti con cura per poi plasmare una storia inedita, ma a differenza di altre produzioni, non si calca mai la mano su qualche scena in particolare, anzi si preme sull’acceleratore per arrivare allo spettacolare finale.
Uncharted è un film discretamente divertente che si presenta allo spettatore come un classico film d’avventura da manuale. I difetti, alla fine, sono tutti circoscritti nella semplicistica voglia di realizzare un film lineare, privo di intenzioni autoriali o qualità davvero estreme. La stessa gestione del personaggio di Antonio Banderas è la testimonianza di tutto ciò: accreditato, ma quasi assente per gran parte del film. Errore o taglio al montaggio?
I fan videoludici possono stare tranquilli, l’operazione è intelligente, non getta fango su nulla, ma non sarebbe male in futuro, magari in un sequel che crei qualcosa di più originale, riuscire a far vivere il personaggio al di fuori delle derivazioni native e creare un secondo filone di successo al cinema. A oggi è solo una piacevole parentesi, nulla più.
VOTO 6.5
Genere: azione, avventura
Publisher: Sony/Warner Bros
Regia: Ruben Fleischer
Colonna Sonora: Ramin Djawadi
Interpreti: Tom Holland, Mark Wahlberg, Antonio Banderas, Tati Gabrielle, Antonio Banderas
Durata: 117 minuti