Dopo The VVitch e The Lighthouse, Robert Eggers si è imposto a livello mondiale come uno dei più promettenti registi sulla piazza. Ad appena 38 anni, arrivato al suo terzo film, Eggers si confronta con la produzione ad alto budget, uscendo dalla comfort zone dell’horror sperimentale, per affrontare l’epica narrativa, sporca e viscerale. The Northman ci porta in terra vichinga, ripercorrendo le gesta di Amleto (non esattamente il personaggio di Shakespeare, bensì quello partorito dallo storico danese Sàssone Il Grammatico, da cui lo scrittore e poeta inglese trasse ispirazione per la sua versione) e della vendetta per l’assassinio del padre.
Come già detto poco fa, è bene sottolineare la natura ad alto budget del progetto, di fatto una novità per il regista, dato che le sue opere precedenti hanno avuto a disposizione budget esigui, a cui però si poteva associare un controllo totale sia della produzione che della deriva narrativa. Questa volta Universal distribuisce in tutto il globo e investe il triplo del budget a cui il regista è abituato, cosa che rendere l’obiettivo finale della produzione assai diverso da quello del regista.
The Northman sul fronte creativo è di una bellezza disarmante. Nel momento in cui molti blockbuster si presentano al cinema con una patina estetica sempre troppo perfetta ed estremamente finta (ma almeno in Ambulance ci si ricorda di quanto sia necessario far sporcare gli attori), The Northman affonda le mani nell’epica riempiendo di sangue, fango e fumi allucinogeni ogni attore, e gli stessi si inebriano di questo rapporto con la terra e il sangue su di essa versato.
Anche questa volta, l’epica si mescola al fantastico nella realizzazione di un’opera soppesata saggiamente e che non pende mai a favore né di un realismo estremo, né tanto meno di una deriva eccessiva verso il fantastico. Le gesta di uomini e donne sono sorretti da un velo di magia e stregoneria, che forse è davvero concreta e non mera superstizione; tutto questo è sempre e solo puntellato, senza andare mai a intaccare la narrativa, mentre a beneficiarne è l’impianto estetico, che vede convivere il gotico pesante accompagnato dalla furia violenta dei vichinghi, e rappresentazioni immaginifiche degne delle epiche dei grandi bardi e narratori sopraffini, tra cui possiamo senza problemi annoverare anche Eggers stesso.
una storia di epica vichinga, con un cast perfetto, muscolare e viscerale. The Northman è un cinema di frasi eteree e immagini sontuose
La sua costruzione dell’immagine, assieme alle dinamiche narrative e nel modo in cui le stesse si plasmano all’aspetto tecnico, è qualcosa che si riconosce con una forza travolgente. Tecnicamente e narrativamente The Northman è un portento, ma cade quando entriamo nel territorio delle ambizioni e degli obiettivi.
Il più grande difetto del film è proprio la sua identità, scolpita nella roccia, riconoscibile e viva, ma troppe volte tenuta a freno, questa volta a causa della necessità di coniugare una visione autoriale a delle esigenze di distribuzione.
Il film è violento, ma non è mai troppo violento, puntella elementi, ma non li approfondisce mai seriamente e quando siamo di fronte a una totale esplosione di alcuni eventi o situazioni, arriva la doccia gelata che ci riporta sulla linea di partenza. The Northman dunque è molto confuso su cosa voglia essere, impossibilitato ad avere un’identità matura e chiara per l’evidente necessità di arrivare ad un pubblico più ampio possibile, andando oltre la già nutrita nicchia di appassionati del cinema di Eggers.
Un difetto che si espande a macchia d’olio su un film assolutamente non brutto, ma quello con più limitazioni e compromessi. Mettendolo a confronto con i due precedenti, si evince come – molto probabilmente – lo stesso regista avrebbe voluto spaccare letteralmente tutto (e le qualità per farlo le ha), ma è stato necessariamente trattenuto, freno a mano inserito. Meglio nel terreno delle produzioni più piccole e a basso budget, dove il genio di autori di questo calibro può esplodere senza preoccuparsi delle conseguenze. The Northman non è dunque assolutamente un’opera non riuscita, anzi trasuda epica e sporcizia viscerale da ogni fotogramma, ma è forse quella da non rivedere se si vuole assistere a un Eggers al 100%.
VOTO 7.5
Genere: azione, thriller
Publisher: Universal Pictures
Regia: Robert Eggers
Colonna Sonora: Sebastian Gainsborough
Interpreti: Alexander Skarsgard, Nicole Kidman, Claes Bang, Anya Taylor-Joy, Ethan Hawke, Bjork, Willem Dafoe
Durata: 136 minuti