Nel multiverso di casa Marvel non c’è mai un momento di tranquillità per i suoi eroi, e dopo l’apertura in Spider-Man No Way Home tocca proprio a Doctor Strange cominciare un viaggio tra le diverse realtà per porre rimedio ai classici squilibri tra gli universi, questo mentre Scarlett Witch amplia tanto i poteri quanto i desideri sinistri e nuovi giovani eroi fanno la loro entrata, anche se ancora devono capire la portata delle loro abilità. Ed è un bene aver visto WandaVision per collocarsi geograficamente all’interno del tessuto narrativo…
La paura principale per questo film era che potesse costituire la rampa di lancio per i desideri reconditi dei fan che si adoperano in fantacasting di ogni variante dei supereroi più amati, facendo partire campagne di petizioni su internet e i diversi social. Marvel, che conosce la portata di vendita di prodotti del genere, non poteva scendere nella trappola di promesse realizzate a discapito di una qualità totalmente altalenante nel suo universo cinematografico, e dato che questa Fase Quattro è quella più ampiamente sperimentale (e la freddezza dei fan verso prodotti ottimi quali Black Widow e Shang-Chi ne è la dimostrazione lampante) è stata con cristallina arguzia la decisione di richiamare qualcuno che ha contribuito negli anni 2000 a costruire l’idea di cinecomics, Sam Raimi.
Se The Suicide Squad è un film che sprizza James Gunn e il suo retaggio alla Troma da ogni poro, Doctor Strange Nel Multiverso della Follia è un prodotto Marvel su cui Raimi lascia piombare senza filtri il suo marchio. Pur non avendo firmato la sceneggiatura, il film riempie lo schermo di estetica macabra e oscura, sinistra e disgustosa che ne costituisce una delle vene registich , relegandosi anche piccole parentesi tra il body horror e lo splatter. Insomma, purnon essendo ai livelli di un La Casa 2 o L’Armata delle Tenebre, stile registico e costruzione delle scene hanno una forza e briosità del tutto unica e riconoscibile. La forza trascinante è proprio nel ritmo con cui Raimi detta gli eventi del film, tanti ma sempre cristallizzati in momenti ben specifici. Una macchina costruita e oliata a dovere, quasi senza sbavature. Quasi.
Non siamo ai suoi massimi livelli, ma Raimi riesce a imprimere il proprio stile e sperimentare ancora una volta, con grandi risultati, nel genere cinecomics
Raccordandomi all’incipit, è quasi assurdo constatare come la parte più debole del film sia proprio l’incursione del gruppo degli Illuminati. Una parte trainata con chiare forzature e un risultato che – nonostante la gioia momentanea di fugaci apparizioni, varianti, attori ed eroi – stona all’interno della partitura orchestrata e musicata da Raimi (e il fido Danny Elfman). D’altra parte, la chiusura di questa parentesi ha il sapore di uno schiaffo morale dello stesso regista, quasi a bacchettare le mani di chi pensava che bastasse riempire di camei un film per decretarne la riuscita.
Con la giusta ironia registica e caratteriale che lo contraddistingue, Raimi fa emergere e gestisce con caparbietà ogni criticità rendendola integrata nel film e gestendola al meglio delle possibilità. Insomma, non butta via assolutamente nulla, riuscendo a dare nuova vita a qualunque cosa gli passi sotto le mani, Bruce Campbell compreso.
Come per Spider-Man No Way Home, anche Doctor Strange Nel Multiverso della Follia è un film estremamente semplice nella realizzazione, che trova nelle “sorprese” le complicazioni narrative, tutte funzionanti e ben innestate, ma alcune terribilmente ridondanti.
Alla fine, però, chi si preoccupava che questo fosse uno dei film Marvel più “brevi” può viaggiare in un Multiverso di pura tranquillità. Capitano eventi a ripetizione e insistere proprio sul concetto multidimensionale avrebbe potuto far perdere la bussola e gettare il film in un mare in tempesta, ma al timone c’è Raimi, che con saggezza e professionalità porta il vascello in un porto sicuro, tra turbolenze oscure e tantissimi gradevoli momenti.
Ben venga questa sperimentazione nell’Universo Marvel, una ventata di aria fresca da respirare a pieni polmoni dopo più di dieci anni di prodotti produttivamente standard.
VOTO 8
Genere: azione, fantastico
Publisher: Disney
Regia: Sam Raimi
Colonna Sonora: Danny Elfman
Interpreti: Benedict Cumberbatch, Elizabeth Olsen, Chiwetel Ejiofor, Benedict Wong, Xochitl Gomez
Durata: 126 minuti