Nell’anno domini 2004, all’incirca sul finire del mese di agosto, i miei stavano per partire per una sorta di tour romantico – con destinazione Fano – alla ricerca di stampe da collezione e di una striscia di sabbia su cui riposare le stanche membra per una manciata di giorni. E finalmente! Io? Io me ne sarei restato a casa, bagnato dalla confortevole frescura di fine estate, in quei dì in cui il cielo, qui nella bassa bergamasca, è color zaffiro, e le giornate si accorciano verso un autunno incipiente pur senza essere letteralmente fredde.
Ricordo ancora distrattamente gli ultimi, “frenetici” momenti prima della partenza. Al solito, mi trovavo davanti al PC; l’entusiasmo era stelle, la mia attenzione interamente concentrata sull’ultimo “gioiello” appena assemblato: un fiammante processore AMD con 1GB di memoria RAM e una Titanium 4200 sotto il case, con le ventole che ruggivano come un camion in salita insù per la collina che s’inerpica dietro casa mia. Ricordo ancora le ultime ficcanti raccomandazioni (sul gas, sull’acqua, sul corretto tempo di cottura dei cibi), e rammento anche due baci veloci stampati sulle gote della mamma. Tutto colto in maniera periferica, come un disturbo audio appena percettibile che interferiva sulla trasmissione – ipnotica, irradiante e ininterrotta – che proveniva dallo schermo rigorosamente LCD, maestoso per via di quei 17 pollici.
in quel momento mi “trovavo” a Gnisis, stupefatto e assorbito dalla multiculturalità di quella bella cittadina
E nemmeno mi vergogno a raccontarvi tutto questo, quasi fossi un paziente supino sul lettino che è questo editoriale. E a voi, miei psichiatri collettivi, racconto delle mie follie, delle scelleratezze, delle stronzate (perché no!) fatte per i videogiochi, come quell’anno, credo il 1999, in cui bruciai un intero pacchetto di vacanze natalizie per immergermi completamente nell’universo di Riven, meravigliosa avventura concepita dalla genialità dei fratelli Miller e dal team Cyan. Circa 10 giorni di enigmi spaccacervella e paesaggi mozzafiato che ruotavano e scattavano anche durante la fase REM, laddove trovavo sovente la risoluzione ai quei puzzle che da sveglio continuavano a tenermi in scacco.
Circa 10 giorni di enigmi spaccacervella e paesaggi mozzafiato che ruotavano e scattavano anche durante la fase REM