Particolare e apprezzabilissimo film
L’ora più buia di Joe Wright, perché alla razionale semplicità della storia proposta – chiaramente impossibile da cambiare ai fini narrativi – arriva in soccorso il cavallo da battaglia Gary Oldman, con un’interpretazione di pregevole raffinatezza. Sigari, pancia, bagno personale e whiskey,
il Churchill di Gary Oldman è tanto sotto pressione per l’avanzata di Hitler in Europa, quanto un bonario simpaticone che non perde occasione per gettare ironia sul suo importante ruolo, nonostante la totale sfiducia delle persone che ha attorno.
L’ora più buia è un film angusto, claustrofobico e fatto di spazi chiusi, dove si riflette più volte il fumo del sigaro di Churchill. Cosa fare? La guerra imperversa e ci sono tante soluzioni sul tavolo delle trattative, ma nessuna di queste sembra giovare alle sorti del paese e della Corona; oltre alla pressione politica, Churchill si troverà difatti a dover gestire anche quella di Re Giorgio VI.
L’ora più buia è un film angusto, claustrofobico e fatto di spazi chiusi
Sono tanti gli eventi narrati in quel piccolo arco di tempo che fa da scenario al film (una decina di giorni circa, nel maggio 1940), peraltro proprio nel pieno dell’Operazione Dynamo raccontata in
Dunkirk di Christopher Nolan.
Partendo proprio da questo evento, percepiamo l’incredibile potenza intrinseca del film, ovvero la capacità di narrare modi, pregi e difetti di un uomo che, nel momento più buio, ha saputo sia andare contro i pregiudizi di cui era bersaglio da parte di molti, sia rendersi responsabile delle proprie azioni, sia lasciare una firma importante nella Storia del paese e dell’umanità tutta.
L’ora più buia esalta quindi il lato umano di un personaggio che si erge a protagonista di un delicatissimo momento storico: un uomo che, nonostante non abbia avuto la fiducia di nessuno, è riuscito nell’impresa disperata di opporsi alle truppe naziste e di dare speranza a un mondo ormai prossimo ad affacciarsi agli orrori della guerra. Insomma, siamo di fronte a un film caratterizzato da una certa eleganza registica, da grandi valori e da tante parole.
Gary Oldman ci offre un’interpretazione di pregevole raffinatezza
Gary Oldman, come detto, è semplicemente titanico nell’interpretazione. L’attore britannico è certamente uno dei migliori della sua generazione: qui assorbe ogni sfumatura comportamentale di Churchill e lo rende vivo oltre ogni immaginazione, tanto che la sua performance rappresenta il più alto valore del film. Certo, gli altri attori non sono da meno (da segnalare Ben Mendelsohn nei panni di Re Giorgio VI), ma
L’ora più buia è un lungometraggio cucito palesemente attorno alla capacità interpretativa di Gary Oldman, a tal punto che il fuoco sul personaggio risulta a tratti persino forzato; tuttavia, la realizzazione finale è così raffinata da scacciare ogni altra distrazione superflua.
Un invito finale: se interessati ai complessi rapporti tra Churchill e la Corona, vi consiglio di recuperare la prima stagione di The Crown, una serie TV originale Netflix.
Voto 7.5
Genere: storico
Publisher: Universal Pictures
Regia: Joe Wright
Colonna Sonora: Dario Marianelli
Interpreti: Gary Oldman, Kristin Scott Thomas, Ben Mendelsohn, Lily James
Durata: 114 minuti