Inkulinati – Recensione

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Ci hanno sempre raccontato di un medioevo serioso, fatto di araldica e cavalieri, di endecasillabi e di trattati in una lingua che non era quella del volgo. Inkulinati invece è una cosa diversa: non il lauro di Dante Alighieri, ma i vizi e gli eccessi di Cecco Angiolieri.

Sviluppatore / Publisher: Yaza Games  / Daedalic Entertainment Prezzo: € 24,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Locale PEGI: +7 Disponibile su: PC (Steam, GOG), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch Data d’uscita: 22 febbraio 2024

Il gioco nel Medioevo era una componente fondamentale nelle vite di tutti, l’unica forma di escapismo possibile fatta salva, forse, la preghiera Se ne ritrovano testimonianze abbondanti anche in quella che l’uomo di oggi etichetta come “Cultura Alta”, e perfino nella Commedia di Dante trova spazio il gioco della Zara.




Da questo punto di vista Inkulinati è più simile a un’operazione filogica, un tentativo di ricostruire e interpretare correttamente un passato fatto di meme ante litteram scarabocchiati a margine di manoscritti più seri. Lo dicono le FAQ stesse del gioco:per l’umorismo infantile, per quelle bestie che in-game del cul fanno trombetta, bisogna dare la colpa ai nostri antenati. O il merito, in realtà.

 PACE NON TROVO, ET NON Ò DA FAR GUERRA

 Fatti non foste a viver come bruti. Anche nel cuore degli scontri, anche quando il campo di battaglia diventa davvero un inferno dantesco, Inkulinati non tradisce mai il ventiseiesimo canto. Sotto quella direzione artistica ripresa dai marginalia medievali e l’umorismo da tredicesimo secolo l’opera che sembra non prendersi mai sul serio nasconde una profondità nel ragionamento insospettabile. E spesso pure perfettamente contestualizzata, quasi diegetica: durante il Viaggio – quella che di fatto è la modalità storia – l’inkulinati che fa da avatar al giocatore si annoia se è costretto a disegnare sempre le stesse miniature, e tanto più spesso le disegna tanto più inchiostro costano. La soluzione è non ingabbiarne l’estro, dargli la possibilità di spaziare  man mano che l’esperienza di gioco va avanti ruotando tra le creature che si sbloccano o affrontando quando si palesano le sfide tra bestie, incontri che azzerano tutti gli indicatori di noia sulle miniature.

La prova che gli amanuensi medievali avevano già scoperto l’oppio.

Il modello di design cui si rifà Inkulinati è per buona parte quello degli “SlayTheInspired”, di quei giochi più o meno liberamente ispirati al classico moderno di Mega Crit. Non c’è un mazzo di carte in questo caso, ma la differenza è puramente di linguaggio, come se stessimo paragonando il Decamerone di Boccaccio ai Canterbury Tales di Chaucer. Cambia la lingua e cambiano i fonemi, ma la struttura è sostanzialmente quella: reliquie che elargiscono dei bonus durante gli incontri, bivi che costringono chi sta giocando alla scelta tra mercanti per trasformare l’oro in potenziamenti, taverne dove recuperare salute ed eventi pseudo-casuali dove al gioco di strategia si affianca in un certo senso quello d’azzardo. Il bilanciamento è certosino, da monaci amanuensi ossessionati dalla responsabilità che i loro scritti rispettino alla lettera i testi originali. A volte ci si limita alla copia del tomo originale, per esempio per tutto quello che riguarda le fasi fuori dagli scontri. Altre volte invece si aggiunge, si arricchisce con note ai margini che spiegano e approfondiscono, si tratti dei tutorial nell’Accademia o semplicemente di nuove idee scritte con la china sulle pergamene di gioco.

TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE

A differenza delle miniature in-game in Inkulinati più si disegna e più diventa facile fuggire dal vizio capitale dell’accidia. Alle volte diventa più facile incorrere in quello dell’ira, però. Non per cause legate al battle system o alla difficoltà, ma per alcuni difetti congeniti nell’interfaccia di gioco. Giocando con mouse e tastiera non è possibile eseguire lo scroll dei popup più lunghi relativi alle bestie sbloccabili, mentre di contro l’esperienza con il controller – difetto congenito del genere – è in generale più macchinosa. Ma il problema principale riguarda le fasi di battaglia: è possibile ingrandire in modo tutto sommato libero l’area di gioco, a differenza dell’azione contraria che invece condanna gli elementi più periferici rispetto all’azione a rimanere fuori dall’inquadratura in alcune fasi. Altre volte invece il menu in alto con gli aiuti e le impostazioni si sovrappone alle caselle su cui si vorrebbe disegnare una miniatura, e non c’è possibilità di spostare la telecamera dato la sua gestione tendenzialmente lockata. Un’inquadratura libera avrebbe molto probabilmente estirpato entrambi i problemi alla radice. È un gran peccato, perché alle difficoltà più alte dell’esperienza l’impossibilità di giocare la mossa che si ha in mente crea un’inutile frustrazione, che nelle partite in multiplayer (per ora solo locale) contro un giocatore umano può anche trasformarsi in qualcosa di peggio come una sconfitta immeritata.

Dante’s Inferno me lo ricordavo diverso su PS3…

Un altro aspetto in cui Inkulinati è ingannevole quanto il primo verso di un famoso sonetto di Dante è proprio la scrittura. In senso letterale, nelle parole che compaiono in cima alla pagina durante i duelli tra Inkulinati. Il gioco è localizzato in italiano – i dev sono addirittura consapevoli di come suona la parola Inkulinati in italiano –, ma quei testi vengono comunque vergati in inglese. Non rovina l’esperienza, si tratta semplicemente di marginalia di marginalia, annotazioni a latere della battaglia in corso che ne descrivono gli avvicendamenti con un piglio ironico, ma dovendo proprio vestire i panni dell’Inquisizione è uno dei pochi difetti che si possono recriminare all’opera di Yaza Games. Inkulinati riesce comunque a movere il sole e l’altre stelle, e le parole appena spese sono destinate a diventare obsolete all’uscita della patch che correggerà anche questi difetti. Quello che resta è invece il lavoro di riscoperta dell’attitudine al ludo dell’uomo medievale, portata avanti da uno studio polacco deciso a ricordarci che anche la nuova arte, il videogioco, spesso e volentieri trova terreno fertile qui nel Vecchio Continente. E nessuna scoperta delle Americhe metterà mai fine a questo Evo.

In Breve: Inkulinati è una lieta novella che diverte e a suo modo insegna, uno strategico riuscito e abbordabile anche per chi non bazzica abitualmente il genere ma che nasconde diverse sorprese sotto lo strato di inchiostro delle sue sarcastiche miniature.

Piattaforma di prova: PC
Configurazione di prova: AMD Ryzen 7 5800X, 80 GB di RAM, GeForce RTX 4070, SSD
Com’è, come gira: A parte la UI che fa un po’ di bizze con l’inquadratura non ci sono problemi di performance da segnalare. Anche perché insomma, è uno strategico 2D.

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Pro

  • Artisticamente indiscutibile / Gameplay a orologeria / Conigli che fanno le scoregge

Contro

  • Qualche difetto minore a livello di UI
8.5

Più che buono

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