Medal of Honor: Above and Beyond – Recensione

PC VR

L’ottima recitazione e il fantastico accompagnamento sonoro elevano conversazioni scanzonate ma a tratti stereotipate

Oltre ad essere una scelta orientata al comfort, questa parcellizzazione serve a ridurre il carico computazionale: il titolo Respawn è ricco di ambientazioni molto dettagliate che pesano sui requisiti hardware, infatti con il mio portatile dotato di RTX 2070 Super e Intel i7-10750 da 2.60 Ghz, sono incappato in un paio di situazioni in cui ho dovuto abbassare il livello di dettaglio da “Alto” a “Medio”. Considerazioni tecniche a parte, soprattutto non ho gradito il frazionamento dell’azione; certo, ne guadagniamo in variabilità grazie a situazioni e “mini-giochi” limitati a un singolo livello, ma ho preferito quando le sezioni sono unite da un filo conduttore, come per esempio “libera il cortile esterno del palazzo” per poi passare a “combatti all’interno del palazzo” e finire con “scappa a gambe levate dal palazzo!”.

La campagna francese, i soldati nazisti che ci sparano addosso… Above and Beyond mi ha davvero fatto sentire a casa.

Dopo le missioni iniziali, la campagna trova il giusto equilibrio tra livelli a se stanti e scene più articolate

Come dicevo qualche riga fa, questo bilanciamento tra situazioni a sé stanti e scene più articolate trova il giusto equilibrio nella seconda metà della campagna, la quale ci presenta anche una sfida maggiore data da una quantità di nemici più elevata e più variamente armata. Come gunplay, Medal of Honor: Above and Beyond si pone sulla tradizione degli shooter dove paga uno stile veloce e impavido da cowboy caciarone, e i momenti di pausa sono per lo più dettati dal bisogno di recuperare le forze dopo essersi beccato qualche pallottola in corpo. Se si tratta di ferite lievi, basta aspettare qualche secondo e passa la paura, altrimenti dovremo iniettarci una magica sostanza curativa (la cui composizione dev’essere andata proibita dagli accordi di Yalta) che ci farà tornare come nuovi. Uno dei vantaggi della seconda guerra mondiale, almeno per le riproposizioni videoludiche, è che il volume di fuoco delle armi in uso era ben lontano da quello del giorno d’oggi, e soprattutto variava di molto tra i vari modelli; in questo modo l’utilizzo, per esempio, degli SMG, risulta ben più indicato per la corta distanza, dove non serve un’accuratezza assoluta, mentre i fucili di più grande calibro si rivelano più efficaci da lontano, ma hanno una frequenza di sparo terribile.

NORDLYS

Ah, ma ho iniziato a parlare delle armi? Adesso ci divertiamo. Qua, signore e signori, è dove quei geniacci di Respawn Entertainment hanno calato l’asso pigliatutto e hanno reso l’esperienza di gioco del tutto imprescindibile per qualsiasi appassionato del genere, spremendo ogni fibra della realtà virtuale. In particolare, i meccanismi di ricarica diventano parte integrante del gameplay.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Una grande produzione AAA che sfrutta appieno la VR / Multiplayer dinamico e veloce / Grande varietà di ambientazioni / Ricaricare e imbracciare le armi è spettacoloso!

Contro

  • La prima parte della campagna ha un ritmo troppo frammentato / L’intelligenza artificiale non brilla.
9.2

Ottimo

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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