The Tomorrow Children - Recensione

PS4

Ormai è un dato di fatto: più un gioco è strano, assurdo e di nicchia, più mi piace. Se poi alle suddette variabili aggiungiamo anche qualcosa di inerente alla Russia comunista e ai meravigliosi poster di propaganda, allora il tutto rischia di diventare amore a prima vista, come fu per quel Pathologic che ancora mi porto nel cuore da più di dieci anni e per Papers, Please che aiutò non poco a sdoganare i videogiochi indipendenti nel 2013. Ebbene, questa volta è il turno di Q-Games, folle software house giapponese che in passato ci deliziò con la saga di PixelJunk e i remake di Star Fox (solo per citare un paio di titoli), che porta su PS4 uno degli universi distopici più affascinanti degli ultimi mesi, The Tomorrow Children.

SPASIBO TOVARISH

Dopo un esperimento nucleare finito male, l’intera Terra come la conosciamo è sparita nel nulla, e al posto di prati rigogliosi e dolci colline troviamo chilometri e chilometri di pianura composta da una sostanza grigia chiamata “The Void” che ha il brutto vizio di inglobare qualsiasi avventuriero si allontani troppo dai pochi centri abitati. Come se non bastasse, enormi esseri sono spuntati dal nulla e marciano per la piatta superficie con lo scopo di distruggere qualsiasi cosa si pari innanzi al loro vagare. Il governo russo, però, non si fa di certo abbattere da un’apocalisse del genere: per risollevare le sorti del pianeta ha creato dei Cloni di Proiezione, che non ho ben capito cosa siano ma immagino rappresentino qualcosa di simile ad automi, dalle fattezze di pallide bambine che, sfoggiando coraggio da vendere, si avventurano in isole sperdute alla ricerca di minerali per migliorare i pochi centri abitati. Noi, nemmeno a dirlo, vestiamo proprio i panni di una di queste donzelle: dopo un veloce tutorial veniamo gentilmente accompagnati in una delle tante città in cui sbatteremo duramente il muso sulle tante difficoltà verso la costruzione e difesa dei centri abitati.

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In poche, pochissime ore tutto diventerà estremamente ripetitivo

Per rendere grande le cittadine non sono poche le azioni da compiere: raggiungere isole in cui, a colpi di piccone, motosega e vanga, scavare alla ricerca di importanti risorse e tesori; portare il tutto ai magazzini; difendere le strutture da eventuali attacchi; riparare i danni; costruire nuovi edifici, risolvendo semplici enigmi logici; produrre elettricità, correndo su tapis roulant; infine, portare l’ordine dove esso manchi. Ahimé, in poche, pochissime ore tutto diventerà estremamente ripetitivo, e la presenza di altri giocatori non sarà così fondamentale per stimolarci nel continuare, giorno dopo giorno, a difendere la patria.

PERESTROJKA

Come potete immaginare, non basta uno stile grafico accattivante e fanfare sovietiche a trasformare The Tomorrow Children in un videogioco indimenticabile, eppure nella sua semplicità ho trovato il titolo di Q-Games per certi versi meraviglioso. Il segreto è che ogni meccanica rappresenta un piccolo spaccato di una società di regime, dalla necessità di lavorare per guadagnare “buoni” con cui acquistare attrezzi e armi che utilizzeremo – guarda un po’- per lavorare di più, a una vera e propria mancanza di comunicazione con gli altri giocatori, con cui dovremo comunque collaborare per portare avanti la baracca. Non voglio addentrarmi in uno scomodo discorso politico di cui, francamente, mi interessa ben poco, ma ho trovato illuminante il poter decidere cosa costruire, come disporre le strutture in città e persino che sindaco votare, ognuno con i propri bonus e malus, sperando che il resto della popolazione non abbia pensieri contrastanti, pena il fallimento totale della missione.

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The Tomorrow Children è giunto su PlayStation Store come Free to Play

Trattando The Tomorrow Children più come esperimento sociale che come videogioco “puro”, è impossibile non coglierne le grandi qualità, e quando – giustamente – ci stancheremo di ripetere le stesse azioni a prescindere dalla città visitata, potremo però conservare il ricordo di un titolo che ha saputo in qualche modo osare. La parte migliore? Il titolo di Q-Games è giunto su PlayStation Store come Free to Play, ma non mancano microtransizioni atte ad accumulare “dollari liberi”, valuta utilizzabile per corrompere guardie e compiere acquisti al mercato nero: azioni, queste, che facilitano non poco la vita delle giovani lavoratrici per periodi limitati. Non essendo comunque un gioco competitivo, a mio avviso tale pratica non risulta affatto un problema, data anche la possibilità di racimolare qualche dollaro da terra di tanto in tanto.

Installatelo, giocateci, siate catturati da un mondo morente governato da un regime comunista sovietico e, quando sarete stanchi, liberate spazio nell’hard disk, ma date comunque una chance a questo folle titolo, perché potrebbe riservare tante sorprese.

The Tomorrow Children, se classificato come videogioco “normale”, ha ben poco da offrire, e rischia di diventare un flop in pochissimi giorni. Se invece il titolo Q-Games viene trattato e vissuto come esperimento sociale può regalare momenti interessantissimi, immergendo il giocatore in una società puramente di regime comunista con tutti i pregi e difetti che ne conseguono. Data la sua natura Free to Play mi sento obbligato a consigliarlo a tutti, anche solo per passare un paio d’orette con in mano falce e martello.

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Pro

  • Ottima rappresentazione di società di regime.
  • Stile grafico minimale ma funzionale.
  • Free to play con microtransizioni.

Contro

  • Come videogioco ha poco da offrire.
  • Temo che non riesca a durare più di un paio di giorni sull'hard disk.
7

Buono

Si ostina pervicacemente a usare un portatile che non vorrebbero più nemmeno al Museo della Scienza e della Tecnica, oltre a vestirsi come Padre Maronno. Abita con un pappagallo che ha chiamato Chocobo, ma non crediamo abbia mai provato a cavalcarlo per davvero (o almeno c’è da sperarlo).

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