Ricorderete senz’altro la notizia che abbiamo riportato qualche settimana fa circa il licenziamento di alcuni membri chiave di ZA/UM, lo studio di sviluppo che ha dato i natali a Disco Elysium. In quell’occasione segnalammo la fuoriuscita dalla compagnia del game director Robert Kurvitz, della scrittirce Helen Hindpere, e dell’art director Aleksander Rostov. Poco dopo, Robert Kurvitz aveva avviato una causa contro la software house estone al fine di far luce su alcuni documenti nelle mani dei manager di ZA/UM.
Da allora la situazione si evoluta, per questo con l’articolo che state leggendo proviamo a fare un po’ di luce su ciò che sta accadendo. Nelle ultime ore, infatti, l’attuale proprietà di ZA/UM e due degli sviluppatori licenziati si sono lanciati pesantissime accuse reciproche. Da un lato, la proprietà accusa gli ex sviluppatori di comportamenti scorretti nei confronti degli altri dipendenti, dall’altro Robert Kurvitz e Aleksander Rostov ipotizzano una frode ai loro danni nella scalata alla proprietà di ZA/UM. Ma andiamo con ordine.
Nel pomeriggio di ieri, Robert Kurvitz e Aleksander Rostov hanno pubblicato una lettera aperta ai fan. Tramite il lungo post pubblicato su Medium, i due hanno provato a spiegare la vicenda dal loro punto di vista. Entrambi spiegano di detenere delle quote di minoranza nella compagnia estone denominata Zaum Studio OÜ, la quale possiede qualsiasi elemento immateriale riconducibile a Disco Elysium, tra cui ovviamente la proprietà intellettuale. Assieme a loro sono presenti anche altri azionisti di minoranza, mentre fino a non molto tempo fa la maggioranza delle quote azionarie era detenuta da Margus Linnamäe, un uomo d’affari estone che viene definito dagli stessi Kurvitz e Rostov come una persona ligia al dovere e leale nei confronti degli altri azionisti. Questo rapporto tra i vari azionisti è andato avanti senza particolari problemi fino al 2021, quando la quota di maggioranza nelle mani di Margus Linnamäe è stata rilevata da un’altra compagnia estone denominata Tütreke OÜ.
Da qui in poi partono le pesantissime accuse mosse da Kurvitz e Rostov, i quali dichiarano di avere le prove che queste quote di maggioranza siano state acquistate con metodi fraudolenti. “Crediamo che il denaro utilizzato da Tütreke OÜ per comprare le azioni di maggioranza sia stato sottratto illegalmente dalla stessa Zaum Studio OÜ,” dichiarano Kurvitz e Rostov. “Questo denaro apparteneva allo studio e a tutti gli azionisti, ma è stato impiegato a vantaggio di un singolo. La compagnia avrebbe dovuto usare questo denaro per sviluppare il sequel [di Disco Elysium].” Secondo i due ex esponenti di ZA/UM, queste presunte azioni criminali sarebbero state perpetrate da Ilmar Kompus (attuale CEO della compagnia) e Tõnis Haavel con il supporto di Kaur Kender, un altro azionista di minoranza. I due segnalano che una di queste tre persone, Tõnis Haavel, è stata in passato condannata per frode dalla giustizia estone. In conclusione, Kurvitz e Rostov stanno valutando in queste ore eventuali azioni legali, sia sul piano civile che penale.
“Inutile dire che abbiamo trascorso un periodo davvero difficile,” spiegano Kurvitz e Rostov. “Dopo cinque anni di duro lavoro abbiamo pubblicato Disco Elysium, un videogioco amato da milioni di persone. Come ricompensa, siamo stati licenziati in maniera sommaria e tagliati fuori dal lavoro della nostra vita: il mondo di Elysium. La compagnia che abbiamo fondato è stata saccheggiata, mentre i nostri proventi non sono sufficienti a coprire le spese legali.”
Nelle stesse ore, l’attuale proprietà di ZA/UM è intervenuta sulle colonne di GamesIndustry per lanciare un’altra accusa pesante nei confronti degli ex sviluppatori, provando anche a spiegare il motivo per cui sono stati allontanati dallo studio di sviluppo. Nel suo intervento diffuso tramite il sito di informazione britannico, il CEO Ilmar Kompus ha accusato il game designer Robert Kurvitz e l’azionista di minoranza Saandar Taal di aver creato e alimentato un ambiente di lavoro malsano. Secondo quanto dichiarato da Kompus, queste persone sarebbero state licenziate per non aver svolto il loro lavoro in maniera consona al ruolo da essi ricoperto. Addirittura si parlerebbe di un’assenza dal posto di lavoro durata quasi due anni, assenza retribuita dallo studio, che avrebbe costretto i colleghi di queste persone a lavorare di più per compensare. Nel comunicato si parla anche di presunti abusi verbali e discriminazioni di genere nei confronti degli altri dipendenti. Non è tutto, però, giacché secondo Kompus ci sarebbe stato anche un tentativo di vendere illegalmente la proprietà intellettuale detenuta da ZA/UM. Nel frattempo, l’attuale dirigenza di ZA/UM ha confermato di essere coinvolta in un procedimento giudiziario, sebbene non siano stati diffusi ulteriori dettagli a riguardo.
“ZA/UM non può tollerare la cattiva condotta, nemmeno se compiuta da quelle persone che, assieme a tutto il team, hanno contribuito a creare un videogioco di cui siamo estremamente orgogliosi. Oltre a creatività e innovazione, ZA/UM è sinonimo di professionalità, gentilezza, moralità e onestà, tutti valori che ci aspettiamo siano condivisi dai nostri dipendenti,” si legge nel comunicato diffuso dalla compagnia, che poi prosegue affrontando di petto le accuse di Kurvitz e Rostov. “Le indiscrezioni secondo cui la decisione di licenziare queste persone sia stata presa per motivi finanziari sono del tutto infondate e non riflettono la realtà dei fatti. È stata una decisione presa per il benessere del collettivo. Inoltre, ZA/UM nega qualsiasi accusa di illecito finanziario o frode. La maggioranza dei profitti di Disco Elysium sono stati reinvestiti nello studio per finanziare i nostri prossimi progetti, i quali sono attualmente in sviluppo.”
Da notare che la stessa testata, dunque GamesIndustry, ha in parte confermato in maniera indipendente le accuse mosse dalla dirigenza di ZA/UM circa gli abusi e il clima tossico. Tuttavia, la fonte interpellata da GamesIndustry parla di una situazione che non è “né bianca né nera“, lasciando intendere che la verità stia nel mezzo.
Insomma, la situazione è ancora in evoluzione ed è molto probabile che le cose si risolveranno in tribunale. Nel frattempo abbiamo provato a fare il punto della situazione illustrando la questione da entrambe le parti della barricata. Sta di fatto che la vicenda appare davvero complessa e senz’altro non mancheremo di aggiornarvi sui futuri sviluppi.