Dark – Prima stagione – Recensione

Nella cittadina tedesca di Winden un bambino scompare nella notte. La ricerca metterà in moto alcune relazioni tra le diverse famiglie e gli abitanti della comunità, sita nei pressi di una centrale nucleare prossima alla chiusura. Tra tradimenti, misteri, disperazione e alcuni loschi figuri che si aggirano nella notte, la soluzione dell’enigma della scomparsa sembra risiedere in una grotta, al cui interno si manifesta una strana attività spazio-temporale che permette di spostarsi avanti e indietro nel tempo. Questo fenomeno aggiunge un importante tassello al puzzle del mistero, insinuando la consapevolezza che domandarsi “dove” sia il bambino potrebbe essere totalmente sbagliato. La vera domanda da porsi potrebbe essere “quando”.

Il catalogo originale Netflix, in un 2017 ormai prossimo alla conclusione, si arricchisce di questo progetto originale di Netflix Germania che – oltre a palesarsi come piacevole sorpresa – aggiunge anche un notevole respiro internazionale in fase di realizzazione e intenzione finale. Chi, dalla sinossi o dalle prime informazioni pescate in rete, ha subito pensato a un clone di Stranger Things ha sbagliato strada. Dark è un prodotto che vive dei classici stilemi e degli interrogativi tipici dei prodotti audiovisivi che trattano il tema dei viaggi temporali. Si può cambiare il passato? Se sì, quali sono le ripercussioni sul futuro? Tutto è già scritto, oppure c’è una concreta possibilità di esercitare una parvenza di libero arbitrio?Dark immagine Netflix 03Ogni 33 anni l’universo si resetta, motivo per cui la cittadina di Windem ha già visto, nel passato, importanti episodi di rapimenti di bambini (nel 1953, nel 1986 e nel prossimo 2019): quasi tre generazioni, dunque, che hanno vissuto lo stesso dramma e mistero, indagando sempre su piani concreti, senza mai addentrarsi nella possibilità del viaggio del tempo. La scoperta di questo elemento chiave da parte di due tra i tanti protagonisti presentati renderà l’intreccio vivo, e sposterà l’interesse sui paradossi e cicli temporali.

la grande concretezza tecnica, una mitologia della serie narrata con cura e un’ambientazione nordica tipica riescono a produrre un ottimo risultato d’insieme

Dark, purtroppo, non brilla particolarmente per il tema trattato: basta avere una leggera infarinatura del genere e già alla seconda puntata è facile intuire le risoluzioni dei diversi twist narrativi presentati, che possono essere contati sulle dita di una mano, e che per giunta si rivelano di natura derivativa. Nonostante questo palese difetto, la grande concretezza tecnica, una mitologia della serie narrata con cura e un’ambientazione nordica caratteristica – molto fredda, spoglia e sinistra – riescono a produrre un ottimo risultato d’insieme, inquadrando Dark in una cornice non tanto commerciale ma decisamente più intima, riflessiva e ricercata.Dark immagine Netflix 04

Dark porta lo spettatore a vivere direttamente il background dei protagonisti

Il viaggio del tempo, in questa serie originale Netflix Germania, non è più un tema scanzonato veicolato da una DeLorean, ma un mezzo per riflettere sul destino, sulla fede e sul nostro ruolo di pedine sulla grande scacchiera del mondo, così come sul tema di passato, presente e futuro che si influenzano a vicenda: senza il passato non esisterebbe il futuro, e al tempo stesso non esisterebbe il passato se il futuro fosse collocato in un’altra dimensione temporale. D’altronde, ce lo chiediamo da sempre, è nato prima l’uovo o la gallina? Dark, in qualche modo, fa suo questo dilemma e ci costruisce attorno tre distinte linee temporali, per mostrarci come l’uomo sia sempre affascinato – e incatenato – dalle “forze” del destino e del tempo.

Proprio nella sua parte più umana, di intrecci diretti e non, la serie palesa un grande cuore, lo stesso che ci mostrò tempo addietro Lost, con ottimi personaggi che abbiamo amato grazie al particolare background. Dark, in questo piano narrativo, ha una marcia in più: porta lo spettatore a vivere direttamente questi background, chiedendosi se modificarli porterebbe giovamento o meno nel futuro appena modificato.

Con la speranza di vedere una seconda stagione e anche una maggiore originalità nella stesura della trama, un piccolo ragionamento finale sorge spontaneo: Dark è la prima serie TV Netflix tedesca; la nostra è stata Suburra, mentre la prossima sarà una miniserie documentario sulla Juventus. Diciamo che, invece di andare sul sicuro, non dispiacerebbe vedere realizzato un prodotto di questo stampo anche nel Bel Paese.

VOTO 8

Dark immagine Netflix locandinaGenere: drammatica, fantascienza
Publisher: Netflix
Regia: Baran bo Odar
Colonna Sonora: Ben Frost
Intepreti: Louis Hofmann, Oliver Masucci, Jördis Triebel, Maja Schöne, Sebastian Rudolph
Durata: 10 episodi

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