Control : The Foundation – Recensione

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Tra tunnel angusti e cave amplissime, le Fondamenta sono uno spazio del tutto diverso dagli altri piani

Peccato, perché proprio da poco Doom Eternal ha insegnato a tutti che anche gli arena shooter possono introdurre una certa profondità con delle scaramucce interlocutorie buone per farmare risorse; tra l’altro Control si sarebbe prestato bene visto che i punti vita di Jesse vengono ripristinati mettendo a segno colpi contro i nostri nemici. Per fortuna, il gunplay è solido e divertente come al solito, e anche bello tosto: in ogni situazione e per ogni nemico occorre adattare la propria tattica utilizzando lo strumento più adeguato nel caso specifico.

Control The Foundation Control DLC recensione Control The Foundation recensione

Quando il Piano Astrale si mette in mezzo, anche andare al gabinetto può diventare complicato.

Per sconfiggere l’Hiss, mi sono spesso servito di tutte le abilità a disposizione di Jesse, inclusa quella nuova: si tratta di uno scatto mentre lo scudo è attivo, che provoca danno da mischia allo sventurato che si trovi sulla nostra strada; la ritengo un’introduzione che si integra in maniera molto naturale proprio perché è una combinazione di due abilità che conosciamo bene. Anche il nuovo esemplare di Hiss mi è piaciuto: innanzitutto è animato alla stragrande, e poi con la sua velocità mette la giusta pressione a Jesse, creando aperture che altri nemici possono sfruttare.

Il gunplay è solido e divertente come al solito, e anche bello tosto

Nel corso dell’avventura acquisiamo anche due possibilità di interagire con l’ambiente circostante: certe formazioni rocciose possono essere distrutte, creando varchi, o estratte dalle pareti, formando piattaforme temporanee. In questo DLC, che parte con un personaggio con molti poteri già attivi, tali abilità costituiscono la componente metroidvania, visto che certe aree sono inaccessibili fino a quando le sbloccheremo entrambe. Il loro principale utilizzo si declina nelle parti platform e nella risoluzione di semplici puzzle ambientali, così intuitivi che in realtà non aggiungono niente all’esperienza di gioco.

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I nuovi avversari non solo sono veloci e colpiscono duro con attacchi da mischia, ma possono anche lanciarci contro i loro picconi mentre voliamo.

Oltre alla storyline principale, troviamo una missione secondaria non proprio indimenticabile, ma soprattutto tanti collezionabili che raccontano mille sfaccettature del mondo creato da Remedy; inoltre, vorrei ricordare che chi non torna da tempo alla Oldest House troverà alcune novità, come le Spedizioni del Jukebox introdotte a dicembre, vere e proprie sfide dall’elevata difficoltà che creano un contenuto Endgame in un gioco che fa del single player il proprio punto di forza. Sempre sorprendente.

IN BREVE: DLC solido, ben rifinito nei dettagli, e in sostanza divertente. Qualcuno in redazione lo definirebbe “professionaaleeeee”. Per essere un contenuto aggiuntivo, la quantità é più che soddisfacente, e la qualità in linea con il gioco principale. Tuttavia, le nuove abilità “ambientali” finiscono per essere un’aggiunta di poco peso, e il passaggio tra esplorazione e combattimento potrebbe essere più fluido. Non si tratta di difetti gravi, ma lievi mancanze che non sminuiscono l’esperienza complessiva, la quale rimane di ottimo livello grazie a un’ambientazione particolarmente ispirata anche per gli standard della Oldest House, e un gunplay che, con una mia certa sorpresa, ho trovato ancora fresco nonostante avessi ormai già passato più di 30 ore su Control prima di lanciare The Foundation.

CONFIGURAZIONE DI PROVA: Intel i7-7700k (4.2GHz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM
COM’È, COME GIRA: Si nota un continuo lavoro di ottimizzazione, sia perché gli effetti particellari sono più ricchi di prima, sia perché il ray tracing non causa più rallentamenti brutali come al day one. La sua attivazione rimane comunque un compromesso non accettabile per la scarsa fluidità di gioco, almeno con la configurazione di prova (una 1080 Ti ha retto discretamente la risoluzione 1280*720 con RT attivati, al massimo dell’AA e dei dettagli , sui 30 fps o poco più costanti, ndMario).

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Pro

  • Un altro ricchissimo tassello del Remedy-verse.
  • Gunplay sempre divertente e sfidante.
  • Ambientazione misteriosa ed affascinante.

Contro

  • I puzzle ambientali lasciano il tempo che trovano.
  • Demarcazione troppo netta tra esplorazione e arene di combattimento.
8.4

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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