Questi giorni per il sottoscritto non sono particolarmente rosei. Una serie di motivi mi sta portando, piano piano, sull’orlo della crisi di nervi, ma è proprio quando la giornata sembra più nera che mai che basta aprire Spotify per ritrovare quel briciolo di pace interiore che mi permette di sopravvivere fino al giorno successivo. Il segreto non è tanto la musica in sé, elemento fondamentale per la vita di molti, ma la possibilità di viaggiare con la mente grazie alla colonna sonora dei miei titoli preferiti.
The Prelude – Final Fantasy IV
Esistono ben poche tracce musicali che, difatti, hanno lo stesso potere delle OST tratte dai videogiochi: in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo è sufficiente chiudere gli occhi per essere trasportati in chissà quale universo e rivivere sulla propria pelle, con tanto di pelle d’oca incorporata, tutti quei momenti che fanno parte del nostro bagaglio di vita. Perché sì, anche se passiamo le nostre giornate a parlare di “semplici giochini”, queste dannate opere digitali fatte da pixel e poligoni riescono a donarci tante di quelle emozioni che, come afferma uno slogan per cui non provo così tanta simpatia, non basterebbe una sola vita.
Aria di Mezzo Carattere – Final Fantasy VI
Non esiste pensiero triste o preoccupazione che non riesca a sciogliersi innanzi alle note di Aria di Mezzo Carattere, ma la musica, da sola, non basta. Prima di sentirsi gli occhi bruciare dalla commozione è necessario aver vissuto sulla propria pelle la scena del teatro di Final Fantasy VI, dove una manciata di pixel “biondi” che potremmo chiamare Celes si improvvisa cantante, mentre il giocatore, sbattuto senza troppi complimenti a tirare i fili dei burattini, si trova davanti a uno dei momenti più alti dell’intera storia videoludica. Tutto, in pochi attimi, viene marchiato a fuoco nella nostra memoria, e sono veramente sufficienti pochissime note, anche a distanza di anni, per continuare a rivivere come la prima volta quest’emozione.
Terra’s Theme – Final Fantasy VI
È in momenti come questo che mi sento fortunato. Per quanto le colonne sonore cinematografiche possano offrire esperienze apparentemente simili, solo le OST videoludiche riescono a scavarmi dentro così profondamente, e se non fosse per questa meravigliosa passione che mi segue da quando a malapena sapevo leggere, in questo preciso momento mi sentirei più abbandonato che mai. Invece riesco a liberare la mente viaggiando a Vvanderfell o a Mêlée Island nell’arco di un paio di minuti, e poco importa se le opere originale erano così diverse tra loro: gioco di ruolo, avventura grafica o MMO, hanno tutti lo stesso potere alleggerirmi mente e anima in pochi attimi.
Suite – The Legend of Zelda
Ho compreso appieno il potere della musica da pochi mesi, dopo aver assistito a The Legend of Zelda: Symphony of the Goddesses al Mandela Forum di Firenze. Quelle note sono riuscite a farmi rivivere emozioni che ormai credevo dimenticate, e da quel momento non sono più riuscito a farne a meno. Anzi, quasi mi dispiace quando, ascoltando una traccia senza cuffie, noto che i presenti non condividono i miei stessi brividi: per loro io sto ascoltando una canzone come un’altra, e difficilmente riuscirebbero a capire ciò che si nasconde dietro gli accordi. Quando, però, vedi uno sconosciuto che si volta verso di te e, mentre ascolti Aerith’s Theme, ti porge un amichevole sorriso malinconico, capisci che noi videogiocatori siamo fortunati perché, nonostante l’apparente anima solitaria, in realtà abbiamo moltissime cose in comune. Siamo capaci di litigare per un voto affibbiato a un titolo o per quale sia la console migliore, ma in realtà siamo più uniti che mai, e la musica è quel filo conduttore in grado di legarci in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. E ora più che mai sono felice di sentirmi parte di tutto questo.