Che Death Stranding sia uno dei giochi più chiacchierati del momento è fuori discussione, d’altronde Hideo Kojima – come al suo solito – ha davvero fatto di tutto per far parlare della sua ultima fatica. Death Stranding è anche una delle opere videoludiche più polarizzanti degli ultimi anni: il gioco deve ancora uscire (ormai manca pochissimo), ma gli schieramenti si sono già formati da tempo. C’è chi è sicurissimo che lo amerà e chi invece si posiziona tra i detrattori per partito preso, andando così a plasmare un ecosistema piuttosto tossico attorno al primo titolo del Kojima post-Konami. Su questo argomento ha già detto la sua la nostra Erica Mura in un precedente editoriale e, dal momento che la penso esattamente allo stesso modo, non ho certo intenzione di ripetere i concetti già riportati su queste pagine virtuali in maniera più che esaustiva.
Voglio però approfittare di questo spazio per parlare di un’altra faccia della stessa medaglia che si è palesata soltanto nella giornata di ieri. Nei minuti immediatamente successivi all’annuncio della versione PC di Death Stranding, i forum di mezzo mondo e i social più popolari sono stati inondati dai commenti pieni di livore dei possessori di una PlayStation 4, indignatissimi in seguito alla notizia della mancata esclusiva. Come ormai ben saprete, Death Stranding uscirà sulla console Sony il prossimo 8 novembre, mentre approderà sui nostri computer all’inizio dell’estate del prossimo anno. Ebbene, l’arrivo del gioco su una piattaforma diversa dallo loro PS4 è visto da questa rumorosissima parte di utenza come un grave tradimento, un attentato alla libertà di bullarsi nei confronti di chi non possiede la loro stessa console. Alcuni, sicuramente una percentuale estremamente ridotta, hanno addirittura deciso di prendere l’annuncio come un affronto personale, arrivando a cancellare il loro pre-order e decidendo di fare di tutto per boicottare questa e le prossime opere firmate da Hideo Kojima.
Alcuni, sicuramente una percentuale estremamente ridotta, hanno addirittura deciso di prendere l’annuncio come un affronto personale
Detto questo, la questione delle esclusive, piene o temporali, è sempre stata piuttosto spinosa. Questo perché se da un lato è vero che molti videogiochi non esisterebbero se uno dei produttori di console non ne avesse finanziato direttamente lo sviluppo, dall’altro le esclusive non fanno altro che limitare la sacrosanta libertà dei consumatori di godere di un prodotto nelle modalità a loro più consone. Inoltre, questi titoli sono le cartucce preferite da tutta quella frangia estremista di utenza sempre pronta a imbracciare il fucile e lanciarsi in una guerra tra piattaforme. Death Stranding non sarà di certo l’ultimo videogioco a ricadere in questa categoria, ed è davvero un peccato perché forse sarebbe finalmente arrivato il momento di godersi il nostro passatempo preferito piuttosto che farsi la guerra sui forum su questione così prive di senso.