Mamma, quel bimbominkia mi ha picchiato!

TheDivision_editoriale-morte

Devo rassegnarmi a prendere mazzate. Non c’è altra soluzione. Ho provato tenacemente a riprendere la verve di qualche anno fa, nei riflessi come nell’attenzione, ma momenti come quelli passati nell’ultima settimana mi hanno confermato l’inevitabile, e dunque che devo guardare definitivamente all’esperienza e alla metodicità perché, ahimé, la potenza guerriera se n’è andata per sempre. Nei più di 10 giorni su Dark Souls 3, ad esempio, le ore notturne non sono più state il mio terreno di caccia preferito, com’è accaduto con i predecessori, ma una valle di lacrime in cui la giornata lavorativa, i bambini – e ovviamente l’età – mi sono costati mille momenti di “assenza celebrale” e altrettante morti evitabili. Trattandosi di un eccezionale ARPG, è stata enorme anche la sensazione di vittoria a ogni sfida superata, e tuttavia mi sono goduto il traguardo finale per pochissimo tempo, subito pronto a farmi nuovamente corcare di botte. L’obbligo, infatti, di scrivere la recensione di The Division per TGM rivista (un lavoro corale, in realtà, con l’intervento degli altri Agenti redazionali) mi ha riportato sul gioco Ubisoft nel momento sbagliato, per i suddetti limiti da vecchietto e anche per la solita attenzione speciale da parte della sfiga.

MUORI, SFIGATO

Questo editoriale si sta scrivendo da sé, quindi non perdete tempo a cercare un senso preciso. È solo una storia di morte digitale e ilare umiliazione. Il top è arrivato quando venerdì scorso, messomi a giocare The Division alla fine della giornata, senza nemmeno pensare alle cuffie, un bulletto mi ha ucciso nella Zona Nera con infinita cattiveria. Si è avvicinato insieme al suo gruppo, ha capito dall’equip che il livello 30 era roba relativamente fresca (ho raggiunto il level cap settimane fa, poi è arrivato Dark Souls 3), e mi ha chiesto di rispondere in chat vocale, se ci tenevo alla vita e al loot; subito ho cercato di ribattere con una frasetta di testo, ma a quel punto il mio Agente era già stramazzato a terra insieme ai miei otto pezzi viola. Ho tentato di recuperarli, naturalmente, ma nell’area di livello 32 della Dark Zone non è assolutamente detto che il tentativo vada a buon fine, ed è anzi più facile – come prontamente è successo – trovarsi in mezzo a una fuoco di fila tra due potentissime (almeno, con un basso rank della Zona) bande di MOB.

winners loosersLa tragedia degli ultimi giorni, però, non ha un’origine solo “biologica”. Come dicevo c’è anche la sana sfortuna, determinata dal bisogno di crescere per l’end-game (il Kikko nostro, invece, sta crescendo per il DLC delle incursioni di oggi, povero lui) e da un momento di impasse per l’evoluzione dei contenuti. In particolare, in tutto lo scorso fine settimana sono mancate le daily mission, ovvero le sfide giornaliere che aiutano nella strada verso un equipaggiamento di alto livello, attraverso monete Phoenix, componenti pregiati o direttamente con scintillanti item gialli, al momento i più potenti. L’unica alternativa (non è esattamente così, ma la prestanza era bassa anche per le altre opzioni) è stata di farmi ammazzare nella Zona Nera, sperando di imbattermi in qualche boss di livello 32 e in un team in grado di buttarlo giù – visto che farlo da solo, in quel momento, proprio non c’era verso. E allora via di mazzate, con dieci livelli Zona guadagnati in due pomeriggi e un ripassino di botte in serata, giusto per andare a letto con l’alito da poppante di qualche boia di New York, che ha raggiunto il sessantesimo livello Zona e si diverte a buttar giù i nuovi arrivati con un dito. Ed è proprio a questo losco figuro che mi rivolgo in chiusura.

Caro giovanotto, vorrei che fra vent’anni tu venissi coinvolto nell’equivalente VR di DayZ, e che un giorno, proprio come hai fatto a me, venissi massacrato per pura spocchia in un sordido vicolo virtuale. Solo che – è bene tu lo sappia fin d’ora – nei giochi VR del futuro potrai persino sentire le sensazioni tattili, compresi i tocchi ben poco educati di chi ti sta rubando la verginità sul marciapiede. Solo allora capirai cosa vuol dire rispettare gli anziani. Un tempo era questione di aiutare ad attraversare la strada o usare parole educate: ora sarebbe bene iniziare a farlo anche nel gaming. Ormai c’è gente di una certa età.

Articolo precedente
prestito editoriale

Disturbo da prestito compulsivo

Articolo successivo
motion sickness editoriale tgm

Motion Sickness: il sacro male videoludico

Condividi con gli amici










Inviare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non verrà reso pubblico.

Puoi usare i seguenti tag e attributi HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Parliamo di...
  1. 1.
    Comincio a detestare i giochi online, se lo avessi avuto seduto vicino a te nel divano sarebbe sempre valsa la spallata atomica
    2.
    Quanta amara verità... oobbeh, io avevo già lasciato ai tempi di Quake3 Arena, fate un po' voi, che in quanto a morti gratuite, dolorose e ripetute... :die:
    E quindi oggi W le avventure e gli RPG, il multy FPS è solo in Coop! (CouchCoop preferibilmente!)

Password dimenticata