Hollow Knight: Silksong – Recensione

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Se foste un videogioco, un signor videogioco, quand’anche aveste un leggendario predecessore, non vi andrebbe un po’ stretto essere nominati solamente come “il seguito di X”, quasi non foste un’opera autonoma, capace di parlare con voce propria? Qui Hollow Knight: Silksong non verrà trattato come “il nuovo Hollow Knight”, ma come il frutto maturo di otto anni di lavoro.

Sviluppatore / Publisher: Team Cherry / Team Cherry Prezzo: €19.50 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam, GoG, Humble Store), PS4, PS5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch, Nintendo Switch 2 Data di uscita: Già disponibile

È finita l’epoca di Ghosts ’n Goblins e Double Dragon, quando il malvagio di turno rapiva una ragazza e bisognava che un eroe partisse a salvarla. Hornet non aspetta nessuno: è una principessa guerriera che si libera da sola, brandisce un ago come arma letale e rovescia un intero regno pur di vanire a patti con il proprio passato, raggiungere la Cittadella e liberare la martoriata terra di Pharloom da un’antica maledizione.

Tra le sue buone intenzioni e i titoli di coda si frappongono più di duecento tipi di nemici, quaranta boss e una difficoltà più elevata rispetto alla media, esacerbata dalla presenza di due trofei – capirete quali solo giocando – in grado di ridefinire il concetto di Speedrun. Si dice comunque che non conti la destinazione bensì il viaggio, e attraversare le cupe lande di Hollow Knight: Silksong, nuovo metroidvania di Team Cherry, è semplicemente meraviglioso, oltre che decisamente impegnativo.

HOLLOW KNIGHT: SILKSONG, DAL GAME JAM AL CRASH DEGLI STORE

La genesi di Hollow Knight ricorda il mito del cosiddetto Sogno Americano, secondo il quale chiunque, dotato di talento e buona volontà, può realizzare i propri sogni, in un trionfo di meritocrazia. Tutto nasce nel 2013 durante il Ludum Dare 27, una delle più grandi game jam online al mondo: un evento in cui sviluppatori da tutto il pianeta hanno 48 o 72 ore per creare un videogioco da zero, seguendo un tema annunciato all’inizio della competizione, nel nostro caso “dieci secondi”. Tra i tanti partecipanti figura anche William Pellen che pubblica Hungry Knight!, semplice gioco Flash sviluppato assieme a Rohan Fraser e Ari Gibson.

Tutto è iniziato con una game jam, e guardate ora dove è arrivato Team Cherry

Il concept è semplicissimo: un cavaliere affamato deve mangiare ogni dieci secondi, passando viandanti a fil di spada per rubare loro il cibo, pena la morte. Il trio non vince, ma decide che quel buffo personaggio meriterebbe un gameplay più complesso, magari un platformer ispirato ai grandi classici del passato. Nasce così Team Cherry che tenta la carta del finanziamento Kickstarter, raccogliendo alla fine del 2014 poco più di cinquantamila dollari australiani; una cifra modesta rispetto agli standard dell’industria, ma sufficiente a garantire ai nostri eroi i mezzi per portare avanti la propria visione. Nel 2017 esce Hollow Knight per Windows, Linux e macOS, seguito nel 2018 dalle versioni per Nintendo Switch, PlayStation 4 e Xbox One.

Hollow Knight: Silksong

Pare che questo miniboss sia stato al centro di feroci accuse sulla difficoltà. In realtà, affrontandolo nella parte con il soffitto più basso, è relativamente facile.

Senza publisher alle spalle né campagne pubblicitarie martellanti, il gioco conquista pubblico e critica con la sola forza delle sue qualità: comparto artistico unico, colonna sonora suggestiva, level design meticoloso e combat system intenso, il tutto avvolto in un’atmosfera fiabesca dark che ricorda le opere di Tim Burton. Team Cherry coccola i giocatori con quattro espansioni, e alla fine il verdetto è inequivocabile: Hollow Knight vende oltre 15 milioni di copie, affascinando anche chi non vive di pane e metroidvania. Hollow Knight: Silksong nasce inizialmente come semplice DLC, ma durante lo sviluppo l’ambizione e la mole di contenuti convincono il team a trasformarlo in un vero e proprio sequel.

Hollow Knight: Silksong

C’è un richiamo a H.R. Giger in questa roccia.

Dopo anni di attesa e speculazioni, il gioco viene pubblicato il 4 settembre 2025, con pochissimo preavviso. L’ondata di accessi simultanei da parte dei giocatori è tale da mandare in crash gli store digitali Steam, Nintendo eShop, PlayStation Store e Microsoft Store, a conferma di quanto atteso fosse il day one. E finalmente eccoci qui. Ovviamente non serve aver giocato al primo Hollow Knight per godere appieno dell’esperienza; anzi, chi inizierà direttamente da Silksong potrebbe trovarsi avvantaggiato, non dovendo fare i conti con il ricordo del Cavaliere, molto meno agile e tecnico di Hornet.

METROIDVANIA MA CON CALMA, FORSE TROPPA

Se dovessimo replicare alla tipica richiesta “dimmi che sei un Metroidvania senza dirmi che sei un Metroidvania”, sarebbe sufficiente piazzare, in prossimità dell’inizio del gioco, una piattaforma troppo alta per essere raggiunta con un salto, suggerendo la presenza di un double jump sbloccabile. O magari una voragine così ampia da risultare insuperabile, invitandoci a cercare un modo per disporre del dash.

Hollow Knight: Silksong

Il primo boss è abbordabile. Il primo.

Anche Hollow Knight: Silksong richiede l’acquisizione di nuove abilità per progredire, ma senza mettere pressione alcuna; alla prima run – quando ancora non si sa bene dove andare – garantisce almeno due o tre ore di libera esplorazione semplicemente camminando e saltellando.

Il pogo è stato sostituito da un attacco in diagonale, efficace ma non semplice da padroneggiare

Da un lato è fantastico: sconfiggere nemici, abbattere boss, prendere parte a side quest – qui chiamate Desideri, e purtroppo spesso ancora limitate a Recupera Varie Cose – e visitare vari biomi senza vincoli apparenti fa sembrare il gioco un gigantesco platformer di vecchia scuola quasi open world. Il rovescio della medaglia è che sappiamo bene che si tratta di un Metroidvania, e questo gironzolare senza meta né risultati immediati potrebbe scoraggiare chi si aspetta un progresso ogni tre schermate. In ogni caso il backtracking è reso piacevole da grate apribili dall’interno, trasformate in passaggi rapidi per le aree già visitate, e da un verme gigante che, una volta preso a schiaffoni per fargli capire chi comanda, diventerà la nostra metropolitana personale.

Hollow Knight: Silksong

Quel bozzolo è il luogo in cui siamo morti, è importante tornare a recuperare la valuta che altrimenti andrebbe perduta per sempre.

La fase iniziale di calma esplorativa non è comunque esente da passaggi che richiedono notevole abilità con il gamepad; in particolare, il classico pogo attivabile con GIÙ + FUOCO quando si è in aria è stato sostituito da una picchiata in diagonale che richiede notevole tempismo e previsione della traiettoria, soprattutto quando è necessario atterrare con precisione su alcuni elementi dello scenario per rimbalzare da un punto all’altro.

QUANDO NON ESISTEVANO I SOULS MA SOLO I GIOCHI DIFFICILI

Hollow Knight: Silksong non propone Story Mode, non consente di salvare a piacimento, e se Hornet ci lascia le penne, perderà tutti grani del suo rosario, la valuta del gioco, a meno di non tornare sul luogo del misfatto e riscattarne il cadavere, il più delle volte morendo prima di arrivarci. Dispone inoltre di una quantità limitata di punti vita, cinque all’inizio, e molti nemici e trappole ambientali ne prosciugano due al colpo.

Hollow Knight: Silksong

Quando incontrerete questi frutti rossi, preparatevi a provare e riprovare mille volte a usarli come bumper.

Un paio di mostri comuni da affrontare contemporaneamente possono già creare notevoli problemi e difficilmente si avrà ragione di un boss prima di averlo affrontato una decina di volte.

Ogni cura è un rischio calcolato: restare immobili alla mercé dei nemici o continuare a lottare?

È un gioco difficile, impegnativo come un Souls pur senza esserlo, che richiede di imparare i pattern di comportamento di ogni elemento che vediamo in campo, senza conoscere gli HP dei nemici, nemmeno quelli dei miniboss; moriranno quando ne avranno abbastanza e sta a noi capire a che punto siamo, contando i colpi inferti. Non vi porterà necessariamente al ragequit, ma servirà qualche pausa strategica per sbollire e riflettere sulla migliore strategia da adottare. Non è facile per un gioco costringervi a ripetere lo stesso percorso più e più volte senza finire dritto nel cestino, ma il sapiente level design, unito a un basilare ma efficace sistema di build basato sugli artefatti equipaggiati, lascia sempre uno spiraglio di ottimismo: al prossimo tentativo, ce la faremo. O a quello dopo, o a quello dopo ancora.

Hollow Knight: Silksong

Uccidete questo mostro, e sbloccherete il fast travel.

Va sottolineato che Team Cherry ha già annunciato una prima patch per rendere un pochino più abbordabile la progressione, dunque non abbiate paura di lanciarvi in questa avventura.

DAVVERO BISOGNA GRINDARE?

Se c’è un aspetto un po’ frustrante, è l’economia del gioco. In Hollow Knight: Silksong, nulla è gratis e va pagato in grani di rosario: mappe, con punti di interesse venduti separatamente, suggerimenti e addirittura checkpoint devono essere acquistati a prezzi non proprio modici.

A Pharloom nulla è gratis: anche i checkpoint costano, e il grinding diventa inevitabile

Purtroppo ben pochi nemici droppano la preziosa valuta una volta uccisi, il che costringe spesso a rinunciare a item interessanti per non dover grindare in lungo e in largo aspettando il respawn, anche perché come si è visto la morte è sempre dietro l’angolo e ripristinare i punti vita perduti non è così facile: la guarigione avviene sfruttando la classica barra che si riempie colpendo ripetutamente i nemici, permettendo poi di attivare la skill curativa. Non si tratta però di un recupero immediato: Hornet deve rimanere immobile per un paio di secondi, indifesa e alla mercé di chiunque possa colpirla interrompendo il processo.

Hollow Knight: Silksong

Non saremo sempre soli: qui un vendor è venuto in nostro provvidenziale aiuto.

In quel caso, non solo si perdono ulteriori punti vita, ma si spreca anche tutta l’energia – qui raffigurata come seta – accumulata. Una meccanica che, nelle situazioni più caotiche, rende curarsi quasi più rischioso che gettarsi nella mischia con l’ultimo HP rimasto.

COMPARTO ARTISTICO DA URLO

Dal punto di vista tecnico, Hollow Knight: Silksong rimane fedele alla grafica raster 2D disegnata a mano, la stessa che aveva reso inconfondibile il predecessore, arricchita da effetti particellari generati proceduralmente che donano dinamismo all’insieme.

Hollow Knight: Silksong

Quanto è bella Hornet! Guardate come si staglia fiera in mezzo a lava fiamme.

Il risultato è uno spettacolo visivo in cui ogni ambiente diventa un quadro animato: la mantellina di Hornet che ondeggia, la polvere che si posa sul pavimento, i raggi di luce che filtrano da una crepa per accarezzare mura consumate dal tempo.

La grafica è un affresco vivente, con dettagli che trasformano ogni schermata in un quadro

È un viaggio sensoriale, nel quale ogni pixel è stato disegnato con una sapienza certosina. I nemici, in particolare, non seguono il classico stratagemma del reskin presentandoci lo stesso mostro con livree diverse, ma hanno tutti un design unico. Se gli occhi gioiscono, le orecchie non sono certo trascurate: Christopher Larkin, già autore della colonna sonora del primo capitolo, ci offre un accompagnamento sonoro che sa quando arretrare, lasciando spazio al rumore secco dei passi di Hornet, e quando esplodere in tutta la sua potenza con archi, pianoforti e ottoni, a ricordarci che il pericolo è sempre dietro l’angolo.

OK MA… OTTO ANNI PER QUESTO?

Con una base solida come Hollow Knight e una formula che si limita soltanto – si fa per dire – a perfezionarne ogni aspetto senza rivoluzionare alcunché, è inevitabile domandarsi se in otto anni di sviluppo non si potesse pretendere qualcosa di più di un More of the Same anche se molto Better.

Hollow Knight: Silksong

Qualcuno ha mangiato pesante ieri.

Qualcuno potrebbe insinuare che nel Team Cherry si sia passato più tempo a giocare a Prato Fiorito che a programmare con Unity. Questi apparentemente limitati progressi però vanno letti con l’ottica dell’allenamento di un velocista olimpico, che si impegna per anni solo per limare il proprio personal best di un paio di centesimi di secondo. Una differenza apparentemente microscopica, in realtà enorme per chi parte già da vette altissime.

Hollow Knight: Silksong è il nuovo riferimento dei metroidvania contemporanei

Non ha senso, dunque, chiedersi se sia valsa la pena attendere tutto questo tempo: non siamo rimasti immobili come passeggeri alla fermata di un tram, ma ci siamo nutriti di decine di altri videogiochi lungo la strada. E ora che è finalmente arrivato, Hollow Knight: Silksong si impone come punto di riferimento del genere, con Hornet non solo protagonista, ma autentica tedofora del metroidvania contemporaneo. Poteva forse essere più coraggioso, certo, ma realizzare un gioco che funziona al day one con questa precisione chirurgica, venduto alla metà del prezzo che molti sarebbero stati disposti a sborsare è già, di per sé, un atto di straordinaria ambizione.

In Breve: Hollow Knight: Silksong innalza l’esperienza metroidvania grazie a un mondo vasto e intricato, ricco di biomi unici, segreti nascosti e backtracking intelligente che trasforma ogni passo in scoperta. Hornet, agile e versatile, affronta l’ascesa a Pharloom con scatti, pogo diagonali e abilità che rendono il platforming fluido e creativo. L’esplorazione si intreccia a combattimenti intensi contro oltre 200 nemici e 40 boss, ciascuno con pattern letali che richiedono studio e precisione, per via dell’elevata difficoltà. Tra ambienti disegnati a mano che sembrano quadri viventi e la colonna sonora di Christopher Larkin, capace di passare dal sussurro malinconico all’esplosione orchestrale, Silksong trasforma ogni schermata in uno spettacolo visivo e sonoro di rara intensità.

Piattaforma di Prova: PC, Steam Deck
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Nessuna incertezza tecnica, trattandosi di un gioco 2D con oltretutto pochi sprite sullo schermo. Da tastiera è un po’ scomodo, perfetto con il gamepad della PS5. Ottimo anche su Steam Deck.

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Pro

  • Comparto artistico eccezionale / Il miglior metroidvania di questa generazione / Ricchissimo di contenuti

Contro

  • C’è un pochino da grindare / Side quest banali
9.2

Ottimo

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