Impact Winter - Recensione PS4

PC PS4 Xbox One

L’atmosfera non è mai mancata in Impact Winter, densa e quasi palpabile anche nella nuova prova su console. Pure stavolta, complice il commento sonoro elettronico di carpenteriana memoria, volutamente cadenzato come ne La Cosa, mi sono trovato a desiderare che uno dei miei compagni sopravvissuti (il reduce Bane, l’aggiustatutto Maggie, l’esperto di elettronica Christophe o ancor meglio la mite cuoca Wendy) si trasformasse all’improvviso in una mostruosa aberrazione aliena, giusto per spargere pepe su una storia che, nonostante le premesse, si dimostra meno interessante e motivata del previsto.Impact Winter Recensione PS4

L’atmosfera non è mai mancata in Impact Winter, pur senza brillare in termini puramente narrativi

Non avendo a che fare con orrori fantascientifici, e anzi usando i tratti sci-fi in modo un po’ grossolano, il gioco “simil-indie” realizzato da Mojo Bones (sotto l’egida di Bandai Namco) perde un sacco di punti nel confronto con This War of Mine, titolo strutturalmente analogo dove, però, i motivi per sopravvivere sono nettamente più vibranti e drammaticamente reali. È pur vero, tuttavia, che l’incarnazione console guadagna parecchio rispetto a quella PC, con miglioramenti che si riflettono nel giudizio finale: il balzo, dunque, va piegato con dovizia di particolari, pur dovendo passare da tante immutate perplessità.

MALANNI D’INVERNO

Naturalmente, trovandoci di fronte a un puro porting, vi invito alla lettura della recensione PC per una descrizione più accurata delle caratteristiche di base. Ciò detto, ripartire dal principio aiuta a illustrare uno degli aspetti che meno mi avevano convinto, a lato dell’impatto di un meteorite e della conseguente glaciazione di un intero paese: i cinque sopravvissuti, capitanati dal prode Jacob (unico personaggio controllabile dal giocatore) al riparo di una chiesa abbandonata, ricevono una comunicazione radio in cui vengono informati sulla necessità di sopravvivere 30 giorni, così da poter finalmente ricevere i soccorsi; la stessa durata dell’impresa, per ragioni non proprio chiarissime, può essere accorciata dalle “note positive” di un piccolo drone, l’Ako Light, a fianco di Jacob durante le esplorazioni dello scenario open world (in questo dettaglio risiedono, allo stesso tempo, le ambizioni e le principali differenze rispetto a This War of Mine), con il relativo inventario di materiali trasportabili, una specie di impulso per rilevare punti d’interesse e una sorta di trivella termica per fondere il ghiaccio e trovare item nascosti.Impact Winter Recensione PS4

Le possibilità di accorciare i tempi per i soccorsi, grazie a una delle funzioni dell’Ako Light, non sono esattamente credibili

La sensazione, a meno di vivere Impact Winter come una specie di avventura per bambini (che, però, va portata avanti con tutta la dedizione di un adulto), è di essere in balia di una macchina un po’ ottusa e capricciosa, che riduce il tempo dell’arrivo degli aiuti in relazione ad alcune coerenti missioni (upgrade del “faro” del drone, con il crafting di specifiche tecnologie) ma anche attraverso obiettivi che c’entrano poco o nulla con i soccorsi, come il ritrovamento di buone ricette per sfamare i sopravvissuti, l’aiuto a qualche sconosciuto o addirittura la ricerca di pezzi rari (denaro di carta o 45 giri di vinile, ad esempio) per un collezionista errante in stile Fallout.

Per togliermi il pensiero sui difetti che ancora permangono, meno soggettivi di quello appena espresso, va giocoforza citata la farraginosità nella navigazione dei numerosi menu, insieme alla scelta davvero poco comprensibile di non poter mettere in evidenza (almeno, non a piacere) i materiali per i progetti: è possibile farlo solo per la missione in corso e quelle già completate, cosa alquanto scomoda se si considera che le ricette di crafting sono numerose e spesso importanti, che si tratti di pompe di drenaggio, trappole per animali, upgrade dell’Ako, grimaldelli e tanto altro ancora. Purtroppo, poi, Impact Winter rimane ripetitivo in alcuni scenari ricorrenti, come le ville e le strade sommerse dai ghiacci (frequentate da lupi e altri pericolosi animali nelle ore notturne, come il resto dello scenario aperto), che hanno il ruolo di piccoli “dungeon” ma si presentano troppo limitati in varietà.

SOPRAVVIVERE AI DETTAGLI

Come ebbi modo di dire per la versione PC, Impact Winter non manca comunque di stile e validi elementi di sfida: le quest più avanzate migliorano la sostanza degli scenari e i modi di poterli approcciare, aprendosi la via con il crafting di grimaldelli e ordigni, oppure utilizzando gli accampamenti (in particolare grazie alle conoscenze di Bane, in materia di tende più confortevoli e nozioni di caccia/sopravvivenza) per spingersi sempre più lontano, attraverso strutture abbandonate più affascinanti e varie.Impact Winter Recensione PS4

Al di là della ripulitura dei bug, risultano ancora difficili e ben calibrate le decisioni intorno ai sopravvissuti

A fronte, poi, dell’indiscutibile piacevolezza sul piano grafico, in una forma semplice ma di sicuro buon gusto, risultano opportunamente difficili e ben calibrate le decisioni che riguardano i sopravvissuti: se, ad esempio, uno di loro viene trascurato o rimane vittima di qualche sfortunato evento (alcuni ci vengono proposti dagli stessi PNG, altri accadono durante la nostra assenza, proprio come nel più volte citato This War of Mine), lo stesso può cadere in depressione o addirittura scappare dal rifugio, dando inizio a una drammatica sequenza in countdown: la missione dinamica può terminare con il ritrovamento del personaggio ma anche con la sua definitiva dipartita – peraltro possibile in altri modi, per fame, sete e relativo esaurimento dell’energia – con la conseguenza di veder sparire intere categorie di progetti craftabili, di cui da quel momento dovremo fare a meno.

In questo senso, potete anche prendere le critiche all’impianto narrativo come le lamentele di un integralista del “realismo survival”, sempre alla ricerca di coerenza e verosimiglianza: Impact Winter porge il fianco a critiche e appunti proprio su tali aspetti, peraltro senza nascondere chissà quali segreti sotto le sue coltri di ghiaccio; allo stesso tempo, però, sono  spariti i tanti bug che affliggevano le prime versioni PC (almeno, io non ne ho più trovati) ed è migliorata la fruizione dei controlli, banalmente per l’assenza di mouse/tastiera e, così, dei relativi problemi segnalati a suo tempo. Impact Winter rimane un poco più pesante di quel che dovrebbe essere, con alcuni piccoli scatti qua e là, ma è anche meno tedioso nei tempi di caricamento tra scenari al chiuso ed esterno open world, ora nettamente più brevi. Naturalmente, la maggiore stabilità tecnica rende più onesto anche il prezzo, a fronte di una leggerezza survival che forse ha più senso su console e non tocca comunque la difficoltà, invero piuttosto alta nonché arricchita da una modalità permadeath.

Il porting di Impact Winter è stato ben ripulito dai bug (come l’attuale versione PC, d’altronde), ma non ha trasformato il gioco in un capolavoro: permangono difetti per i fanatici del realismo, insiti in un incipit narrativo un po’ confuso e non perfettamente risolto, insieme a caratteristiche implementate in modo non del tutto convincente, tra macchinosità dei controlli, pesantezza tecnica abbastanza immotivata ed errori di design più gravi e fastidiosi. D’altra parte, gli affinamenti sono riusciti a rendere la fruizione dell’esperienza molto più fluida, e così a evidenziare meglio i non trascurabili pregi di Impact Winter, in particolare nella gestione, nel ruolo e nel possibile destino dei personaggi.

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Pro

  • Interessante e profonda gestione dei sopravvissuti.
  • Scenario aperto più piacevole da esplorare, dopo la ripulitura di bug e sbavature.
  • Buon livello di sfida.

Contro

  • Ripetitività di alcuni scenari.
  • Obiettivo principale narrativamente illogico e confuso.
  • Ancora migliorabile in tante caratteristiche.
7.6

Buono

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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