Lust from Beyond – Recensione

PC

Il nostro ingrifato antiquario si ritrova immerso nel mondo di Lusst’Ghaa, scambiato ingenuamente per uno dei suoi soliti incubi

Qualcosa, tuttavia, va storto e il nostro ingrifato antiquario si ritrova immerso nel mondo di Lusst’Ghaa, scambiato ingenuamente per uno dei suoi soliti incubi. Il proposito di andare in cura presso uno psichiatra darà l’incipit a un malsano andirivieni tra due mondi paralleli: il ramingo paese di Bleakmoor, mille volte più cupo di Twin Peaks, e – per chi avesse visto Stranger Things – una specie di Sottosopra gigeriano dalle fattezze putride e spaventose (ma con qualche pregevole “passatempo” qua e là).

UN’INSANA AVVENTURA IN 3D

Sviluppata con Unity, Lust from Beyond è un’avventura in 3D con rappresentazione in soggettiva. Ci muoviamo attraverso le sue inquietanti location proprio come se fossimo là, interagendo con tanti oggetti e scappando, quando necessario, dai nemici che ci braccano. Il gioco, infatti, ha anche una componente survival horror, che prevede fughe temporizzate e due blandi sistemi di stealth e di combattimento. Sono abbastanza abbozzati, però, e poco incisivi nell’economia dell’opera. Il sesso, mostrato esplicitamente nelle forme e negli atti, non è l’elemento clou della narrazione: lungi dall’essere l’unica spinta ad andare avanti, spesso è rappresentato in modo violento e raccapricciante per colpire lo stomaco del giocatore, piuttosto che per eccitarlo.

lust from beyond recensione

L’estasi suprema dell’idillio d’orrore. La notte in hotel non deve essere andata come previsto…

COL PASSARE DEL TEMPO, LA COMPONENTE HORROR AVRÀ IL SOPRAVVENTO SULL’ASPETTO VOYEURISTICO

Non si può negare che aggiunga un bel po’ di pepe allo svolgimento del gioco, ma col passare del tempo la componente horror ha il sopravvento sull’aspetto voyeuristico e ci spinge a scoprire come si evolverà la faccenda, indipendentemente dai genitali, dagli amplessi e dalle viscere in bella vista. Tecnicamente parlando non è neanche così malaccio, con una resa delle location di discreta fattura e una colonna sonora azzeccata. Duole, invece, notare come molti elementi si ripetano identici tra le varie stanze, come sia facile annoiarsi di fronte alla staticità degli ambienti di Lusst’Ghaa, come ci si possa imbattere in personaggi che parlano senza neanche muovere le labbra e, soprattutto, che come il suo predecessore ha dei fastidiosi buchi nella trama, con eventi che accadono senza un perché e talvolta senza una logica. Meno male che c’è la traduzione in Italiano, vista l’enorme mole di testi che ci tocca leggere sullo schermo. L’avventura è insospettabilmente lunga: ci vogliono più di sei ore per terminarla e ha finali differenti, qualche fastidioso intermezzo action e molta, molta “carne” al fuoco. Non permette, però, di salvare in slot diversi e questo è proprio un peccato.

In Breve: Lust from Beyond affronta tematiche non facili come le malattie psichiatriche, la sessualità e l’idea stessa di un culto basato esclusivamente sul piacere fisico costruendo un impianto narrativo quasi convincente, senza lesinare sulla cruda rappresentazione del sesso e della violenza, ma riuscendo a mantenere un equilibrio difficile con tutte le altre componenti del gioco. La qualità tecnica tuttavia è altalenante, con modelli 3D che sembrano usciti da qualche gioco di 20 anni fa, animazioni al limite della decenza e improvvisi “colpi di tosse” della sceneggiatura. Secca parecchio la ripetitività delle location e degli enigmi nel mondo di Lusst’Ghaa, ma alla fine il gioco non è poi così male.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 1600, 16 GB di RAM, GeForce GTX 980 Ti, SSD
Com’è, Come Gira: Una cinquantina di frame al secondo con la configurazione di prova a 2560×1440 garantiscono che, a 1080p, dovrebbe essere perfetto con qualunque scheda video medio-alta degli ultimi anni.

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Pro

  • Costo decisamente contenuto / Avventura lunga da portare a termine / Apprezzato tentativo di introdurre il sesso come elemento del gameplay.

Contro

  • Sceneggiatura claudicante, con eventi ingiustificati / Resa grafica ampiamente migliorabile, soprattutto per i corpi umani. Sistema di salvataggio troppo elementare.
7.4

Buono

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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