Il nostro ingrifato antiquario si ritrova immerso nel mondo di Lusst’Ghaa, scambiato ingenuamente per uno dei suoi soliti incubi
UN’INSANA AVVENTURA IN 3D
Sviluppata con Unity, Lust from Beyond è un’avventura in 3D con rappresentazione in soggettiva. Ci muoviamo attraverso le sue inquietanti location proprio come se fossimo là, interagendo con tanti oggetti e scappando, quando necessario, dai nemici che ci braccano. Il gioco, infatti, ha anche una componente survival horror, che prevede fughe temporizzate e due blandi sistemi di stealth e di combattimento. Sono abbastanza abbozzati, però, e poco incisivi nell’economia dell’opera. Il sesso, mostrato esplicitamente nelle forme e negli atti, non è l’elemento clou della narrazione: lungi dall’essere l’unica spinta ad andare avanti, spesso è rappresentato in modo violento e raccapricciante per colpire lo stomaco del giocatore, piuttosto che per eccitarlo.
COL PASSARE DEL TEMPO, LA COMPONENTE HORROR AVRÀ IL SOPRAVVENTO SULL’ASPETTO VOYEURISTICO
In Breve: Lust from Beyond affronta tematiche non facili come le malattie psichiatriche, la sessualità e l’idea stessa di un culto basato esclusivamente sul piacere fisico costruendo un impianto narrativo quasi convincente, senza lesinare sulla cruda rappresentazione del sesso e della violenza, ma riuscendo a mantenere un equilibrio difficile con tutte le altre componenti del gioco. La qualità tecnica tuttavia è altalenante, con modelli 3D che sembrano usciti da qualche gioco di 20 anni fa, animazioni al limite della decenza e improvvisi “colpi di tosse” della sceneggiatura. Secca parecchio la ripetitività delle location e degli enigmi nel mondo di Lusst’Ghaa, ma alla fine il gioco non è poi così male.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 1600, 16 GB di RAM, GeForce GTX 980 Ti, SSD
Com’è, Come Gira: Una cinquantina di frame al secondo con la configurazione di prova a 2560×1440 garantiscono che, a 1080p, dovrebbe essere perfetto con qualunque scheda video medio-alta degli ultimi anni.
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