The Midnight Walk – Recensione

PC PS5 VR

Amanti di Tim Burton e delle avventure tinte d’horror, unitevi a Potboy e The Burnt One in The Midnight Walk, un bel tentativo di portare la narrazione immersiva e l’estetica artigianale ai massimi livelli.

Sviluppatore / Publisher: MoonHood / Fast Travel Games Prezzo: € 39.99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS5, SteamVR, PS VR2, Meta Quest Data di uscita: Già disponibile

Per riuscire a raggiungere tale scopo, MoonHood, nuovo studio svedese fondato dagli autori di Lost in Random, ci offre non una ma ben due modalità di fruizione della stessa esperienza con ovvie conseguenze sul tipo di impatto: una tradizionale in prima persona – d’ora in avanti chiamata flat – e una VR decisamente più coinvolgente. Ad accomunarle, un unico obiettivo: immergere il giocatore in un mondo inquietante fatto di argilla e ombre.

I devs hanno puntato su un’estetica emotivamente sconvolgente e un concept originale, con modelli realizzati in stop-motion degni dei migliori film d’animazione dark – Nightmare Before Christmas su tutti – e una meccanica di gameplay basata su un curioso sistema di chiusura degli occhi, il cosiddetto “parpadeo”. Basterà tutto ciò a fare di The Midnight Walk un gran gioco? Scopriamolo, ma prima un avvertimento: non allontanatevi dalla luce durante la lettura.

UN MONDO DI ARGILLA E LUCE

Il primo incontro con il titolo svedese è visivamente sorprendente. L’intero universo di gioco è realizzato con modelli fisici in argilla, scansionati in 3D e animati con la sempre deliziosa tecnica stop-motion. Questo conferisce al gioco un’atmosfera unica, la quale richiama le inquietanti e fiabesche ambientazioni di Tim Burton o Laika Studios, ma con un tocco di artigianalità tangibile difficilmente replicabile in digitale.

Il primo incontro con The Midnight Walk è visivamente sorprendente

Le ambientazioni, avvolte da un’oscurità invadente, si illuminano grazie alla lanterna vivente Potboy, una sorta di compagno di viaggio che fornisce luce e aiuto. La gestione delle interazioni tra Potboy e gli enigmi ambientali, insieme alla meccanica di “parpadeo” che permette di chiudere gli occhi per evitare pericoli e rivelare dettagli nascosti, sono i cardini del gameplay.

The Midnight Walk

Potboy, in tutto il suo… la sua simpatia.

In versione flat l’estetica cupa si lascia apprezzare con calma, permettendo al giocatore di concentrarsi su ogni singolo dettaglio modellato a mano, quasi si trattasse di un patchwork d’opere d’arte grottesche realizzato con manualità sopraffina. L’illuminazione e le ombre si susseguono con maestria, creando un’atmosfera ricca di tensione e mistero che cattura dall’inizio alla fine in un’avventura horror che dura tre le cinque e le sei ore, a seconda di quanto tempo si trascorre ad ammirare gli scorci suggestivi. L’idea di un mondo costruito come un piccolo diorama prende vita in modo suggestivo, regalando un’esperienza tanto bella quanto inquietante per l’intera durata dei cinque capitoli, delle mini storie che trattano tematiche delicate come la sofferenza e la perdita.

TRA FLAT E VR, LUCI E OMBRE DI THE MIDNIGHT WALK

Il cuore di The Midnight Walk è rappresentato dall’interazione con il mondo di gioco attraverso Potboy e dalla meccanica di chiudere gli occhi per svelare o nascondere minacce, oltre ai numerosi armadi sparsi ovunque utili a celare la propria presenza agli abomini che popolano gli scenari non open world. In versione flat, questa funzione si attiva con un semplice tasto, risultando immediata e funzionale. Il giocatore deve gestire con attenzione la fiamma per esplorare ambienti ostili, aggirare i mostri e risolvere enigmi ambientali. Il ritmo è lento, meditativo, quasi da fiaba nera, ma con alcuni momenti di tensione capaci di provocare qualche benefica scarica di adrenalina.

Il cuore del gameplay è rappresentato dall’interazione con il mondo attraverso Potboy e dalla meccanica di chiudere gli occhi

La versione VR, invece, punta tutto sull’immersione e la differenza si sente. L’effetto tridimensionale della modellazione stop-motion è molto più impattante quando si ha la possibilità di guardare a 360° un mondo fisico ricostruito con tanta attenzione alle minuzie. Ritrovarsi dentro scenari in cui ciascun elemento – sfondi, personaggi, oggetti – ha sempre qualcosa di inquietante è molto più coinvolgente rispetto a guardarli con uno schermo a fare da filtro alle emozioni. Il parpadeo in VR, implementato tramite tracciamento oculare o pulsanti dei controller, si trasforma in un gesto naturale, sebbene a volte possa risultare impreciso o faticoso da replicare con costanza per sessioni prolungate. Inoltre, alcune interazioni sono meno fluide rispetto alla controparte flat, con qualche sporadico problema nel rilevamento dei movimenti.

In VR è mooolto più coinvolgente, credetemi.

Nonostante ciò, la realtà virtuale aggiunge una dimensione extra all’esperienza di MoonHood che la versione tradizionale non è naturalmente in grado di offrire: il senso di presenza e la fisicità del mondo di argilla ampliano parecchio lo spettro di sensazioni provate giocando, facendo alzare di mezzo punto il voto che vedete a fine recensione. Detto questo, il gioco in VR non è esente da qualche difetto tecnico, come cali di frame rate e un’interfaccia a volte macchinosa, soprattutto per chi è meno abituato a questo tipo di esperienze. Bene il comfort invece, con diverse opzioni per l’accessibilità.

UN’ESPERIENZA DA VIVERE, NONOSTANTE I LIMITI

The Midnight Walk è senza dubbio un titolo peculiare e coraggioso, che adora stupire grazie a una forte identità visiva e a una proposta narrativa inusuale. La versione flat offre un’esperienza più stabile e semplice da gestire, forse troppo in virtù di un gameplay a conti fatti basilare, ma in ogni caso perfetta per chi vuole vivere una storia dark. Dall’altra parte, la modalità VR propone una profondità sensoriale e un livello di immersione di ben altra caratura, ma richiede pazienza per digerire qualche sbavatura e un po’ di pratica per padroneggiare le meccaniche più originali.

Difficile non rimanere colpiti dalla direzione artistica. Impossibile, direi.

Il gioco non dura tantissimo (oddio, per i canoni VR la durata può andare quasi bene), a volte alcuni enigmi risultano poco stimolanti o troppo lineari, come un po’ il gameplay nel complesso. Chiudere gli occhi come meccanica di difesa è un’idea fascinosa ma rischia di diventare ripetitiva. Inoltre, al netto di un comparto artistico indubbiamente eccellente, il level design e il pacing narrativo potrebbero beneficiare di maggior varietà e un ritmo più dinamico.

la passeggiata di mezzanotte può regalarvi qualche ora di autentico mistero e fanciullesca meraviglia

The Midnight Walk è un viaggio affascinante in un universo artigianale e oscuro. È un titolo di nicchia, consigliato a chi è curioso di provare un’esperienza narrativa innovativa e, soprattutto, a chi dispone di un visore VR, di gran lunga il modo migliore per giocarci perché consente di sfruttarne appieno le potenzialità: il mondo modellato da MoonHood in VR ha tutta un’altra consistenza rispetto alla controparte flat. Se amate le atmosfere cupe, l’artigianato digitale e siete pronti a perdonare qualche ombra di troppo, la passeggiata di mezzanotte può regalarvi qualche ora di autentico mistero e fanciullesca meraviglia.

In Breve: Un po’ avventura horror, un po’ rappresentazione virtuale dei sogni di Tim Burton, The Midnight Walk è una di quelle opere videoludiche che va giocata per poter essere compresa davvero. Possibilmente in VR, dove sa esprimere il meglio di sé, giacché la versione tradizionale non riesce a restituire con la stessa intensità le emozioni che screziano un mondo oscuro, misterioso e intrigante. Specie in quest’ultima incarnazione non è consigliabile alla leggera, chi ha bisogno di un ritmo incalzante per divertirsi resterà deluso ad esempio, ma se vi interessa di più smarrirvi per qualche ora nelle tenebre insieme a Potboy, allora chiudete gli occhi e varcate la soglia della paura senza pensarci troppo: non ve ne pentirete.

Piattaforma di Prova: PC, Meta Quest via SteamVR
Configurazione di Prova: Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+, 32 GB RAM DDR5, SSD NVMe
Come’è, Come Gira: Una manciata di inciampi tecnici come dei cali di frame rate sporadici, oppure qualche bug – con tanto di riavvio forzato, meno male che i salvataggi sono automatici e frequenti. Niente di esagerato, intendiamoci, e poi è talmente bello da guardare (e ascoltare) che gli si perdona volentieri qualcosa.

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Pro

  • Atmosfera ipnotica / Direzione artistica sublime / Alcune idee sono molto interessanti / In VR dà il meglio

Contro

  • Gameplay ed enigmi lineari o poco stimolanti, talvolta / Ritmo lento, non adatto a chi cerca l'azione
8

Più che buono

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