Per quel che mi riguarda, Frictional Games meriterebbe un omaggio antologico anche più vasto della Amnesia Collection, magari un cofanetto con la remastered dei due Penumbra (che non esiste, proprio quando ci vorrebbe), lo stesso Amnesia: The Dark Descent e il più recente SOMA, l’unico a essere già arrivato su PS4. D’altra parte, l’offerta uscita questa mattina sul PlayStore è pur sempre composta da un vero capolavoro, da un gioco “semplicemente” buono e da un divertissement di un paio d’ore, ovvero dalla variabile sostanza ludica delle tre avventure pubblicate sino a oggi, solo in due casi opera del team svedese. Lo spin-off A Machine for Pigs, tuttavia, è realizzato da un altro grande studio indipendente, The Chinese Room, e a meno di 30 euro (circa 21 con l’attuale sconto Plus) l’acquisto della Amnesia Collection potrebbe addirittura diventare un dovere morale, a patto che si ami l’horror privo di compromessi.
PANICO LOVECRAFTIANO
La Amnesia Collection può assumere su PS4 anche un valore “storico”, nel caso qualcuno pensasse che gli spaventi in prima persona, nei panni di personaggi totalmente vulnerabili, sempre in fuga nell’oscurità, siano iniziati con il pur valido Outlast: al di là dell’assenza di elementi enigmistici, il gioco di Red Barrels riprende dai titoli di Frictional (solo PC, prima di SOMA) l’estremizzazione assoluta del concetto di survival horror, non con la scarsità di risorse ma addirittura con la totale vulnerabilità agli assalti dell’ignoto. Amnesia: The Dark Descent, in questo senso, è senza dubbio uno dei titoli horror più importanti e seminali degli ultimi 10 anni, con influenze profonde (vedi anche Alien: Isolation e Resident Evil 7) in tanti colleghi contemporanei.
l’acquisto della Amnesia Collection potrebbe addirittura diventare un dovere morale, a patto che si ami l’horror privo di compromessi
Il sistema di gioco, in quest’ultimo caso, è esattamente lo stesso di Amnesia: The Dark Descent: la lanterna, l’olio e gli acciarini ci difendono dal buio più profondo, mentre il livello di “sanità mentale” indica il nostro stato emotivo di fronte all’oscurità e alle visioni, con tremolii e offuscamenti della soggettiva che possono arrivare fino al panico paralizzante, ridotti a un ammasso di carne tremante in qualche angolo del castello. Il gameplay testimonia ancora più chiaramente l’amore di Frictional per H.P. Lovecraft, e tuttavia si arricchisce in Amnesia: The Dark Descent di una scrittura più articolata, di precisi riferimenti storici (l’alchimista Heinrich Cornelius Agrippa) e di suggestioni letterarie che stazionano dalle parti di Poe e Mary Shelley, per poi rituffarsi convintamente nelle profondità oscure e incomunicabili del genio di Providence.
TRAPPOLA PER MAIALI
La citata distanza qualitativa con A Machine For Pigs non dipende certo dalla trama, e anzi il tocco di The Chinese Room rende il racconto denso e originale.
The Chinese Room cerca di portare Amnesia sul suo terreno, con risultati meno efficaci rispetto all’originale
Chiudo con un paio di parole sulla prestazione tecnica: di base, senza sorprese, ci troviamo davanti a un porting piuttosto stretto delle rispettive versioni PC, belle nell’atmosfera ma non certo all’ultimo grido in termini di modellazione poligonale e texture, nemmeno al momento della pubblicazione. All’epoca, ovvero prima del notevole salto qualitativo di SOMA, il motore grafico proprietario HLP era scritto per consentire un rapido utilizzo da parte di una manciata di sviluppatori, e tuttavia garantisce oggi come allora tutti i tocchi d’atmosfera di cui il gioco ha bisogno, insieme a un funzionale e diffuso uso della fisica. La mancanza più vistosa dell’Amnesia Collection, se vogliamo, è quella dell’editor per livelli e modifiche, sfruttatissimo su PC per costruire innumerevoli storie amatoriali, talvolta di alta qualità. Chissà, magari nella prossima generazione console cambierà anche questo.
La lacuna era vistosa e andava assolutamente colmata: a distanza di 6 anni arriva su PS4 uno dei giochi più influenti per i videogiochi horror contemporanei, Amnesia: The Dark Descent, accompagnato dall’espansione Amnesia: Justine e dallo spin-off Amnesia: A Machine for Pigs di The Chinese Room. Quest’ultimo, per la verità, non è esattamente al livello dei lavori di Frictional Games, non per particolari demeriti della“guest star” d’eccezione (tornata, anzi, a graffiare con Everybody’s Gone to the Rapture), ma per la minore efficacia delle dinamiche in termini strettamente horror. Ciò non toglie che l’Amnesia Collection sia un pezzo assolutamente da avere, da cui non è lecito aspettarsi una grafica da paura ma solo (ahr, ahr) la paura vera.