Amnesia: The Bunker – Recensione

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Frictional Games torna con un nuovo survival horror in prima persona, Amnesia: The Bunker. Può esserci qualcosa di peggio delle atrocità della guerra per un soldato al fronte?

Sviluppatore / Publisher: Frictional Games / Frictional Games Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di uscita: 6 giugno

Fino a questo momento per Henri Clement, soldato della Prima Guerra Mondiale, sopravvivere ha significato riuscire a fuggire dalla trincea prima di venir raggiunto dal fuoco nemico. Tuttavia, nel tentativo di portare se stesso e un compagno ferito in salvo, si trova sfortunatamente sulla strada di un gruppo di soldati tedeschi, che non esitano a interrompere la loro fuga disperata.

Quando Henri riapre gli occhi non lo fa all’aperto ma sul lettino di una ormai deserta infermeria. Quello che ancora non sa è che, nel bunker nel quale si trova ora intrappolato, si nasconde qualcosa forse persino peggiore del conflitto al suo esterno.

AMNESIA: THE BUNKER E IL PEGGIOR RIFUGIO DI SEMPRE

Per coloro che non sanno cosa aspettarsi da Amnesia o per chi è abituato a titoli dal taglio più “moderno”, quei primi minuti di The Bunker che fungono da contesto narrativo e da tutorial potrebbero non convincere pienamente. L’intro dell’ultima fatica di Frictional Games è decisamente la parte meno coinvolgente di tutta l’esperienza, molto lineare e piuttosto generica, talvolta già afflitta da alcuni dei problemini di natura tecnica, per fortuna abbastanza rari, riscontrati durante la prova (come un freeze dello schermo di qualche secondo quando si tenta di aprire l’inventario nello stesso istante in cui parte l’animazione non schivabile di un nemico).

Amnesia: The Bunker

Non pensate di cavarvela facilmente contro la Creatura del bunker, nemmeno con una pistola in mano.

Il consiglio, però, è quello di non lanciarsi in giudizi affrettati. Una volta arrivati nel bunker, il gioco prende finalmente la forma definitiva del survival horror e l’obiettivo principale per noi giocatori, ossia quello far tornare Henri all’esterno senza cadere vittima della misteriosa e spietata Creatura che ne pattuglia i corridoi, inizia a delinearsi per ciò che è veramente: un’operazione estremamente più complicata del previsto, complice soprattutto la volontà degli sviluppatori di tenerci per mano il meno possibile. Ogni aspetto del design di The Bunker, nella sua semplicità, finisce per contribuire alla sensazione di ansia e apprensione che ci accompagnerà in qualsiasi momento passato fuori dalla zona sicura.

Non abbiate fretta di giudicare il gioco, la sua vera forma di survival horror si mostra soltanto una volta arrivati nel bunker

Arrivati per la prima volta nell’ufficio accanto al generatore (luogo nel quale è possibile salvare i propri progressi), abbiamo ben poco a nostra disposizione: una pistola e una manciata di proiettili, gentilmente offerti da un soldato dal destino molto meno sorridente del nostro, e una piccola torcia utilizzabile in qualsiasi momento ma da ricaricare continuamente con una rumorosissima manovella. La mappa è accessibile solo dalle singole stanze nelle quali è appesa, rendendo l’esplorazione e l’orientamento ancora più difficoltosi, e persino l’interazione con gli oggetti intorno a noi (come aprire porte o spostare barili attraverso il movimento del mouse/joystick e non con la semplice pressione di un tasto) rallenta le nostre azioni quel tanto che basta da alzare ancor di più la tensione, specie nei momenti in cui la Creatura, in perenne agguato, è più vicina di quanto non vorremmo.

Se solo fosse sempre tutto così ben illuminato…

Buio e rumore sono le principali minacce all’incolumità del nostro sventurato protagonista, ma non sempre sarà possibile evitarli. Lo scopo intrinseco del gioco è quindi quello di trovare l’equilibrio perfetto all’interno di questo terrificante labirinto, tra il collezionare oggetti e la durata del generatore che tiene accesa la luce nei corridoi, tra lo spazio limitato dell’inventario e la necessità di reperire consumabili di varia natura – taniche di benzina, stracci e bastoni da combinare tra loro per ottenere bende e torce -, tra la necessità di rimanere più silenziosi possibile e quella di decidere di distruggere una porta in legno con una granata piuttosto che cercare un mattone da tirarvici contro. Un test alla nostra pazienza, alla capacità di mantenere il sangue freddo e, perché no, anche all’attitudine all’improvvisazione.

TORNARE NEL BUNKER

Per alcuni giocatori, far arrivare Henri incolume ai titoli di coda per la prima volta basterà e avanzerà per considerare l’esperienza soddisfacente. Tuttavia, Frictional Games ha deciso di tenere in considerazione anche tutte quelle anime coraggiose che, nonostante gli orrori incontrati e schivati nella manciata di ore necessarie a fuggire dal bunker, potrebbero decidere di rientrarci per una seconda run, una terza, e così via.

La rigiocabilità è discreta grazie ai tre livelli di difficoltà Easy, Normal e Hard a cui se ne aggiungeranno presto altri

Amnesia: The Bunker offre infatti una discreta rigiocabilità, dovuta innanzitutto ai tre livelli di difficoltà disponibili: Easy, Normal e Hard – ai quali se ne aggiungeranno presto altri – differiscono tra loro principalmente per l’aggressività della Creatura, per la velocità con la quale il generatore consuma la benzina e per la facilità di reperire oggetti.

Amnesia: The Bunker

Farsi mordere dai topi significa sanguinare, e sangue significa Creatura in arrivo.

Anche la decisione di rendere casuali alcuni aspetti del gameplay rende ogni sessione di gioco differente e più o meno difficile della precedente. I codici necessari per aprire gli armadietti con i consumabili non sono mai gli stessi, così come la disposizione di oggetti e persino quella delle trappole disseminate lungo stanze e corridoi. Si potranno dunque sperimentare ancora più approcci al gioco e agli ostacoli a seconda delle risorse a disposizione e alla possibilità di espandere più o meno l’inventario. Se fatichiamo a trovare l’accendino o i materiali per costruire una torcia, per esempio, possiamo sempre cercare almeno della carne da lanciare ai famelici roditori in modo da tenerli distratti quel tanto che basta.

la decisione di rendere casuali alcuni aspetti del gameplay rende ogni sessione di gioco differente e più o meno difficile della precedente

Anche se il brivido della prima volta sarà probabilmente irripetibile e, dalla nostra esperienza di gioco, i finali alternativi sono risultati sostanzialmente quasi identici tra loro, Amnesia: The Bunker può regalare ancora qualche “piacevole” sorpresa a tutti coloro che non si fanno scoraggiare dai titoli di coda.

In Breve: Amnesia: The Bunker è un labirinto in cui è semplice perdersi, ma nel quale sarà altrettanto facile voler rientrare. Questo nuovo survival horror riesce a essere una sfida impegnativa e ricca di tensione senza cadere nella facile tentazione dei jumpscare o nel tenere troppo la mano al giocatore. Che abbiate già imparato a memoria i precedenti capitoli o che abbiate deciso di dare per la prima volta una chance alla saga di Amnesia, The Bunker si dimostra quindi un nuovo successo messo a segno da Frictional Games e un’esperienza da recuperare per tutti gli amanti del genere.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 5 5600X, 16GB RAM, RTX 3070, SSD
Com’è, Come Gira: Rarissimi i cali di frame riscontrati con la configurazione di prova e una risoluzione 1920×1080. Peccato per un paio di fastidiosi freeze all’apertura dell’inventario in momenti poco opportuni (per esempio, quando la Creatura ha deciso che avessi fatto decisamente troppo rumore ed è venuta a farmi un salutino ravvicinato).

 

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Pro

  • Una sfida ben equilibrata / Atmosfera terrificante senza jumpscare / Buona rigiocabilità

Contro

  • Intro e tutorial non proprio coinvolgente / Alcuni freeze temporanei, fortunatamente rari
8

Più che buono

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