In diverse occasioni mi è capitato di controllare l’età anagrafica di uno sviluppatore e scoprire la vicinanza con la mia, in particolare dopo aver apprezzato una sua opera sul piano dell’ambientazione o del tema narrativo. Con Ace Team – autori di Deadly Tower of Monsters – mi è già successo ai tempi di Zeno Clash, e in generale mi è sempre piaciuto lo stile un po’ folle di questo team cileno, nelle citazioni visive e culturali della loro opera prima (la pittura di Hieronymus Bosch, i collegamenti alla cultura arcoide del punk anni ’70) ma anche nei patchwork in stile Monty Python che caratterizzano le due opere minori, Rock of Ages e Abyss Odyssey.
Il risultato è lo stesso con The Deadly Tower of Monsters, stavolta in riferimento al cinema di fantascienza anni ’50 e ’60. Evidentemente, come molti bambini della mia generazione, i fratelli Andres, Carlos ed Edmundo Bordeu (l’acronimo dello studio deriva dalle loro iniziali) hanno fruito di una televisione ormai sparita da molti anni, ben prima dell’avvento di internet, che trasmetteva quasi ininterrottamente film datati di ogni genere e qualità, dai western e film di guerra fino, appunto, all’ingenua fantascienza dei trent’anni precedenti. All’epoca potevamo ritrovarci a vedere, senza saperlo, veri capolavori a basso costo come Il Pianeta Proibito o L’Invasione degli Ultracorpi, che ricordo di aver visto intorno ai sette anni, accanto a sgangherate opere con fili a vista, pupazzi e brutti costumi, incentrate sull’esplorazione di un pianeta ostile o l’arrivo di minacciosi alieni sulla Terra.
The Deadly Tower of Monsters rende omaggio al cinema di fantascienza anni ’50 e ’60
C’erano poi le pellicole ancora più datate, eppure carismaticissime, connesse alla scuola di Ray Harryhausen per l’animazione a passo uno, in cui i mostri erano miniature mosse a mano, fotogramma per fotogramma, e risultavano comunque la migliore rappresentazione animata di creature fantastiche vista fino a quel momento, prima dell’arrivo di Lucas, Spielberg e del dominio temporaneo degli animatroni. The Deadly Tower of Monsters è un disimpegnato ma sentito omaggio a tutto questo, con rappresentazioni grafiche della pochezza dei mezzi d’epoca (scatti nelle animazioni degli alieni, cavi sulla schiena di mostri volanti) e tanta cultura videoludica a unire il tutto, con gusto e giusta misura.
UN PIANETA IN STOP MOTION
Grado di sfida e durata non sono il piatto forte di The Deadly Tower of Monsters, cinque o sei ore di puro e piacevolissimo svago, e tuttavia fanno parte di una precisa struttura narrativa e ludica. Tutto il gioco è accompagnato dal “commentary” (totalmente in inglese, tenetelo in conto) di un fittizio regista che parla del suo film – che dà il nome al gioco – e spiega simpaticamente trucchi, rapporti con gli attori e altri dettagli di un certo modo di fare cinema, nel momento top dei B-movie all’inizio degli anni ’70. Una trovata gustosissima che dopo troppe ore, però, può persino infastidire, e allo stesso modo le semplici idee del gameplay e la tenue difficoltà sono state studiate per un’esperienza fluida e non troppo longeva, che racconta tutte le cose belle che ha da dire nella sua corta ma densa durata.
Il gameplay è un mix tra hack’n’slash, dual stick shooter e platform
Di base, la struttura del gameplay è un mix di dinamiche hack’n’slash, dual stick shooter (almeno, giocando col pad) e piccoli elementi platform, con predominanza netta dei primi due. Il fine ultimo è risalire un’altissima torre, passando da un cattivone ispirato a Ming di Flash Gordon, scimmie senzienti à la Planet of The Apes, zanzaroni volanti, robot e alieni di vario genere, ognuno costruito su precisi cliché da cinema fantascientifico retro. Non mancano upgrade per le armi e tre personaggi principali – un indomito esploratore dello spazio, una ragazza cresciuta sul pianeta e un robot – tutti con un’abilità speciale da utilizzare negli (elementari) enigmi e possono fruire, per il resto, delle armi a distanza e melee introdotte nei livelli, diverse anche nell’aspetto dopo i potenziamenti.
Accanto a classici scontri con boss, semplici ma ben ideati, troviamo piccole distrazioni dalla linea principale, come la visuale specifica per sparare a dischi volanti e pterodattili che attaccano dal basso, oppure la possibilità di buttarsi da un alto piano della torre, con i classici anelli da centrare in caduta libera. In tutti i casi non si tratta certo di idee nuove, ma di una serie di caratteristiche ben gestite che si uniscono al tema, alla simpatia del racconto e ai personaggi per un risultato di complessiva originalità, piacevole anche nell’uso leggero e colorato dell’Unreal Engine 3. Io direi di farci un pensierino.
Pur se breve e scarsamente impegnativo, The Deadly Tower of Monsters è un riuscitissimo omaggio ai B-movie fantascientifici anni 60′, realizzato con tutta l’attenzione del caso anche in termini di gameplay. Innesti da dual stick shooter, elementare hack’n’slash e platform si affiancano al simpatico commento di un fittizio regista, magari un po’ invasivo ma ragionevole per la durata dell’esperienza. Animazione a passo uno (simulata, s’intende), fili a vista e inverosimili pupazzi faranno la gioia degli appassionati di film fantascientifici, e magari insegneranno un po’ di storia a chi è troppo giovane per ricordare antichi e amabili stratagemmi della finzione cinematografica.