Die Young - Recensione

PC

Indiegala, piccola realtà di sviluppo e pubblicazione nostrana che ha dato alla luce Die Young, ci rapisce e ci fa risvegliare sul fondo di un pozzo su un’isola dai colori tipicamente mediterranei, nei pressi della Turchia. Nei panni di Daphne, una ragazza con la passione per le arrampicate e la bella vita, dovremo tirarci fuori da una situazione che è sfuggita di mano a lei e il suo gruppo di amici, recatisi sull’isola in cerca di una vacanza dalle emozioni forti: peccato che siano state le emozioni forti a piombare con ferocia inaudita su di loro.

UN SIMULATORE DI FUGA DAL PICCOLO BUDGET MA DAL GRANDE CUORE TRICOLORE

Questo Die Young non è un survival classico, giacché i bisogni primari come fame e sete sono semplici da soddisfare visto che acqua e cibo abbondano e il crafting non è particolarmente articolato, nonostante nella sua semplicità si riveli adatto al contesto. Non è nemmeno un FPS basato sul combattimento, dal momento che lo scontro frontale risulta una dinamica abbozzata cui affidarsi solo dopo che le preghiere non hanno sortito alcun effetto. Dopo averlo provato a fondo, credo che la definizione più adatta sia “simulatore di fuga”, stando bene attenti a non confondersi con la prima vocale. Ripartiamo dal momento in cui si esce dal pozzo e inizia l’avventura. Ciò che ci troviamo di fronte è un un’isola misteriosa – con una superficie di 12 chilometri quadrati – dove flora e fauna sono sparse un po’ ovunque in un ambiente apparentemente paradisiaco. La pace surreale che si respira attraversando le bucoliche ambientazioni è destinata a essere presto spezzata, perché disturbanti e disturbati figuri mossi da oscure motivazioni e sinapsi evidentemente difettose sono là fuori ad aspettare un passo falso della loro preda. L’obiettivo di questi fanatici e dei loro numerosi mastini da guardia siamo noi, nel caso ci fossero ancora dubbi. Il gioco si basa su un’idea semplice, ovvero la necessità di fuggire da una situazione pericolosa senza poter contare su chissà quali strumenti o abilità. La protagonista è agile ma non invincibile, non possiede armi devastanti ma solo quelle che si possono trovare durante l’esplorazione o costruire con il crafting e, tra le tante minacce, incontrerà energumeni incappucciati armati di falce che potranno spedirla all’altro mondo con un paio di fendenti. L’unico modo per evitare i cicciuti mietitori di vite è muoversi furtivamente sfruttando l’erba alta, nascondersi alla loro vista e arrampicarsi. Questa feature sembra presa direttamente dal parkour di Dying Light e, se concettualmente funziona in modo simile, all’atto pratico il paragone non regge. Funziona solo in determinati punti e, soprattutto, la meccanica è minata da una rigidità che può dar vita a fatali sequenze di tuffi nel vuoto quando non si è perfetti al millimetro. La pratica aiuta, è vero, ma la scomodità rimane. Per fortuna, il level design della mappa open world oriented è studiato in modo che un eventuale balzo sbagliato non obblighi a ripercorrere tutto il percorso. A indirizzare le nostre scalate, inoltre, ci pensano dei segni sulle sporgenze utili e l’abilità Percezione, che evidenzia appigli e presenze nei paraggi. Il gameplay non si basa sulla lotta perché, nonostante sia una strada percorribile, talvolta si rivela un percorso troppo rischioso.die young recensione

L’obiettivo di questi fanatici e dei loro numerosi mastini da guardia siamo noi, nel caso ci fossero ancora dubbi

Il combat system è legnoso, pretende precisione nei colpi, nelle parate e nelle schivate ma non la contempla come si deve, dimostrandosi inferiore a livello di feeling rispetto alla meno nobile – ma più saggia – arte della fuga disperata; l’approccio che non delude mai e quello su cui si basa il gioco, infatti, è lo stealth, una soluzione più cauta che si incastra perfettamente con il senso d’inquietudine che pervade l’esplorazione. Le pietre infinite di cui disponiamo possono fungere da diversivo per attirare l’attenzione dei nemici, permettendoci di sgattaiolare indisturbati o quasi. La tensione non allenta mai la presa sul giocatore, se non quando si trova un rifugio in cui riposare o sfruttare i viaggi veloci, creando un costante senso di angoscia figlio dell’adrenalinica sensazione di essere in costante pericolo. La trama, seppur abbastanza inflazionata e senza localizzazione in italiano, riesce a reggere la baracca narrativa, aiutata molto dal punto di forza del gioco, ovvero un’esplorazione gradevole e immersiva, corroborata da una buona varietà di minacce, da un ritmo ora calmo ora frenetico fomentato dai repentini cambi nella colonna sonora e da ambientazioni azzeccate, tutte dense di un’atmosfera tesa che spinge a controllare ovunque per scorgere in anticipo i nemici.

HAI MANGIATO TROPPO, UE4? BURP!

Graficamente il quadro dipinto da Indiegala appare pregevole se osservato da lontano e imperfetto a un’analisi più ravvicinata. Tra alti e bassi il mix riesce ad ipnotizzare il giocatore e anche se, di quando in quando, la magia viene spezzata da qualche sbavatura visiva, il risultato finale resta valido. Un’ottimizzazione insufficiente, invece, fa sembrare inaspettatamente appesantito – se non in affanno – l’UE4 e, infatti, i requisiti di sistema consigliati non sono bassi. Sporadici crash, qualche bug e dei caricamenti estenuanti (un abbondante paio di minuti cronometrati), invece, sono le vere magagne tecniche che inficiano sull’esperienza e che devono essere sistemate in fretta. Sembra che gli sviluppatori siano al lavoro per correggere i problemi e ciò fa ben sperare. Un altro neo riguarda l’IA dei nemici, forse un po’ troppo piatta, ma comprensibile mancanza legata fors’anche alle limitate risorse degli sviluppatori. Die Young è un progetto indipendente ambizioso che merita di essere tenuto d’occhio perché è capace di immergere con veemenza in terrificanti sessioni di caccia in cui la preda è il giocatore. Per incutere paura è sufficiente l’idea su cui poggia il gioco e la passione con cui è stata sviluppata. Il gameplay risente un po’ di alcune meccaniche solo accennate o poco rifinite, perché una realizzazione più accurata di certi elementi avrebbe contribuito a offrire un’esperienza migliore e più completa; i fardelli più fastidiosi, tuttavia, sono quelli tecnici e sono loro che gravano maggiormente sulla qualità attuale del titolo.

L’impressione è che in Die Young ci siano tanti ingredienti diversi, ma non tutti cucinati con la stessa cura e sapienza. Quando si assaggia la pietanza, pertanto, si percepiscono diverse consistenze. Dipende molto dalle aspettative con cui ci si approccia: se ci si aspetta la nouvelle cousine e la perfezione ovunque, allora le imprecisioni urticheranno il palato. Se, invece, ci si approccia con la consapevolezza di avere nel piatto una portata indie che vuole regalare attimi di tensione, allora le soddisfazioni sapranno ripagare del prezzo speso (16,79 €) per sedersi all’inquietante tavola, perché Die Young vi farà fuggire col cuore in gola per una decina di ore o poco più, compiendo il suo dovere dall’inizio alla fine.

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Pro

  • Idea intrigante, ambientazioni azzeccate.
  • Esplorazione che regala generosi momenti di tensione, centrando l’obiettivo del gioco.

Contro

  • Diverse imprecisioni, con ottimizzazione e problemi tecnici in primis.
  • Alcune meccaniche grezze o abbozzate castrano il gameplay.
7

Buono

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