Costruire un ducato letteralmente un pezzo alla volta, dimostrando d’essere abili a Tetris, nel deckbuilding e nella strategia? Questo e altro è Drop Duchy, un indie a cui le etichette non si addicono granché perché fa categoria a sé.
Sviluppatore / Publisher: Sleepy Mill Studio / The Arcade Crew Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data di lancio: 5 maggio
Intrecciando meccaniche e influenze con sorprendente abilità, Sleepy Mill Studio ha realizzato un gameplay-patchwork privo di cuciture maldestre per poi tramutarlo in un videogame degno degli atelier videoludici più raffinati. Artigianato d’un tempo direbbe qualcuno, e mi associo: capace com’è di ricordaci l’irresistibile fascino della creatività, Drop Duchy è davvero sartoria d’alta scuola.
Tasselli da incastrare come nel più celebre dei puzzle game, righe da esplorare per ottenere risorse, edifici da sbloccare o potenziare alla bisogna e striminzite battaglie medievali da vincere, sempre in salsa deckbuilder roguelite, sempre seguendo delle regole di facile comprensione ma d’impegnativa applicazione. Dove sarebbe il divertimento, altrimenti?
IL MIO DUCATO, UN PEZZO DOPO L’ALTRO
Drop Duchy ci fa giocare a Tetris con i diversi terreni ed edifici che piovono dall’alto. Quando si completa una riga, quest’ultima viene “esplorata” ovvero attivata, ricompensandoci con le risorse previste dai terreni e dagli edifici che la formano. La prima difficoltà sta nell’incastrare e combinare le carte del nostro mazzo – gli edifici, divisi in Produzione e Militari – con i Terreni previsti da ogni Luogo, sostanzialmente le tappe in cui ci rechiamo spostando la nostra pedina in una mappa in stile Slay the Spire, per sfruttarne gli effetti.
La prima difficoltà sta nell’incastrare e combinare le carte-edificio nel nostro deck ai Terreni dei luoghi
Alcune tappe sono ideate per la raccolta delle risorse in pace (ma sceglierle aumenta le difese dei boss, attenzione), altre invece alzano l’asticella della difficoltà aggiungendo i nemici. La presenza di carte-edificio ostili mescolate alle nostre e a quelle della tappa irrobustisce il gameplay con uno spesso strato di strategia supplementare, aumentando di diverse tacche la profondità di Drop Duchy. Stabilire dove piazzare una Foresta utile, seguita subito dopo (a meno di congelare il problema con E, che blocca un solo pezzo alla volta però) da un edificio nemico che ne approfitterebbe, è solo una delle tante scelte difficili che siamo chiamati a compiere. A tutto ciò bisogna sommare lo spazio della griglia che si riduce a ogni pezzo posizionato, lasciandoci lentamente senza spazio di manovra, ossigeno e, nei casi peggiori, risorse o truppe.
BATTAGLIE TATTICHE E TENSIONE COSTANTE
Perché quando si finiscono i pezzi oppure si riempie fino al limite superiore una griglia, se ci sono dei nemici ha inizio la battaglia. Lo svolgimento è essenziale in quanto a rappresentazione scenica, è la tattica a rubare la scena in questi momenti. La regola principale è la seguente: Freccia batte Ascia, Ascia batte Spada, Spada batte Freccia. In pratica gli scontri si svolgono così: si devono selezionare le proprie truppe e quelle dei nemici in modo da creare una sequenza d’attacco che sfrutti a nostro vantaggio i punti di forza e le debolezze delle varie truppe.
Lo svolgimento è essenziale in quanto a rappresentazione scenica, è la tattica a rubare la scena durante le battaglie
DROP DUCHY, TRA ROGUELITE E DECKBUILDING
Il gioco integra intelligentemente le meccaniche dei deckbuilder a un gameplay peculiare in cui strategia in tempo reale e puzzle game si fondono generando un ibrido più unico che raro, semplice e complesso al contempo, dai tratti roguelite giacché ci fa ricominciare da zero dopo ogni sconfitta ma, a patto di completare alcune sfide, ci concede di farlo con delle carte già potenziate. Ottimizzare è la chiave del successo mentre si raccolgono le risorse – Cibo, Legna, Pietra, Oro e via dicendo – esplorando le righe, un’azione che fornisce i mezzi per potenziare le carte durante una run, assoldare Mercenari oppure sbloccare slot extra, dunque cosa conviene fare? Il dubbio amletico dopo ogni Luogo superato dalla risposta mai scontata, e non sto drammatizzando: le risorse sono limitate ergo tocca decidere con saggezza come investirle.
Sarà anche carino e coccoloso col suo stile leggero, ma gli sbagli si pagano a caro prezzo in Drop Duchy. È vero che fra una tappa e la successiva si può modificare il proprio pool di edifici selezionando tra le carte ritenute migliori a seconda delle caratteristiche della prossima location, tuttavia nemmeno in modalità Facile è un compito… facile. Più semplice risulta capire come ottenere nuove carte, indubbiamente.
La progressione, affidata a degli obiettivi da completare, spinge a sperimentare, ad azzardare giocate fuori dalla nostra comfort zone

La sequenza d’attacco che ho scelto è: 27 Spade contro 8 Arcieri, poi ciò che resta si unisce a 10 Asce e 10 Arcieri e, infine, assalto al boss, quel Muro da 21. Spoiler: vittoria!
Se ho svolto bene il mio dovere, arrivati fin qui ne avrete pieni i… tasselli di sentirmi evidenziare la maniacale cura con cui lo studio francese ha confezionato la sua particolare nonché accattivante opera. Drop Duchy è un trionfo di creatività magari non eccezionalmente longevo nella singola run, specie dopo averne compreso fino in fondo le molteplici sfaccettature, o fin troppo cattivo in talune circostanze, ma incredibilmente difficile da descrivere e ancor più da disinstallare. Perché proprio nel momento in cui pensi di avergli preso le misure, il gioco di Sleepy Mill Studio ti ricorda chi comanda e separartene sarà sempre più arduo di quanto credi. Anche quando dice un po’ troppo male e le cose si fanno frustranti, come succede soprattutto contro i boss dalle dinamiche speciali, non si riesce proprio a serbargli rancore.
In Breve: Drop Duchy mescola Tetris, deckbuilding e roguelite in un ibrido sorprendente per la fluidità del gameplay che lo caratterizza. Si costruisce un ducato incastrando tasselli di edifici e terreni su una griglia, esplorando righe per ottenere risorse e truppe con cui affrontare battaglie tattiche. La progressione è scandita da sfide che sbloccano nuove carte e fazioni, una chicca che garantisce rigiocabilità. Curato nei dettagli e originale al punto giusto, è un’idea assai difficile da abbandonare anche dopo aver conseguito la prima, sudatissima vittoria.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+, 32 GB RAM DDR5, SSD NVMe / i5-10210U, Intel UHD Graphics, 16 GB RAM DDR4, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Impossibile mettere in difficoltà la configurazione di prova, ma anche su un Lenovo ThinkPad L15 Gen 1 non certo da gaming non ho ravvisato problemi. Direzione artistica semplice, convincente, priva di fronzoli perché deve badare principalmente a restituire il giusto feeling, proprio come fanno la soundtrack e gli effetti sonori. Bene la traduzione in italiano, sempre chiara.