Patch Quest – Recensione

PC

Un mix di Pokemon, roguelite, bullet hell e dungeon crawler è stato preso al lazo da Lychee Game Labs e trasformato in Patch Quest, un patchwork di generi che sa il fatto suo.

Sviluppatore / Publisher: Lychee Game Labs / Curve Games Prezzo: € 14,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Co-op locale PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data di uscita: Già disponibile

Chi non ha mai sognato di addomesticare uno degli infiniti mostri che, durante le nostre scorribande virtuali, abbiamo incrociato? Difficile resistere alla tentazione, specie se ciascuna di queste creature è dotata di caratteristiche uniche.

Dal sogno alla realtà il passo è breve in Patch Quest, un gioco in cui non solo è possibile addomesticare ogni mostro e cavalcarlo, ma è fondamentale farlo se si vuole avere una possibilità di sopravvivere all’inferno di proiettili.

BENVENUTI A PATCHLANTIS

Un tempo Patchlantis era la culla di una civiltà ormai perduta, ma adesso è stata totalmente conquistata dalla natura. Vi si trovano solo mostri feroci, terreni accidentati e rovine piene di trappole, oltre a obelischi e segni dei precedenti padroni. Ogni notte, inoltre, una potente tempesta rimescola i lembi che compongono il variegato terreno dell’isola, dandole sistematicamente un volto sempre nuovo al mattino. In qualità di membri della Gilda degli esploratori, come ci spiega subito il nostro zaino-tutor Zay, la nostra missione è farci largo attraverso pericoli e ostacoli assortiti per trovare il tesoro dell’antico re.

Patch Quest

Nel bel mezzo dell’azione è sempre possibile cambiare tipo di munizioni.

Per portare a termine l’arduo compito possiamo contare sulla nostra fidata Sparacibo, una pistola che sputa spuma calmante con cui addormentare i numerosi mostri che, in ogni lembo-sezione che compone la labirintica mappa, proveranno a farci la pelle. Tra power-up d’ogni genere, infiniti proiettili (anch’essi di diverso genere) da evitare, differenti munizioni che modificano il comportamento della nostra arma, un colpo caricato con cui si vomita quel che resta nel caricatore e il conseguente cooldown quando tocca auto-ricaricare, Patch Quest può sembrare la versione carina e coccolosa di The Binding to Isaac.

IPNOFALENA, SCELGO TE!

In effetti sarebbe così se non fosse per la sua vera peculiarità. Mi riferisco al Lazo, lo strumento che ci dà la possibilità di provare ad addomesticare qualunque creatura (sì: anche i mini boss e i boss) per cavalcarla, sfruttandone così le caratteristiche e le abilità speciali.

OLTRE 50 MOSTRI CON ABILITà UNICHE: è un attimo farsi prendere dalla smania di collezionarli tutti

Ognuno degli oltre 50 mostri cavalcabili possiede il suo set di skill uniche, sicché è un attimo farsi prendere dalla smania di collezionarli tutti e provare l’irrefrenabile voglia di acciuffare ogni creatura in cui si imbatte, anche perché quando una cavalcatura esaurisce l’energia ci lascia a piedi e se ne va. Se succede nel bel mezzo di un combattimento può finire molto male perché, specie quando ci si trova in lembi popolati da creature più forti, prenderne un’altra al lazo e girarle intorno per cavalcarla, evitando di essere colpiti, può risultare estremamente difficoltoso.

Patch Quest

Non è facilissimo prendere al lazo e addomesticare un mostro quando si è circondati.

In queste circostanze ci vuole poco per soccombere. Quando accade si viene rispediti al campo base, l’hub da cui si avvia ogni spedizione e dove si possono collezionare le piante e i minerali incontrati nel corso di ogni run grazie alle Puntine. La personalizzazione del campo base è alquanto basilare, non ci si deve aspettare chissà quale profondità né impatto sul gameplay se si esclude il rafforzamento del legame con i pet (animali che possiamo richiamare durante una spedizione); si sarebbe potuto sfruttare di più il potenziale della meccanica, ma data l’enorme varietà di potenziamenti, condizioni, munizioni, abilità dei mostri e bonus presenti in ogni partita, va bene così. Inizialmente l’uscita disponibile presso il campo base è una soltanto, quella ovest, ma a forza di esplorare porzioni di mappa, sbloccare scorciatoie, compiere nuove scoperte e diventare più forti aumentando di rango, ben presto si riesce ad avere accesso alle altre tre uscite da cui lanciarsi all’avventura in altri biomi.

IL PICCOLO GRANDE PATCH QUEST

Patch Quest stimola l’esploratore che è in noi anche a causa di una difficoltà che, ai livelli più alti, può dare del filo da torcere a chiunque. La curiosità verso la scoperta è il carburante che spinge ad avviare la prossima partita e quella dopo ancora, un loop da cui non è facile uscire. Scemato l’entusiasmo iniziale, tuttavia, può farsi sentire una certa ripetitività, sensazione in parte attenuata dai tantissimi elementi da combinare al fine di trovare la propria comfort zone.

Un po’ di ripetitività può palesarsi, ma in parte è attenuata dall’enorme quantità e varietà di mostri, proiettili, abilità e power-up da combinare

Probabilmente ciò dipende dal fatto che, a forza di tentativi, alcuni potenziamenti si rivelano assai meno utili di altri, oppure è legato al fatto che i lembi dell’ampia mappa di gioco che vengono generati casualmente a ogni nuova partita, ma non i boss e la tipologia di nemici di ogni bioma; se da un lato ciò rende meno ingombrante la presenza della componente RNG, dall’altro può spingere ad affidarsi sempre agli stessi mostri e alle solite abilità.

Patch Quest

So che non sembra, ma si sudano ben più di sette camicie su Patchlantis.

Tra creature da cavalcare, pet e piante/minerali con cui personalizzare il proprio campo base, Patch Quest è perfetto per i collezionisti ma anche per chi ama il gameplay frenetico, il quale trova la sua sublimazione nella co-op locale. È un sfida impegnativa che, sulle prime, trae inevitabilmente in inganno grazie a un aspetto cartoon, con quei mostri buffi che non ce la fanno proprio a incutere timore.

Patch Quest è perfetto per i collezionisti ma anche per chi ama il gameplay frenetico, specie in co-op locale

In definitiva, il piccolo grande Patch Quest rappresenta una ventata d’aria fresca fra i bullet hell game in virtù del riuscito mix di generi e peculiarità tra cui, ovviamente, spicca la possibilità di catturare e cavalcare praticamente ogni mostro che prova simpaticamente a farci la pelle.

In Breve: Collezionisti di mostri, fan del bullet hell ed esploratori virtuali, siete tutti i benvenuti su Patchlantis, una labirintica isola-patchwork ricca di sorprese bizzarre e perigli poco spaventosi che non vedono l’ora di farvi la festa, in single player o in co-op locale. Nonostante tra i risvolti del gameplay si nasconda un po’ di ripetitività e la personalizzazione del campo base non sia sfruttata fino in fondo, Patch Quest sa come sfruttare le sue tante idee per prendere al lazo il giocatore e, alimentando costantemente la sua fiamma della curiosità, trascinarlo in un gameplay loop da cui può diventare complicato uscire.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 16 GB di Ram e SSD
Com’è, Come Gira: Sempre fluido, niente da segnalare. Consigliato l’uso del pad perché l’anima è da twin-stick shooter. Lo stile artistico cartoon è l’ideale per un’esperienza in cui, a dispetto del gameplay frenetico, regna la leggerezza, parimenti a un accompagnamento sonoro preciso e calzante.

 

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Pro

  • Mix di generi azzeccato / Una run tira l’altra / Sorprendente quantità e varietà di potenziamenti, proiettili e idee

Contro

  • Può risultare ripetitivo / La personalizzazione del campo base si poteva sfruttare di più
8

Più che buono

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