Kenji Mozu raccoglie la katana di Ryu Hayabusa in un action-platform scatenato, frenetico e visivamente spettacolare, pronto a infiammare l’estate dei fan dei ninja.
Sviluppatore / Publisher: The Game Kitchen / Dotemu Prezzo: 24,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PS4, PS5, Switch, Steam, Xbox Series, Xbox One Uscita: 31 luglio 2025
Quando Ryo non c’è, tocca all’adepto Kenji Mozu difendere il clan Hayabusa. Un ottimo riscaldamento in vista del ritorno di Ninja Gaiden, previsto per la fine dell’anno, e al tempo stesso un platform davvero sopraffino che non dovreste lasciarvi sfuggire in quest’estate rovente, già affollata di guerrieri ombra.
Tra un mese esatto, infatti, assisteremo anche al ritorno di Shinobi, grazie ai ragazzacci di Lizardcube. Ragebound ha dalla sua la costanza e l’aderenza agli stilemi del passato, quando la serie Ninja Gaiden era sinonimo di rigore, precisione e sofferenza al pixel, ben lontana dalle combo ipercinetiche che ne avrebbero sancito la resurrezione su Xbox. Grazie al team di Blasphemous, gli elementi che definivano l’era 8-bit sono stati ripensati con sensibilità moderna, in un’avventura originale che va ben oltre la semplice emulazione.
NINJA GAIDEN: RAGEBOUND NON VI CONCEDE UN ATTIMO PER SANGUINARE
Ninja Gaiden: Ragebound ha il dono della teatralità e sa come sfruttarlo all’interno di livelli che mettono Kenji sulle tracce di una minaccia pronta a scoperchiare il regno dei demoni e riversarne i suoi lerci abitanti nel nostro mondo. L’azione è rapidissima: i livelli investono il giocatore con orde di nemici e salti al cardiopalma, con la stessa frequenza di una pioggia di shuriken affilatissimi, mettendo alla prova i riflessi e reinventando il familiare schema di gioco basato su katane e acrobazie, grazie a una gran quantità di set piece chiaramente ispirati ai capisaldi dell’epoca d’oro delle sale giochi, omaggiando mostri sacri come Strider e la stessa epopea di Joe Musashi. È davvero come assistere a un film d’azione in pixel art, con una grafica colorata, definita e splendidamente animata che fa da cornice a esplosioni, corse in moto e combattimenti che sfidano la forza di gravità, sotto cieli sferzati da fulmini e saette al ritmo di potenti colonne sonore. Ragebound è una scarica continua di adrenalina, pompata nelle vene grazie alcuni meccaniche distintive.

Come nell’illustre Shinobi, Ragebound conferma il vecchio scenario che vede ninja contro mezzi militari.
Il Guillotine Boost consente di rimbalzare su qualsiasi cosa – dai nemici ai proiettili – permettendo di superare voragini, raggiungere passaggi nascosti e danzare attorno agli avversari con la grazia di una farfalla che punge come un’ape. L’Ipercarica, invece, si ottiene colpendo i nemici contrassegnati, conferendo al colpo successivo la potenza di un attacco critico devastante, capace di eliminare in un solo fendente anche gli avversari corazzati. E poi c’è Kumori, riluttante kunoichi del clan del Ragno, che suo malgrado dovrà condividere il corpo del suo rivale giurato per fuggire dal regno dei demoni e portare avanti la propria vendetta. Sebbene solo il giovane Hayabusa resti sotto il controllo dieretto del giocatore, Kumori partecipa attivamente alla battaglia, lanciando kunai per colpire a distanza o attivare interruttori.
Ninja Gaiden: Ragebound ha due anime, proprio come il suo protagonista tormentato.
INTOCCABILE MA LETALE
La stessa Ipercarica si arricchisce di un nuovo livello di complessità con l’ingresso in scena dell’eterea alleata. I nemici contrassegnati da una carica azzurra devono essere eliminati direttamente da Kenji, mentre quelli con carica porpora vanno colpiti con i kunai di Kumori. Infrangere questa regola significa dire addio al colpo critico, e riuscire a stabilire priorità e bersagli quando lo schermo diventa un inferno pulsante di proiettili e avversari è, sorprendentemente, uno spasso. Kumori nasconde un altro asso nella manica, che entra in gioco quando si raggiungono gli altari dell’anima: vincolando il corpo mortale di Kenji tra le sue spire, l’agile kunoichi dispone di un tempo limitato per attraversare piattaforme normalmente invisibili, aprendo così la strada al suo alleato. Il cronometro incalzante, unito a teletrasportatori da centrare al millimetro per risparmiare preziosi istanti, alza ulteriormente il ritmo del gioco, rendendo Ninja Gaiden: Ragebound ancora più adrenalinico. Tutto questo, però, ha un costo: la brevità dell’avventura, visto che ho completato il gioco all’unico livello di difficoltà inizialmente disponibile in poco più di sei ore.
A un certo punto saranno disponibili alcune missioni facoltative (le Special Ops) caratterizzate da un livello di sfida più elevato, ma il riutilizzo degli scenari già affrontati nelle missioni principali le rende una parentesi breve e poco memorabile. Una volta raggiunti i titoli di coda (e assistito a uno dei due finali, intascando nel frattempo un paio di nuovi costumi), si sblocca la modalità difficile, particolarmente interessante perché non si limita ad aumentare il danno inflitto dai nemici, ma rielabora il layout dei livelli, rendendo la disposizione degli ostacoli più diabolica e introducendo nuovi tipi di avversari.
Ninja Gaiden: Ragebound presenta una gran quantità di set piece chiaramente ispirati ai capisaldi dell’epoca d’oro delle sale giochi.
In aggiunta, ogni livello nasconde tre sfide opzionali che contribuiscono a migliorare il giudizio finale che, se abbastanza lusinghiero, sbloccherà nuove merci nel negozio di Muramasa. Ninja Gaiden: Ragebound ha dunque due anime, proprio come il suo protagonista tormentato: da un lato offre una sfida contenuta ma appassionante, perfetta per i giocatori occasionali; dall’altro, regala ore di divertimento (e qualche imprecazione di troppo) in più a chi deciderà di esplorarne il lato più impegnativo.
In Breve: Ninja Gaiden: Ragebound è una lettera d’amore ai giochi di piattaforme d’azione in 2D, capace di fondere l’eredità arcade con soluzioni moderne e una messa in scena da urlo. Breve ma densissimo, il gioco riesce a stupire con trovate di design ispirate, una regia infuocata e due protagonisti perfettamente integrati nel gameplay. La sfida non è brutale all’inizio, ma chi vorrà spingersi oltre troverà pane (e katane) per i propri denti. Un ritorno soddisfacente per una saga leggendaria, e un assaggio dannatamente promettente in attesa del “vero” Ninja Gaiden.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di prova: Ryzen 7 5800X, 32GB di RAM, GeForce RTX 4070, SSD
Com’è, Come Gira: Niente che possa impensierire l’hardware di prova, con l’azione incollata ai 144 fotogrammi al secondo. Del resto le opzioni riservate al PC sono praticamente nulle, limitate al V-Sync e al metodo di visualizzazione.