La paura di tornare e non trovare più nessuno, terribile in Cult of the Lamb. Quei seguaci che fino ad un giorno prima trattavi come pedine sono la tua unica speranza di diventare grande; un dio onnipotente.
Sviluppatore / Publisher: Massive Monster / Devolver Digital Prezzo: € 22,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16+ Disponibile su: PC (Steam), Nintendo Switch, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S Data di lancio: 11 agosto 2022
La chiave del gioco di Massive Monster è nelle persone che abbandoni quando sei fuori a combattere, nelle vite che perdi se sei tanto sprovveduto da lasciare che il caso decida per te. Ti senti grande solo perché qualcuno ha costruito una statua a tua immagine e somiglianza. Sei un falso idolo. La verità è che sei incatenato a loro più di quanto loro lo siano a te.
Chi è Cult of the Lamb
Cult of the Lamb non è un roguelite. O meglio, sotto un certo punto di vista lo è, ma non per come siamo abituati ad immaginarceli. Inutile mentirci, se vi dico “roguelite” la vostra testa va subito ad Hades o a The Binding of Isaac. È normale. Il primo è uno dei casi mediatici più importanti degli ultimi anni, il secondo è un videogioco con la “V” maiuscola. Bene, prendete solo le botte da questi due, e i dungeon di TBOI, e scartate tutto il resto. Rendete questo elemento non il focus del gioco se non per il proseguimento della storia o per l’ottenimento dei vari “materiali”, puntate tutto su un gestionale alla Forager e avrete Cult of the Lamb.
Sì, Cult of the Lamb è un gestionale, un simulatore di culto semplificato dove l’elemento più importante sono, come qualsiasi setta che si rispetti, i seguaci. La loro fede in voi è l’unico modo per salire di livello e sbloccare nuove armi e abilità. La loro fede nel culto è l’unico modo per far salire di livello la setta e sbloccare nuove costruzioni o potenziamenti per il villaggio. Puoi personalizzare il nome e l’aspetto e ognuno ha dei tratti casuali che possono aiutare in determinate situazioni o affossarti in altre. Ogni seguace ha una barra della lealtà personale da far salire completando le missioni secondarie, indottrinandoli o dando loro qualche regalo. A ogni barra completata il seguace salirà di livello aumentando la fede ottenuta e un pezzo di stele che servirà a creare nuove dottrine per sbloccare nuovi rituali o tratti speciali per i seguaci vecchi e nuovi del culto. Per costruire nuovi edifici serviranno diversi materiali, tra cui legna, pietra e oro. Alcuni da ottenere durante le crociate, altri da far farmare ai seguaci.
Una barra della fede generale troneggerà in alto a sinistra insieme alla fame e alla salute generale del villaggio. Se la fede scende troppo i fedeli potrebbero perdere la retta via. Andranno rieducati o uccisi. Se la fame scende troppo i fedeli potrebbero morire. Se la barra della salute generale scende troppo perché non avete pulito le feci in giro, potrebbe scoppiare una pandemia e potrebbero morire tutti. Senza un tot di seguaci non potete sbloccare nuove aree e quindi non potete andare avanti nella trama. Non potrete diventare un nuovo dio.
Chi sei tu
Questo è solo un assaggio della complessità dietro Cult of the Lamb e ve l’ho vomitata di proposito addosso tutta insieme. Volevo creare contrasto. Se è vero che Cult of the Lamb raccontato così sembra quasi un gioco impossibile da imparare, in realtà è tutto talmente tanto naturale e lineare da far quasi impressione. Ad ogni nuova aggiunta apparirà un piccolo tutorial a schermo, ma il gioco è talmente scandito bene che verrà quasi naturale memorizzare tutte le cose da fare. A ogni nuova crociata si aggiunge un nuovo seguace ed una nuova meccanica. A ogni nuovo sermone i personaggi salgono di livello e si aggiunge una nuova dottrina. Tutto perfettamente calibrato. Tutto in funzione di chi, in teoria, dovrebbe essere solo una pedina.
Ridurrò le tue città in macerie, e tu diventerai un deserto; così saprai che io sono il Signore
Qui il videogiocatore dovrà scegliere il percorso da seguire. Andando a destra potrebbe esserci il simbolo del legno, il che suggerisce la possibilità di guadagnare tanto materiale. Andando a sinistra potrebbe esserci un omino e quindi la possibilità di ottenere un nuovo seguace. Oppure ancora potrebbe esserci una spada e quindi un nuovo piano da ripulire per ottenere materiali, oro, casse, potenziamenti in vista del boss. Beh, tutte queste scelte, compresa la scelta più pesante e cioè quella di farsi un piano aggiuntivo per ottenere nuovi potenziamenti, non avvengono pausando il gioco, ma in tempo reale. Il ciclo giorno notte in alto a destra e le notizie sul lato sinistro riguardanti il villaggio che hai lasciato in balia di se stesso, continuano a scorrere. I giorni passano, qualcuno si ammala, qualcuno invecchia e muore, qualcuno non ha mangiato. Il tuo sguardo non sarà mai concentrato al cento per cento sulla crociata, avrai sempre un occhio su cosa sta accadendo fuori dal tuo controllo.
Ti abbandonerò al sangue e il sangue ti perseguiterà; tu hai odiato il sangue e il sangue ti perseguiterà.
Cult of the Lamb è questo. È la morale. È la paura di perdere tutto. Ti insegna che per quanto tu possa sentirti onnipotente senza gli altri non sei nessuno. Cult of the Lamb è una vera perla e io non ho che graffiato la superficie con questa recensione. Vi lascio quindi con un consiglio: giocate Cult of the Lamb, amate Cult of the Lamb, ma soprattutto fate le scelte giuste quando sarà necessario.
In breve: Cult of the Lamb è la perfetta definizione di videogioco ibrido. Si presenta come un roguelike alla The Binding of Isaac maniera, ma in realtà è un gestionale anche bello profondo. Il messaggio dietro il titolo è che devi aver paura di perdere quelli che fino al giorno prima trattavi come pedine. Ti senti onnipotente, invincibile, ma la verità è che sei schiavo degli altri come qualsiasi altro essere vivente.
Piattaforma di Prova:I7 9th gen, 16 GB di RAM, GeForce GTX 1660 ti, SSD
Com’è, Come Gira: Frame Rate stabile. Qualche bug irrilevante dovuto probabilmente alla versione pre rilascio.