I soldi non sono tutto nella vita; lo sanno bene le tre famiglie più ricche della città, costrette a contare su noi poveracci Inquisitori quando un’orda di mostri invade il mondo in Dice Gambit.
Sviluppatore / Publisher: Chromatic Ink / Spelkollektivet, WhisperGames Prezzo: 22.99 € Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data di uscita: già disponibile
Si potrebbe affermare che il genere Turn Based Combat abbia ormai esplorato ogni possibile declinazione pur di reinventarsi: dal deck building al dice building passando per il qualsiasicosa building, gli sviluppatori le hanno provate tutte sperando di ravvivarne le meccaniche. Teoricamente basterebbe creare più carte – o utilizzare dadi con più facce – per ampliare l’offerta, con il rischio però di rendere il tutto troppo dispersivo, finendo per annoiare anche il pubblico più appassionato.
Perché dunque non utilizzare uno dei sistemi più rodati, il Cinque Dadi Rerollabili, lavorando su tutto ciò che c’è di contorno tra un combattimento e l’altro? Qui entra in scena Dice Gambit, tattico roguelike a turni che gioca la carta del contesto narrativo originale: ci troviamo a Neo-Talis, città che richiama un’Italia rinascimentale alternativa, nella quale tre ricche famiglie rivali si contendono il potere politico ed economico. A complicare la situazione, arrivano dei quarti incomodi: i Chromatics, misteriose creature che emergono da portali seminando il caos. Solo gli Inquisitori sono in grado di fronteggiarli, e noi impersoniamo proprio uno di loro, erede di un casato ormai decaduto che non gode di alcuna popolarità.
Niente paura: guadagnare il rispetto dei vari nobili che incontreremo sarà solo questione di tempo, grazie al nostro coraggio che in loro pare latitare. Durante la nostra avventura uccideremo una moltitudine di nemici, troveremo l’amore e ci riprodurremo come forsennati, perché ricordate: se non potete arruolare un guerriero, partoritelo.
DICE GAMBIT, UN PARTY A GESTIONE FAMILIARE
Nella magione dell’Inquisitore, che funge da centro operativo, si prendono decisioni cruciali per l’esito delle future battaglie: scegliere quale missione affrontare, comporre il party più adatto, curare o far salire di livello i personaggi, oppure concedere loro un periodo di riposo.
Gestione della famiglia e permadeath rendono ogni scelta tattica carica di conseguenze
A rendere il tutto ancora più sfaccettato interviene la reputazione con le varie fazioni cittadine, che consente di sbloccare nuove abilità: starà quindi a noi decidere se distribuire il nostro aiuto in modo equilibrato o favorire un particolare clan per entrare nelle sue grazie.
COMBO DI DADI
Una volta scesi in campo, l’azione si svolge su una classica griglia isometrica suddivisa in esagoni, nella quale siam pronti a lanciare i nostri dadi a sei facce. Qui non compaiono numeri, bensì simboli: Attacco per colpire il nemico, Difesa per incrementare temporaneamente l’armatura e Movimento per spostarsi sul tabellone. Si aggiunge poi l’icona Special, che attiva la Signature Move, abilità unica e caratteristica di ciascun personaggio, e Chroma, che funziona come un jolly ma il cui utilizzo potenzierà anche i nemici.
Combinare i vari simboli dei dadi apre a strategie creative e devastanti sinergie di squadra
La varietà degli scontri è buona, grazie a obiettivi che non richiedono solo di uccidere tutti i Chromatics ma anche di consegnare pacchi a calci – come Ace Ventura! – o gareggiare con altri Inquisitori a chi miete più vittime.
DUE STILI GRAFICI, DI CUI UNO MIGLIORABILE
I personaggi di Dice Gambit colpiscono subito per lo stile visivo: ricordano le creature gotiche di Tim Burton in Nightmare Before Christmas e La Sposa Cadavere, ma con un tocco più scanzonato dalla palette cromatica molto più satura. Un’estetica originale e immediatamente riconoscibile, che purtroppo non trova lo stesso livello di cura nelle battaglie, nelle quali gli eroi appaiono come figure anonime in tuta spaziale, quasi dei Power Rangers ordinati su un sito celebre per rifilare merce contraffatta. Brutte notizie anche per quanto riguarda i nemici: i Chromatics, per quanto centrali nella trama, risultano visivamente ripetitivi e privi di quella personalità che ci si aspetterebbe da creature così enigmatiche.

A chi somiglierà il pargolo? Alla madre? Al padre? A quel medico/giardiniere/tuttofare calvo e muscoloso che bazzica sempre per casa?
A compensare ci pensa il comparto sonoro, davvero riuscito: una playlist eterogena, che alterna motivi funk a brani che non sfigurerebbero in una compilation Buddha Bar, nonostante non sempre indicati per accompagnare una battaglia. Dice Gambit pur non essendo un titolo perfetto, riesce ad appassionare grazie al sistema di crescita dei personaggi e alla gestione familiare; rivedendo alcune sviste artistiche sarebbe potuto diventare un capolavoro, ma si distingue comunque nel mare sterminato dei turn based RPG.
In Breve: Dice Gambit è un tattico roguelike a turni che combina combattimenti su griglia esagonale con gestione della famiglia. Ogni membro del casato appartiene a una classe diversa e può evolversi con abilità attive e passive, ma la Stamina cala a ogni missione, obbligando a un ricambio costante. La morte è permanente e la perdita di un parente può compromettere l’espansione del lignaggio, spingendo a bilanciare riposo e schieramenti. Buona la parte dei combattimenti, con varie combo da eseguire con i dadi, meno la rappresentazione grafica di eroi e nemici in battaglia, piuttosto anonimi.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Nessuna incertezza tecnica, ma a differenza di molti suoi colleghi, non c’è possibilità di ruotare la telecamera. Non è un problema, dato che le mappe sono progettate per non nascondere mai elementi chiave, ma conferisce un senso di piattezza al campo di gioco.