Dragon's Dogma 2 – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

L’eterno duello tra l’Arisen e la furia primordiale incarnata dal Drago si rinnova in Dragon’s Dogma 2. Ecco la nostra recensione.

Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: € 64,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo asincrono (Pedine) PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam), Xbox Series X|S, PS5 Data d’uscita: 22 marzo 2024

L’Arisen è il Drago, e il Drago è a sua volta Arisen. Il primo è il prescelto, un campione designato dall’incarnazione stessa della distruzione come sua nemesi; sono incatenati da un indissolubile legame spirituale e destinati ad affrontarsi in una cataclismatica battaglia finale, mettendo in palio il destino del creato. È un incipit affascinante, il biglietto da visita per entrare in un mondo fantasy oscuro e brutale squarciato dalla convivenza forzata di due nazioni, rispettivamente popolate dagli umani e dai bestiali feridi.




Si tratta di un’ambientazione creata con grande criterio all’interno di una mappa colossale, sensibilmente più grande e varia rispetto a quella vista nel primo gioco, uscito ormai dodici anni fa. Ricordate? Capcom inizialmente aveva mostrato solo video focalizzati sui combattimenti contro i boss, suggerendo erroneamente che ci saremmo trovati di fronte a una versione di Monster Hunter popolata da un bestiario mitologico di stampo occidentale.

Il combattimento in Dragon Dogma 2 è eccezionale

Al momento del debutto, però, il povero Dragon’s Dogma si trovò a fare i conti con i limiti imposti dal vecchio MT Framework, un motore inizialmente nato per i ristretti ambienti di Dead Rising e dunque inadatto a gestire un complesso mondo di gioco. Passano gli anni e le riedizioni su macchine più moderne si palesano, cementando nel tempo uno stuolo di fan desiderosi di incarnare nuovamente il potente uccisore di draghi.

DRAGON’S DOGMA 2: TOTALE E BRUTALE

Una cosa devo dirla immediatamente: il combattimento in Dragon’s Dogma 2 è eccezionale. Possente e pesante nei colpi sferzati, maestoso e terrificante quando arriva il momento di spolverare i grimori per scatenare incantesimi che riempiono lo schermo. Del resto, quando polverizzi orde di cattivi evocando immensi iceberg o conficcando lo spadone nel cranio di un minotauro è veramente difficile non divertirsi, una sensazione amplificata dalla vasta gamma di opzioni a disposizione. L’Arisen e la sua Pedina (ne parliamo a breve) possono inizialmente abbracciare quattro vocazioni, ovvero guerriero, arciere, mago e ladro; ognuna dispone di mosse speciali uniche da acquisire e potenziare con appositi punti, guadagnati assieme alla canonica esperienza.

Ho reclutato quell’arciere per difendermi mentre aziono questa funivia, speriamo che la sua mira valga la spesa.

A queste si aggiungono le Abilità di Classe per rendere l’utente più versatile come nel caso della levitazione del mago, e infine una serie di bonus (maggior peso trasportabile, ad esempio) denominati Capacità, che possono essere liberamente attivati qualunque sia la vocazione intrapresa. Questo significa che raggiungere l’eccellenza in una professione è solo l’inizio del divertimento, perché il gioco permette di attivare fino a dieci Capacità dando vita a build su misura. Non solo: altre vocazioni aspettano solo di essere scovate e padroneggiate risolvendo particolari missioni o incontrando elusivi personaggi, non necessariamente legati alla narrazione principale. Se le strade dello stregone e del distruttore (foriera, quest’ultima, di momenti di gioia indescrivibile per gli amanti di manga come Berserk) verranno rivelate con un po’ di olio di gomito praticamente all’inizio del gioco, le cosiddette classi ibride – appannaggio del solo Arisen – necessiteranno di un po’ di intraprendenza per essere apprese.

L’esotica Battahl, nazione dei feridi. Qui le Pedine non godono di buona reputazione, quindi occhio.

Ne vale la pena, perché osano pensare fuori dagli schemi per aggiungere un ulteriore livello di varietà: per citarne un paio, l’incantatore crea illusioni con cui prendere possesso degli avversari e seminare il caos nel campo di battaglia da dietro le quinte, mentre il cavaliere mistico è la scelta obbligata per i fan di Darth Maul, forte di una doppia lancia capace di inanellare rapidissime combo e incantesimi di manipolazione degne di un Sith. I nemici, da parte loro, sono agguerriti e assalgono in gruppo, sfoderando una buona varietà di attacchi che costringe a mantenere alta l’attenzione; sulle prime la mancanza di un sistema di lock per tenere sotto controllo un bersaglio designato può causare un attimo di confusione, ma quando inizierete a dare fuoco alle ali di un torreggiante grifone per costringerlo a terra mentre il resto della truppa procede al massacro agendo in totale sinergia, allora faticherete a cancellare dal viso quel sorriso beato che tenete da parte per i grandi giochi.

Le classi ibride osano pensare fuori dagli schemi per aggiungere un ulteriore livello di varietà

Il livello di sfida è calibrato a puntino e dona un deciso senso di progressione a ogni traguardo raggiunto ma, in caso di morte, l’Arisen può decidere se tornare in vita sacrificando un cuore di drago: questo raro artefatto è a tutti gli effetti una vita extra, e può essere anche immolato per resuscitare importanti NPC che per qualche motivo hanno incontrato una morte prematura.

MUOVI LA TUA PEDINA, ARISEN

All’inizio del gioco il robusto editor permette di plasmare l’aspetto dell’Arisen e della sua Pedina, un fedele compagno che agirà di testa propria seguendo quattro diverse tratti comportamentali. Questi personaggi vivono per assistere il protagonista fino alla resa dei conti con il Drago e popolano la Faglia, una specie di dimensione parallela che congiunge i vari giocatori. Visitando appositi altari o incrociandole per strada, è possibile reclutare fino a due Pedine per configurare la squadra secondo le necessità, una scelta che porta in dote vantaggi che vanno oltre le semplici competenza marziali. Se è vero che gli elementi dotati di una maggiore predisposizione alla lotta metteranno in atto strategie ottimali per massimizzare il danno contro particolari avversari, quelli che mostrano familiarità con il territorio percorso si proporranno per condurci verso punti di interesse a noi ignoti, facendoci da guida.

Chi ha fatto entrare King Kong in città? Fa nulla, ci ho pensato io.

La loro intelligenza è spesso sbalorditiva, arrivando addirittura a caricarsi sulle spalle i feriti quando la situazione è disperata per trasportarli al nostro cospetto in attesa di una rianimazione. Il nostro seguace naturalmente non sfugge a queste regole, e si avventurerà nei mondi altrui prestando servizio presso altri Arisen; al risveglio dopo una notte di riposo lo troveremo pronto a fare rapporto, raccontando le avventure vissute e portando doni da parte degli atri giocatori. È anche possibile assegnare un compito al nostro seguace, ad esempio chiedendogli di uccidere chimere in modo da accumulare familiarità con la feroce bestia: se questo verrà portato a termine, il giocatore che ha arruolato e condotto alla vittoria il nostro fido alleato riceverà un premio come ringraziamento.

L’intelligenza delle Pedine è spesso sbalorditiva

Le Pedine rappresentano anche un modo pratico per rendere il gioco un filo più abbordabile, basta assoldare quelle più forti pagando un quantitativo di Cristalli della Faglia proporzionale alla differenza tra il loro livello e quello del personaggio principale. Tutto perfetto, occhio solo a non contrarre la peste draconica, una malattia contagiosa subdola e invisibile destinata a condurre il malato verso uno scenario atroce su cui non mi sbottonerò, essendo un importante elemento legato alla trama del gioco.

UN’AVVENTURA SENZA FINE

Tutto in Dragon’s Dogma 2 gira attorno al concetto di viaggio. Non ci sono bacheche con montagne di incarichi, né torri da scalare per riempire la mappa di indicatori. Nella maggior pare dei casi le missioni si accettano ascoltando pettegolezzi e venendo incontro alle suppliche di qualche disperato, raccogliendo dettagli sulla destinazione racimolando indizi e seguendo tracce, arrivando a volte a indossare uno specifico abbigliamento per ingannare qualche zelante guardiano. Poi si parte, facendo i conti con il tempo che scorre; il suo inarrestabile incedere fa marcire gli oggetti nello zaino, rende gli incarichi più urgenti impossibili da completare e permetta ai raggi del sole di cedere il posto alle tenebre.

Questa pedina offre in premio materiali rari se l’aiuto a uccidere un grifone. Quasi quasi…

La notte in Dragon’s Dogma 2 fa letteralmente paura, con un buio pesto popolato da orde di spettri e non morti, rivelati dal sinistro bagliore che illumina le vuote cavità degli occhi e dalla inseparabile lampada a olio. Fortunatamente rispetto al primo capitolo sono stati introdotte un paio di opzioni per rendere i lunghi viaggi un filo meno traumatici: i kit da campeggio possono essere approntati nei pressi dei bivacchi per attendere l’alba e mangiare un boccone guadagnando qualche potenziamento, mentre una rete di carri fa la spola tra le località principali, offrendo passaggi in cambio di poche monete.

Dragon’s Dogma 2 è un gioco che ha ancora bisogno di un po’ di ottimizzazione per girare degnamente

Il fatto che simili spostamenti verranno quasi sicuramente interrotti dall’assalto di bestiacce varie fa parte del gioco perché, come in passato, a Dragon’s Dogma il concetto di viaggio rapido piace poco, con il teletrasporto relegato a lusso da nababbi e limitato dal sacrificio di reagenti all’inizio estremamente costosi e rari. A conti fatti non è un problema, giacché la mappa è vasta e ricca di segreti e nasconde dietro ogni angolo qualcosa di interessante da scovare tra tesori, labirinti e addirittura tecniche di forgiatura differenti a seconda della regione per personalizzare al massimo l’equipaggiamento. La conformazione dei dungeon è generalmente sufficientemente complessa da rendere intrigante la scoperta, e la possibilità di immortalare il colpo d’occhio offerto dal panorama con l’immancabile photo mode rappresenta un’adeguata ricompensa dopo una lunga scarpinata. Tenete presente che esiste un solo slot di salvataggio, e il gioco mette in sicurezza i progressi ogni cinque minuti circa.

QUALCHE OMBRA SULLA MASTER RACE DI DRAGON’S DOGMA 2

Un’ultima cosa: questa recensione è incentrata principalmente sulla versione PC, sicuramente la più attesa visto che i possessori di console dovranno accontentarsi di 30 fotogrammi al secondo sulle loro macchine. Se loro sono imbronciati, però, gli utenti PC non possono ritenersi completamente soddisfatti, giacché Dragon Dogma 2 è un gioco che ha ancora bisogno di un po’ di sana ottimizzazione per girare perfettamente. Con la configurazione di prova l’azione scorre molto bene durante l’esplorazione all’aperto, regalando combattimenti fluidi e appaganti anche quando diversi mostri colossali soffocano lo schermo.

Collezionabili come questo scarabeo dorato consentono di portare pesi maggiori, donando gusto all’esplorazione.

Il dramma inizia entrando nei centri abitati più importati come la capitale del regno di Vermund; lì la fluidità viene messa brutalmente in ginocchio, e ho dovuto scendere a forti compromessi nelle impostazioni per riuscire a giocare decorosamente senza subire l’impressione di trovarmi davanti a una presentazione in PowerPoint. Questo problema – ovviamente già noto a Capcom e destinato ad essere corretto in tempi ci auguriamo brevi – può essere alleviato attivando il FidelityFX Super Resolution 3, con risultati però non troppo esaltanti per quel che riguarda la qualità grafica complessiva. Tenetene conto, se volete far vostro Dragon’s Dogma 2 dal primissimo giorno.

In Breve: Dragon’s Dogma 2 è un gioco d’azione open world estremamente coinvolgente, forte di un sistema di combattimento praticamente privo di difetti e di una mappa da esplorare enorme e ricca di segreti. Segue una filosofia tutta sua e per questo merita di essere premiato, ma i problemi di ottimizzazione che affliggono la versione PC provata in sede di recensione non gli permettono di raggiungere l’eccellenza, almeno per il momento.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD
Com’è, Come Gira: Sembra quasi che due squadre separate abbiano curato Dragon’s Dogma 2 su PC. All’aperto il gioco stupisce per la stabilità anche quando lo schermo è inondato da nemici e incantesimi, assentandosi attorno a 120fps facendo volentieri a meno del Ray Tracing sulla configurazione di prova. Tra le mura delle città più grandi conviene visitare direttamente le opzioni per scendere a compromessi di fronte a cali di fluidità francamente inspiegabili, considerate le architetture tutto sommato non particolarmente

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Pro

  • Sistema di combattimento che crea dipendenza / mondo di gioco vasto e tutto da scoprire per un longevità massiccia / non tiene il giocatore per mano, offrendo in cambio una difficoltà perfettamente bilanciata / le Pedine restano una splendida idea.

Contro

  • Rispetto al primo capitolo le novità sostanziali non sono moltissime / la versione PC merita di essere ottimizzata al più presto.
9

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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