Hellmut: The Badass from Hell - Recensione

PC

La mania dei roguelite sparacchini, solitamente accoppiati a un po’ di sano bullet hell, è stata una discreta moda nel mondo indie. La possibilità di sviluppare gameplay complessi, abbinati a grafiche spartane ma stilose e caratteristiche, ha portato alla realizzazione di un capolavoro come The Binding of Isaac, senza dimenticare i suoi epigoni: Enter the Gungeon e Nuclear Throne.

Hellmut: The Badass from Hell si inserisce in questo filone, cercando però di estremizzare la formula base di gioco, proponendoci un inferno di proiettili velocissimo e dalla difficoltà punitiva.

DOPPIO ANALOGICO

A prima vista mi sono lasciato affascinare dall’aspetto di Hellmut, la premessa d’altronde era molto buona. Da una parte il titolo di Volcanicc strizza l’occhio alla sacra scuola dei twin-stick shooter, dall’altra promette un focus sulla frenesia data da livelli pieni zeppi di nemici e proiettili.Hellmut The Badass from Hell immagine PC 04Se la formula base funziona, cominciando a giocare si notano subito alcuni problemi. Nei panni del protagonista, uno scienziato ucciso e trasformato in un teschio, dovremo infatti sfidare mostri demoniaci in una serie di livelli, cercando di arrivare a un portale d’uscita e di sconfiggere i boss che – occasionalmente – ci sbarreranno la via.

Per sopravvivere è necessario utilizzare alcune “trasformazioni”, veri e propri personaggi che dispongono di due abilità

Per sopravvivere è necessario utilizzare alcune “trasformazioni”, veri e propri personaggi che dispongono di due abilità (un’arma primaria e un’abilità secondaria più potente) e che possiamo cambiare a piacimento, o finché una delle due incarnazioni perisce. Quando perderemo una trasformazione possiamo ovviamente utilizzare le altre, fino a rimanere nella debole forma di teschio, che è una sorta di ultima possibilità prima del permadeath.

Le trasformazioni sono quindi le vite e le “classi”, in una struttura che vorrebbe fare il verso a un RPG, ma che viene ostacolata da un’estrema lentezza del sistema di avanzamento; ciò ci costringe a giocare solo con le prime due trasformazioni per troppe ore, senza sentire un appagante senso di ricompensa ai nostri sforzi. Non aiuta in questo un level design procedurale non esaltante, nonché un aspetto grafico un po’ anonimo nel suo voler omaggiare un inferno trash in stile B-movie che non colpisce per originalità. Insomma, un po’ tutta la pixel art di Hellmut non convince, compresi i modelli dei nemici fatti un po’ al risparmio. Anche i boss faticano ad emergere a causa di pattern d’attacco deludenti.

PROBLEMI INFERNALI

È strano parlare in chiave amara di un gioco come Hellmut, per un verso portatore di una certa pura essenza del “videogioco”, rappresentante di meccaniche molto basate sulla abilità e sull’estrema sfida. Da questo punto di vista il titolo non delude: i livelli sono difficili, andare avanti – a causa del permadeath sempre in agguato – non è mai scontato e c’è una discreta collezione di armi da utilizzare, ma dopo un po’ l’alone della ripetitività comincia ad apparire.Hellmut The Badass from Hell immagine PC 01Alla luce di quest’ultima considerazione, le poche idee messe in campo dagli slovacchi di Volcanicc, supportati dal distributore Grindstone, non bastano a sorreggere l’impianto. Le trasformazioni, alla fine, sono poco interessanti e molto sbilanciate tra loro, mentre i livelli – come già accennato – non brillano per inventiva, risultando molto piatti nel loro sviluppo.

i livelli sono difficili, e andare avanti – a causa del permadeath sempre in agguato – non è mai scontato

Inutile parlare della trama: un gioco siffatto non deve certo portare avanti chissà quali questioni narrative, ma il pretesto usato per far partire le vicende del protagonista Hellmut mi è parso fin troppo semplicistico. Tutto il mood generale del titolo vuole giocare a imbastire una parodia del male e dell’inferno, ma alla fine risulta troppo macchiettistico anche per la sua grafica in pixel art che, teoricamente, dovrebbe ispirare una qualche simpatia. Alla lunga tutto sa di già visto, faticando a fare breccia nel nostro cuore di navigati videogiocatori. Se, infatti, Hellmut – grazie alla sua semplicità di meccaniche, senza troppi fronzoli e deputate alla pura azione “spara e muoviti” – avrebbe potuto essere un ottimo gioco per i neofiti del genere, la sua inspiegabile curva di difficoltà e la lentezza nella progressione lo rendono poco adatto ai nuovi arrivati e un po’ piatto, e paradossalmente lento, per i più esperti.

Hellmut: The Badass from Hell prova a ritagliarsi uno spazio nel mondo dei twin-stick shooter, ma il suo bullet hell e le sue dinamiche roguelite, come le trasformazioni non particolarmente interessanti utilizzate del protagonista, sono sviluppate con poca cura. Ci troviamo di fronte a quello che, probabilmente, è il peggiore nel lotto degli emuli di The Binding of Isaac. Un gioco che, nonostante tecnicamente non presenti problemi, alla lunga risulta ripetitivo e fatica a imporsi a causa di un gameplay poco soddisfacente, veloce nell’esecuzione ma terribilmente lento nel ritmo che rifornisce la progressione.

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Pro

  • Gameplay frenetico.
  • Tasso di sfida molto elevato.
  • Buona varietà di armi.

Contro

  • Livelli e nemici anonimi.
  • Meccaniche roguelite implementate male.
  • Ripetitivo alla lunga.
6.2

Sufficiente

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