Quanti di voi, una volta ogni tanto (o magari spesso, chissà), hanno solo bisogno di un pochino di leggerezza? Lollipop Chainsaw RePop, al tempo uscito su Xbox 360 e PlayStation 3, è quel mix di trash unito alla follia che fa sempre bene quando si tratta di dover triturare zombie con una motosega.
Sviluppatore / Publisher: Dragami Games / Dragami Games Prezzo: 44,99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 5, Xbox Series X|S Data d’uscita: Già disponibile
Se Rick Grimes mi ha insegnato che il miglior modo per fare strage di zombie è usando tanta immaginazione e una buona dose di cattiveria, al contempo Frank West mi ha ricordato che è possibile farlo addirittura con una motosega. È la stessa arma usata da Juliet Starling, una giovanissima cheerleader che, quando non deve danzare, balzare, saltare e tifare per la squadra del suo liceo, trucida non-morti come avrebbero fatto The Cranberries a San Siro. Anche se non ricordo, in realtà, se il celeberrimo gruppo rock abbia mai suonato nello stadio meneghino. Zombie, però, è una delle mie canzoni preferite, peraltro trasmessa durante la strage compiuta negli ultimi sei giorni.
Arrivando da una dose di Halls of Torment, insomma, dovrei essermi abituato a vedere non-morti scatenarsi. Ammetto, però, di non essere molto abituato a certe cose, soprattutto quando le stesse arrivano improvvisamente fino a tramortirti. È la vita, comunque. Capita. Lollipop Chainsaw RePop, tuttavia, fa capire come la non-vita, la stessa raccontata dal Dracula diretto da Francis Ford Coppola, possa essere squisitamente affascinante.
DAL LICEO ALLA THE O.C A TEMA ZOMBIE
Juliet Starling è una giovane qualunque, con passioni di ogni tipo, con un ragazzo e con degli studi da portare a termine. È una liceale che insegue un sogno che spera di realizzare quanto prima, quello di non doversi trovare nel bel mezzo dell’ennesima apocalissi zombie. Al tempo, però, James Gunn e Suda51 non sembravano molto interessati a farle vivere il suo sogno americano, quello che ciascuno spera, auspica per sé e che porta a immaginarsi in una spiaggia di Newport Beach con un bicchiere di tequila e la OST di The Phantom Planet come compagni di viaggio mentre si osserva l’orizzonte. Tralasciando il romanticismo, Lollipop Chainsaw arrivò in un momento in cui i videogiochi con gli zombie andavano alla grande. Complice la pubblicazione della quarta stagione di The Walking Dead e l’annuncio di Fear the Walking Dead, si pensò che potesse essere il momento di arrivare a creare di trash quanto di assolutamente efficace.
Nacque, dunque, una ragazza cazzuta con una motosega e una sorta di minigun al fianco. Al tempo, ricordo, arrivavo da produzioni come Dead Island e The Walking Dead di Telltale Games, opera quest’ultima che seppe farmi piangere. Al contrario, Lollipop Chainsaw fece l’esatto opposto: mi seppe divertire per sette ore con allegria e poca seriosità, trasmettendomi un senso di leggerezza, dopo il trauma vissuto con Clementine e Lee, che mi accompagnò per diverso tempo.
Juliet Starling è una giovane qualunque, con passioni di ogni tipo, con un ragazzo e con degli studi da portare a termine
LOLLIPOP CHAINSAW REPOP SCHOOL
Ambientato come accennavo negli Stati Uniti, tra riferimenti alla cultura nipponica e ha un approccio all’horror volutamente grottesco, Lollipop Chainsaw Repop è un action allo stato puro con una visuale in terza persona. Il giocatore muove la giovane Juliet in scenari da superare, affrontabili in modo sequenziale. Armata di una motosega, la giovane la utilizza per smembrare gli zombie e avanzare verso nuovi obiettivi. Semplice ma comunque di grande impatto, il game design si concentra unicamente sul coinvolgimento del giocatore, proponendo un sistema di combattimento in cui è possibile convogliare combo di qualsiasi genere con la motosega. Quando comunque si arriverà a un momento importante della trama, la ragazza potrà sfruttare un’arma a lungo raggio, utile soprattutto con i boss.
Juliet può usare attacchi leggeri, convogliando le sue abilità da cheerleader con gli attacchi pesanti, utilizzabili attraverso la motosega. L’obiettivo, oltre a fare una strage di zombie tale da far impallidire Rick Grimes, è quella di raggiungere più hit possibili, ovvero le combo che possono essere in grado di scatenare ulteriori azioni. Al tempo trovai parecchio coinvolgente riuscire a dover memorizzare i tasti correttamente per arrivare a creare delle sinergie dal grande impatto, e trovavo che le abilità sbloccabili nel corso dell’opera fossero davvero poche. Ciò non è cambiato neppure in questa remastered, con le medesime abilità rimaste pressocché invariate, rispetto al passato. Certo, uccidere in ogni modo gli zombie, variando di molto gli attacchi con la motosega e il minigun a distanza, è qualcosa che intrattiene parecchio; si poteva, però, fare qualche sforzo in più, magari inserendo qualche arma in più proprio per differenziare gli scontri e inserire, dunque, più pepe.
Juliet può usare attacchi leggeri, convogliando le sue abilità da cheerleader con gli attacchi pesanti, utilizzabili attraverso la motosega
È un approccio al game design semplice quanto efficace, poiché consente di affrontare le situazioni in modo diverso. La ragazza può, per esempio, salire a bordo di una mietitrebbia e, in seguito, usare un palo da lap dance per uccidere più rapidamente i nemici. La giovane, comunque, intraprende il suo viaggio anche per salvare il fidanzato Nick, rimasto purtroppo senza corpo. Di lui resta solo la testa, come un personaggio qualunque di Futurama – opera che, insomma, consiglio a tutti di recuperare.
È un approccio al game design semplice quanto efficace, poiché consente di affrontare le situazioni in modo diverso
TRA PASSATO E PRESENTE
Pur non essendoci la medesima cura riposta come in Tomb Raider, il lavoro di remaster di Lollipop Chainsaw RePop è buono. Al giocatore è consentito optare per lo stile grafico migliorato o quello originale. Sfortunatamente, non è possibile switchare da un sistema all’altro, rendendo dunque la scelta immediata. Avrei preferito, ma questo perché sono abituati ai lavori di Aspyr, un maggiore impegno su questo versante.
Sul lato estetico resta comunque piacevole da vedere, pur non presentando chissà quali grandi ambientazioni. Ancora oggi, l’opera di Suda51 e James Gunn resta come all’epoca, ora migliorata e affinata, arricchita da una struttura di gioco pensate solo per intrattenere. C’è davvero bisogno di opere di questo tenore. La prova, dunque, è stata buona. Una remastered tanto semplice quanto efficace, sia sulla carta che negli obiettivi.
In Breve: Un lavoro di remastered tanto semplice quanto efficace, e sarò sicuramente ripetitivo. Lollipop Chainsaw RePop arriva all’obiettivo e con uno scopo interessante: riuscire a intrattenere i vecchi giocatori e non solo. Potrebbe starci inserirlo dopo aver concluso altro di più impegnativo, come un Frostpunk 2, o un l’alternativa Black Myth: Wukong, in cui sapere menare è un obbligo.
Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: i5-12400F, 16 GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: A sessanta fotogrammi al secondo senza problemi di alcun genere. La prova è stata svolta su un configurazione con requisiti specifici medio-alti, quindi considerando l’impianto di base – per quanto migliorato – la prestazione perfetta non stupisce.