Lost Judgment – Recensione

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lost judgment non è particolarmente impegnativo, quindi se avete già un minimo di dimestichezza con il genere il consiglio è di partire direttamente dalla difficoltà più elevata

Unico consiglio che mi sento di dare, soprattutto a chi è in cerca di una sfida moderatamente impegnativa (e magari ha un minimo di dimestichezza con il genere), è quello di partire direttamente dal livello di difficoltà più elevato. A Normale (e ancora di più a Facile) i rischi di morire sono praticamente nulli e, considerando anche la notevole quantità di denaro che può essere guadagnato con il minimo sforzo, accumulare cibo e bevande varie agevola ulteriormente un’impresa tutt’altro che impossibile.

QUALCOSA DI VECCHIO, QUALCOSA DI (SEMI)NUOVO

Kamarucho è sempre Kamarucho. Una frase questa che può, e che deve, essere intesa sia con accezione positiva che negativa. Da un lato c’è la piacevole familiarità di un luogo già noto, che propone tante attività extra e che diventa il teatro di numerose storie.

L’AGGIUNTA DI UN NUOVO QUARTIERE HA PORTATO UNA VENTATA D’ARIA FRESCA

Dall’altro c’è la totale mancanza dell’effetto sorpresa, di quell’emozione che può derivare dal trovarsi a camminare per strade nuove e mai battute. L’aggiunta di un ulteriore (grande) quartiere, per quanto già noto a chi ha giocato Yakuza: Like a Dragon, rappresenta da questo punto di vista una graditissima ventata d’aria fresca, che permette di trascorrere del tempo visitando luoghi nuovi e scoprendo posti che regalano diverse sorprese.

Lost Judgment Recensione

Nel corso delle missioni secondarie Yagami & soci si troveranno coinvolti in situazioni surreali e incontreranno vecchie conoscenze e personaggi stravaganti.

Sorprese che, è bene sottolinearlo, non hanno quasi mai un effetto dirompente. Se c’è infatti un “reato” di cui accusare Lost Judgment è proprio quello di non distaccarsi più di tanto dal suo predecessore (e, per diverse meccaniche, dall’intera saga di Yakuza) e di proporre un’esperienza di gioco che, per quanto sia indubbiamente di alto livello, non brilli in quanto a originalità. Un discorso questo che può essere esteso anche alla componente tecnica, che funziona su tutta la linea, ma che sa di già visto. Buoni i modelli dei personaggi, curate le ambientazioni, molto bene gli intermezzi e convincente la recitazione che può essere goduta sia in inglese che in giapponese. L’italiano? Non è presente nell’audio, ma come per il primo capitolo della serie è disponibile sotto forma di sottotitoli, con una localizzazione dei testi completa e, complessivamente, di buona fattura.

In Breve: Lost Judgment ripropone la formula del suo predecessore con qualche piccola modifica, senza andarne a intaccare in maniera rilevante gli elementi cardine. Il risultato, grazie anche a una trama di ottimo livello, è un’avventura coinvolgente da seguire e divertente da giocare, che sorprende nel suo incedere narrativo più che nella sua componente ludica. L’idea di proporre qualcosa di nuovo, magari partendo da un’ambientazione diversa, potrebbe portare a un ulteriore salto in avanti, ma anche così vale la pena vestire i panni di Takayuka Yagami e di muoversi tra Kamarucho e Yokohama in cerca della verità con mille pensieri per la testa, mille nemici da sconfiggere e mille attività extra da provare.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Ho provato Lost Judgment in versione PlayStation 5, senza mai riscontrare particolari problemi di natura tecnica. Nessun bug e nessun glitch nel corso della mia partita, con una trentina di ore all’attivo utilizzate per concludere l’avventura principale e per scalfire solamente in piccola parte l’enorme montagna che risponde al nome di “attività secondarie”.

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Pro

  • Trama interessante e ben scritta.
  • Mole enorme di attività secondarie.
  • Divertente in ogni sua fase.

Contro

  • Formula molto simile a quella del primo episodio.
8.8

Più che buono

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