Si dice sempre che il passare del tempo migliora i ricordi, sfrondandoli quasi totalmente delle parti negative e addolcendo ulteriormente quelle positive. Verissimo. Ricordate la vostra ex di dieci anni fa come una top model? Cercate la foto nascosta in quel vecchio portafogli e vi accorgerete che da truccata assomigliava a Pennywise di IT. Esempi simili ne potremmo fare a decine e anche i videogiochi spesso non si sottraggono a questa regola. Da questa premessa probabilmente avrete già intuito che i nostri festeggiamenti per il ritorno in vita di Sir Daniel Fortesque non sono andati esattamente come ci aspettavamo.
Cosa si chiede a un remake di un gioco che si porta sulle spalle una ventina di anni? Come minimo un aggiornamento grafico, ma sicuramente anche una revisione delle meccaniche di gioco (la dove ce ne fosse bisogno) e una correzione dei difetti del titolo originale. Se Crash e Spyro sono riusciti a mantenere (quasi) intatta la fragranza del loro gameplay il merito va dato a Naughty Dog e Insomniac per aver generato all’epoca dei prodotti davvero speciali. Un applauso però va fatto anche a Vicarious Visions e Toys for Bob per essere riusciti a rinfrescarne la formula smussandone le asperità. Questo con Medievil purtroppo non è accaduto.
RITORNO A GALLOWMERE
Fatta eccezione per il restauro grafico che ha migliorato (e ci mancherebbe) la qualità delle texture e aggiunto un pugno di effetti speciali, il gioco che da mesi state aspettando di inserire nelle vostre PlayStation 4 è esattamente lo stesso che girava su PS1 alla fine degli anni ’90. A livello di gameplay, level design, bilanciamento e via dicendo nulla è stato toccato. Qualcuno forse se ne rallegrerà ricordando le divertenti serate passate davanti allo schermo del proprio Mivar 14” quando era un imberbe “PlayStationaro”. Ciò però significa che anche i difetti dell’epoca sono rimasti esattamente quelli che ricordavamo, senza alcuna eccezione.
Il gioco è esattamente lo stesso che girava sulle gloriose PS1 alla fine degli anni 90. Nulla è stato toccato e anche i difetti sono rimasti esattamente quelli che ricordavamo
Un difetto è stato corretto ma purtroppo tanti altri sono riemersi dall’abisso delle memorie. Partiamo dal bilanciamento della difficoltà, era pessimo allora e lo è ancora adesso. L’80% del gioco scorre via senza alcun intoppo, ma senza alcun preavviso arriveranno alcuni livelli nei quali inizierete ad imprecare come di fronte al peggior boss di Dark Souls. Nel gioco From Software però la difficoltà è una filosofia di vita, in Medievil è solo frutto di sciagurate scelte di game design. Pessima gestione delle telecamere negli spazi angusti, penuria di oggetti per ripristinare la salute, collisioni approssimative e checkpoint posizionati… ehm, diciamo in maniera creativa. Tutti questi problemi si affacceranno più volte a tormentare la vostra avventura a Gallowmere, ma in un paio di occasioni arriveranno tutti insieme e sarà proprio in quei momenti che vi chiederete come mai ricordavate Medievil con tanto affetto. Vi diciamo solo due parole, vi assicuriamo che al momento giusto le ricorderete come se venissero impresse a fuoco nella vostra carne: Formicaio e Spaventapasseri.
Il festival dei brutti ricordi non si ferma qui e coinvolge anche la mappatura dei comandi, anch’essa rimasta intatta dai tempi che furono. La gestione dell’inventario è a dir poco arcaica e ci chiediamo perché utilizzare lo stesso tasto (Triangolo) per aprire i bauli e passare dall’arma primaria a quella secondaria. Scelta folle che abbinata ad alcuni problemi di interazione con gli oggetti farà sì che in più di un’occasione vi ritroverete a maneggiare l’arma che non volevate con le ovvie conseguenze del caso.
Se in futuro a Sir Dan verrà accordata l’ennesima resurrezione ci auguriamo cheil suo destino venga messo in mani più capaci e volenterose
Chiudiamo con il comparto sonoro. Anche lui non è stato toccato e se da un lato questo ci permette di apprezzare nuovamente le splendide musiche originali che fanno tanto Tim Burton, dall’altra ci costringe a riascoltare il doppiaggio italiano che non è rimasto nella storia come il migliore di sempre. All’epoca Sony scelse dei doppiatori che diedero un’impronta molto particolare ai personaggi secondari. Possiamo ancora passare sopra alle gargoyle che apostrofano il protagonista con enfasi da libro di fiabe, ma gli inquietanti folletti che assomigliano ad Al Capone (con tanto di pancia prominente e barba di due giorni) e parlano in dialetto romanesco proprio no.
Tutto questo era accettabile venti anni fa, adesso fa sì che Medievil non possa essere giudicato più di un action-platform appena discreto, giusto per un minimo di rispetto verso una scelta di fedeltà all’originale che comunque giudico pigramente integralista, nonché superata da tanti moderni esempi di virtuosa rivisitazione. Sarebbe bastato davvero poco per renderlo ancora speciale, ma così non è stato. Il coraggioso Fortesque è ancora un personaggio divertente e ben caratterizzato, ma i palati dei giocatori nel frattempo sono stati abituati troppo bene per poter accettare tutta la mediocrità che gli ruota intorno. Se in futuro a Sir Dan verrà accordata l’ennesima resurrezione ci auguriamo che il suo destino venga messo in mani più capaci e volenterose.
Vale quindi la pena spendere 30 euro per un gioco che in versione PSone Classics su PlayStation Store si acquista per una manciata di spiccioli? Avrei voluto dirvi di sì ma purtroppo faccio il critico di mestiere e di critiche a questo remake di Medievil ne ho mosse fin troppe per consigliarvene l’acquisto incondizionato, al di là della considerazione per quei giocatori – non so davvero quanti – che potrebbero trovare giusta l’estrema fedeltà all’impianto primigenio, nonostante i difetti originali. Un titolo che non riesce ad andare troppo oltre la sufficienza, quindi, che tra l’altro arriva in uno dei periodi dell’anno più affollati in termini di uscite. Magari mettetelo nella vostra wish-list per poi recuperarlo in futuro, meglio se a prezzo ribassato.