A tutti dispiace dover affrontare una lunga deviazione quando una strada è chiusa. Ma un antico proverbio finnico dice “Se una strada è chiusa, un motivo ci sarà”. Lo impareremo a nostre spese in Pacific Drive.
Sviluppatore / Publisher: Ironwood Studios / Kepler Interactive Prezzo: 29,99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam e Epic Games Store) PlayStation 5, PlayStation 4 Data d’uscita: Già disponibile
Sapevate che la Penisola Olimpica, braccio di terra dello Stato di Washington, è stata mappata solo nel 1965? Un po’ tardino, se consideriamo che non si trova in qualche remota isoletta del Pacifico bensì nella West Coast degli Stati Uniti. Eppure – qui entriamo nella fiction – sapevamo bene che il governo stava conducendo misteriosi esperimenti già a cavallo degli anni ‘40 e ‘50 del secolo scorso. E i più anziani ricorderanno anche storie di incidenti e strani fenomeni che portavano spesso a evacuazioni e quarantene. Fin quando il tutto deve essere sfuggito di mano, costringendo le autorità a sigillare ogni accesso a ciò che oggi chiamiamo Zona di Esclusione Olimpica.
Di tanto in tanto però qualcuno deve andare a farsi un giretto per dare un’occhiata alla situazione, e indovinate a chi tocca oggi? A noi ovviamente, ma come mettiamo piede – anzi, pneumatico, dato che viaggiamo in macchina – nella Zona, ci rendiamo conto di non essere i benvenuti. Questa la storia alla base di Pacific Drive, survival driving game con un forte accento nella componente esplorativa, prima fatica di Ironwood Studios che si getta coraggiosamente in un gameplay inconsueto, quasi sperimentale.
PACIFIC DRIVE, IO E LA MIA MACCHINA, CONTRO TUTTI
Pacific Drive è una storia di sopravvivenza, nella quale i destini dell’uomo e del suo mezzo di locomozione si intrecciano indissolubilmente. Siamo come Alexander Supertramp a bordo di un Magic Bus che vaga per lande flagellate da inquietanti anomalie, un Gordon Freeman qualsiasi in macchina. Nella mia carriera di gamer ho customizzato un’infinità di veicoli, montando l’electro-bastard ray in Carmageddon per friggere pedoni o truccando bolidi nei vari Need for Speed, ma il rapporto che ho instaurato in questo gioco con il mio scassatissimo station wagon surclassa qualsiasi altra esperienza simile provata di fronte a un monitor.
Il carrettone non supererebbe – perlomeno all’inizio – una revisione nemmeno hackerando il software del Ministero dei Trasporti, ma è stato il mio rifugio in un territorio ostile, il mio miglior amico nelle situazioni avverse e il mio figlio prediletto a cui dare il meglio affinché cresca sano e forte. Tagliati fuori dal mondo, per uscire a riveder le stelle bisogna affidarsi alle comunicazioni radio dei nostri colleghi, che vengono sottotitolate nella parte superiore dello schermo, rendendo un po’ difficile la lettura mentre siamo immersi in mille altre attività. Eccoci quindi alla ricerca di indizi lungo strade dissestate, con qualche breve sosta per scendere a recuperare pezzi di ricambio da carcasse di auto abbandonate o entrare in pericolanti capanni in disuso, sperando di trovare un qualsiasi oggetto che possa tornare utile.
IO PENSAVO DI INVESTIRE GLI ZOMBIE
Pacific Drive non è un gioco d’azione, e la Zona non è il classico Posto Pericoloso che siamo abituati a visitare nei disaster game. Non ci sono zombie, né tirannosauri o bande di banditi – si chiamano banditi proprio perché girano in bande, dite che lo avete letto su TGM – ma ciò non significa che siamo al sicuro. Radioattività, fenomeni elettrici, repentini assestamenti del terreno, mostruosità meccaniche, eventi atmosferici di elevata intensità e bestie ansiose di smontare la nostra amata macchina sono incontri abbastanza frequenti, e parcheggiando la vettura in leggera salita lasciandola nel drive mode sono anche riuscito ad autoinvestirmi, tra l’altro sbloccando un trofeo. Il modello di guida è piacevole e la visuale libera ci consente di condurre tranquillamente il nostro wagon mentre controlliamo la mappa su un generoso monitor montato sul lato del passeggero, chissà quanti punti sulla patente costerebbe un’infrazione del genere.
Nel portabagagli trovano posto un piccolo banco da lavoro, una tanichetta di benzina, uno scatolone da utilizzare come inventario extra che si aggiunge al nostro giubbotto dalle mille tasche, più varie diavolerie che crafteremo nel corso del gioco. Il ritmo è piuttosto lento, simile a The Invincible anche se a volte siamo costretti a precipitose corse pedal to the metal verso una safe zone che si rimpicciolisce sempre più, come in Fortnite. E proprio come nel titolo Starward Industries, qualcuno potrebbe accusare Pacific Drive di essere un simulatore di corriere, questa volta motorizzato. Indubbiamente le sezioni di ricerca e perlustrazione sono un continuo guidare, fermarsi, scendere – inserire il parking mode, prima! – raccogliere, tornare a bordo, guidare, fermarsi, e così via. Tutto a un tratto però la situazione può precipitare costringendoci a prendere decisioni di vitale importanza nel giro di pochi secondi, mentre attorno il mondo pare finire. La consapevolezza che l’apparente calma piatta è solo preludio a una serie di guai genera un discreto senso di tensione, soprattutto quando hai l’item che ti serve e non vedi l’ora di tornare in garage per montarlo.
UN SURVIVAL IN CUI IL SURVIVOR È LA MACCHINA
Se Tancredi diceva “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, Pacific Drive riesce a cambiare tutto pur mantenendo la classica formula dei survival. Noi, meri conducenti, dobbiamo solo stare attenti a non rimanere a corto di punti vita. La macchina invece va alimentata a dovere con benzina, controllando al contempo lo stato della batteria, la pressione degli pneumatici e le condizioni di ogni parte della carrozzeria.
Proprio come l’equipaggiamento di un guerriero da RPG, ogni componente ha le proprie statistiche con tanto di debolezze e resistenze elementali. L’usura è anch’essa una minaccia il nastro adesivo per tenere insieme alla bell’emeglio il tutto fa le veci dei medikit. Un tergicristallo funzionante aiuta durante gli acquazzoni, e dei buoni fari ci permettono di frangere l’oscurità della notte. E per tenerci compagnia non può mancare l’autoradio, con una buona selezione di brani meritevoli di finire nelle vostre playlist in real life. Un debutto importante e tecnicamente ineccepibile, a eccezione di una UI un po’ caotica anche se di grande personalità.
In Breve: Il coraggio va premiato, sempre. E Pacific Drive è un gioco coraggioso, che propone un gameplay tutto suo incentrato sull’esplorazione della Zona e sul rapporto tra uomo e veicolo. Ci sentiremo indifesi e impotenti per la maggior parte del tempo, puntando sugli upgrade della macchina per avere un minimo di speranza di sopravvivere in questo ambiente cupo e ostile. L’azione è lenta perchè il protagonista non è un Super Soldato Invincibile ma un uomo comune nella sua macchina scassata, e questo potrebbe allontanare qualche fan dei giochi di guida, ma il punto forte della produzione è la storia.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Nessun problema con la configurazione predefinita, in questo caso con tutti i settaggi al massimo. L’interfaccia utente sarà democraticamente caotica su qualsiasi PC.